AD 1158: ecco il kolossal “Barbarossa” di Renzo Martinelli con migliaia di comparse vere
La pellicola celebra la libertà conquistata dai Milanesi e l’apogeo della Dinastia von Hohenstaufen. .
Con la battaglia di Legnano, capolavoro degno de “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson, il cinema italiano viaggia tra le stelle di Hollywood.
La storia di Alberto da Giussano che sconfigge gli “invasori” stranieri “in nome della libertà”.
Il film è stato girato anche in Romania per la ricostruzione dell’intera battaglia.
Un film che unisce i Comuni d’Italia e d’Europa.
di Nicola Facciolini
AD 2009. Qualcuno ha scritto, con l’uscita in 283 sale cinematografiche italiane del kolossal di Renzo Martinelli “Barbarossa” (139 min.), che siamo di fronte al “Braveheart” in salsa italiana.
Preferisco, con tutte le cautele del caso, elevarlo al rango della stupenda trilogia cinematografica de “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson.
Per molte buone ragioni.
Costato 30 milioni di euro, qualcosa in più del capolavoro “Baarìa” di Giuseppe Tornatore, scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar statunitensi, “Barbarossa” è il Film di Renzo Martinelli.
Presentato in anteprima nazionale al Castello sforzesco, la data ufficiale di uscita nelle sale cinematografiche è venerdì 9 ottobre 2009.
La vita di Alberto da Giussano, eroe medievale scelto da sempre come simbolo della Lega Nord, affascina i più giovani finora increduli e muti testimoni nelle aule scolastiche di una storia medievale (la loro, la nostra e delle migliaia di Comuni italiani) considerata nella migliore delle ipotesi, “buia, oscura e triste” da leggere e raccontare.
Eppure il Medioevo non è mai stato così interessante, vivace e promettente. “Barbarossa”, con migliaia di comparse vere, non è una favola o un romantico romanzo “fantasy” ambientato tra i candidi fiumiciattoli e le verdi colline della Terra di Mezzo.
Questa è la nostra Storia, comune a tutti gli Italiani che amano la libertà.
Una Storia che deve unire italiani ed europei, non dividere, scimmiottando polemiche politiche ancestrali prive di fondamento e di sostanza.
E’ la Storia della nostra libertà dall’invasore, quando nuclei di “italianità” sbocciarono, anche nel sangue della guerra, dalla battaglia di Legnano e da tante altre battaglie che alcuni avrebbero dovuto combattere per il Meridione d’Italia, per la nascita dello Stato Nazione.
Ma non lo fecero!
Il Carroccio di Legnano fu, ed è giustamente considerato tuttora, il simbolo di quegli ideali di libertà di cui i nostri eroi-antenati si fecero portatori per tutti noi.
Certo, inizialmente per la libertà del Comune di Milano.
Ma fu proprio quel grido di “Libertà!”, enfatizzato più volte nel “Barbarossa” di Martinelli, che accomuna le Storia di tutti i Comuni d’Italia.
Facciamole conoscere, allora, queste nostre Storie, grazie a pellicole cinematografiche magistrali come questa. Prima facciamole conoscere ai giovani e poi al mondo.
Il film è prodotto con il supporto di Rai Cinema e Rai Fiction, con la distribuzione di “01 Distribution” (sempre della Rai).
“Barbarossa” è composto da un cast internazionale che promette davvero scintille: in testa a tutti l’imperatore Barbarossa interpretato da Rugter Hauer, il replicante di Blade Runner.
E poi Alberto da Giussano interpretato da Raz Degan; Kasia Smutniak, Cecile Cassel, il grande F. Murray Abraham (Il nome della Rosa e Progetto Bibbia) e Federica Martinelli.
Il regista Martinelli non è nuovo ai capolavori cinematografici degni di Hollywood.
Dal film “Vajont”, un vero caso internazionale, i temi dei suoi film hanno affrontato magnifiche storie vere.
Come “Il mercante di pietre”, dedicato a un occidentale che si dedica al terrorismo, oppure “Carnera” che racconta la storia dello storico pugile italiano emigrato nei States.
Ed ora ammiriamo il suo “Barbarossa”, la storia della battaglia di Legnano con Alberto da Giussano che sconfigge gli “invasori” stranieri “in nome della libertà”.
Il film, di cui si parla da diversi anni, è stato girato anche in Romania, dove è stata ricostruita l’intera battaglia.
Martinelli, tuttavia, rifiuta qualsiasi accostamento con la politica.
Rifiuta di essere definito un regista della Lega Nord: “Io ho fatto un film come Barbarossa in assoluta libertà, senza alcuna interferenza politica – chiarisce il regista -.
Faccio i film che mi piace fare, senza nessuna ingerenza.
La mia filmografia parla da sola.
Porzus e Vajont penso dicano tutto”.
