L’effetto boomerang degli aumenti
di Franco Grilli
L'aumento per gli statali? Si è trasformato in un vero e proprio bluff.
Cosa cambia sulla busta paga da gennaio prossimo
L'aumento per gli statali? Si è trasformato in un vero e proprio bluff.
Infatti dietro la mancia pre-elettorale voluta dal governo con lo sblocco del rinnovo contratti dopo otto anni di stallo di fatto è diventato una sorta di boomerang. Lo stipendio infatti lieviterà in questi mesi per poi subire una riduzione a partire dall'1 gennaio 2019.
Un vero e proprio effetto elastico che rischia di annullare il beneficio dell'aumento.
Come riporta il Sole 24Ore, di fatto a creare questo andamento altalenante della retribuzione per due milioni di impiegati pubblici è il meccanismo della perequazione.
Infatti nella retribuzione è stata inserita una quota per sostenere i redditi più bassi.
Ma questa sorta di bonus è di fatto temporaneo.
La conseguenza è presto detta: i dipendenti della sanità e delle Regioni perderanno almeno 20 euro al mese sullo stipendio a partire dal prossimo gennaio.
Di fatto questi aumenti per gli statali erano stati concepiti con un meccanismo che andava a premiare chi guadagnava meno.
Poi per pressioni sindacali si è passati ad una quota del 3,4 per cento per tutte le fasce retributive. E così per chi guadagna meno è stato istituito un elemento perequativo che avvicina la cifra dell'aumento a 85 euro.
Ma attenzione: proprio questo elemento è di natura temporanea e quindi la discussione su questo tipo di aumento rientrerà nuovamente nella prossima manovra.
E dunque, salvo sorprese, da gennaio 2019 una parte dell'aumento ottenuto dagli statali finirà nel nulla...
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