La storia si apre sulla campagna intorno a Milano, nell’Anno del Signore 1158.
Un ragazzo salva fortunosamente la vita a uno sconosciuto cavaliere.
Si chiama Alberto da Giussano, milanese e figlio di un fabbro, e non crede ai suoi occhi quando capisce che il guerriero imponente che ha di fronte è Federico I di Hohenstaufen, l'Imperatore.
E' il primo di una serie di fatali incontri tra due personaggi che per origini e condizione sociale non avrebbero mai potuto incontrarsi.
Il popolano figlio del Comune più importante del Nord Italia e il sovrano tedesco, che gode fama di uomo giusto.
Ma Federico ha un sogno: la realizzazione dell'impero universale.
E, insieme, un dubbio che lo tormenta: è davvero lui che Dio ha eletto per quella missione?
Così, mentre Alberto torna alla famiglia e agli amici - nella Milano florida e vivace di commerci e scambi, di lotte e alleanze con gli altri comuni Barbarossa, spinto dal suo fedele consigliere Rainaldo di Dassel, cerca una risposta consultando la veggente Ildegard von Bingen.
La sentenza è incoraggiante ma termina con un sinistro e misterioso avvertimento: guardati dall'acqua e dalla falce.
La falce porta la sconfitta.
L'acqua porta la morte.
Alberto cresce, si innamora di Eleonora, sopravvissuta al fulmine e per questo sospettata di stregoneria e partecipa all'aspirazione di autonomia dei comuni.
Federico I sposa Beatrice di Borgogna, che porta bambina all'altare e diventerà la più tenace sostenitrice della sua missione.
Ma per diventare l'Imperator mundi, oltre alla supremazia sul papato, gli è indispensabile il controllo sui Comuni ribelli del Nord Italia.
Il 10 marzo 1162, dopo un lungo assedio, Milano viene rasa al suolo dalle truppe imperiali, anche grazie alle macchinazioni di Siniscalco Barozzi, milanese corrotto passato al soldo dell'imperatore.
Durante l'assedio e la distruzione di Milano, Alberto perde i fratelli e vede andare in pezzi la sua vita e i suoi affetti. Accecato dal dolore, cerca di uccidere l'imperatore che riconoscendo in lui il bambino che lo aveva salvato anni prima, gli risparmia la vita.
Un errore fatale.
E' infatti il giovane milanese a guidare pochi anni dopo la vendetta contro di lui.
Esiliato da Milano e costretto a nascondersi nei boschi Alberto riesce finalmente a sposare l'amata Eleonora.
Il giovane da Giussano, deciso a proteggere il territorio, convince poco a poco i comuni sottomessi, impoveriti e umiliati, che la loro unica possibilità contro il Barbarossa è unire le forze e trovare il coraggio di combattere per la propria libertà.
La testardaggine e la volontà di rivalsa di Alberto porteranno alla formazione della Compagnia della Morte, un piccolo esercito formato da ragazzi di ogni estrazione sociale pronti a tutto pur di difendere la loro terra e i valori in cui credono.
Lo spirito di fratellanza e l'unione tra i comuni porteranno attraverso il giuramento di Pontida alla nascita della Lega Lombarda.
Alla fine, non sono solo due eserciti, a fronteggiarsi sulla pianura di Legnano, ma due inconciliabili concezioni del potere: la grandiosa utopia di un unico regno guidato da un sovrano eletto da Dio, e il nuovo modello mercantile e autonomistico dei Comuni.
Sulla pianura di Legnano, uno di fronte all'altro, troviamo un popolo oppresso che si batte per conquistare la propria libertà e un sovrano che vuole imporre il proprio potere.
E' Barbarossa in persona a guidare la carica di migliaia di cavalli contro una formazione di strani carri apparentemente vuoti che avanzano verso di lui.
All'improvviso sui carri appaiono centinaia di falci.
Affilate. Micidiali.
Nella mente dell'imperatore risuonano le parole della veggente.
L'esito della battaglia vede trionfare la Compagnia della Morte; nonostante la vittoria, Alberto rimane assillato dal dubbio che l'imperatore sia ancora vivo.
Sul campo di battaglia sono stati rinvenuti infatti solo il cadavere del suo cavallo e il pugnale, ma di Barbarossa non c'è traccia.
Durante la ricerca del corpo dell'imperatore, tuttavia, Alberto ritrova la sua Eleonora che aveva creduta morta per opera di Barozzi e che invece aveva combattuto in vesti maschili nella Compagnia della Morte.
Federico Barbarossa troverà la morte anni dopo nelle acque del fiume Salef, durante la terza Crociata.
La profezia di Ildegard von Bingen è compiuta.
Questo è un film che unisce i Comuni d’Italia e d’Europa.
Ben vengano le altre Storie come questa
(Si ringraziano “Cinecittà” e “Rai Cinema”).