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Mario Santarelli

Una vita per lo sport  

 

Mario Santarelli ci ha lasciato. “Una vita per lo sport e per la Rai”, dice il caporedattore della Rai Abruzzo Domenico Logozzo

“Con la scomparsa di Mario Santarelli - aggiunge - il mondo sportivo e quello dell’informazione perdono un pezzo importante della loro storia. Un signore dello sport. Un giornalista entusiasta. Sempre.

Mario - ricorda Logozzo - aveva iniziato la sua lunga, bella ed esaltante avventura professionale nella carta stampata, quindi era entrato in Rai nei primi anni Settanta.

Per oltre 30 anni aveva seguito le vicende sportive abruzzesi,con competenza, puntigliosità e tanta partecipazione.

Grande passione per il lavoro, orgoglioso di appartenere alla squadra Rai, una maglia che aveva sempre difeso, e che non aveva mai smesso di indossare, neppure quando poco meno di tre anni fa era andato in pensione.

Si sentiva uno dei nostri, ci seguiva, ci incoraggiava e quando veniva a trovarci in redazione era sempre una gran festa. Per tutti.

Mario mi mancherà - afferma il caporedattore Rai - ci mancherà.

Un lungo tratto della mia esperienza giornalistica l’ho percorso insieme a lui.

Era una domenica di maggio del 1984, il mio primo giorno di lavoro nella redazione Rai di Pescara.

Mi disse:”In questa stanza c’e’ un posto libero, accomodati”.

Confesso, mi sentivo imbarazzato. Lui era un volto noto della televisione .

L ‘avevo visto raccontare le imprese del Pescara a “Novantesimo minuto”, la mitica trasmissione dell’indimenticabile Paolo Valenti.

Risposi “Si, grazie” .

Così è nata la nostra ininterrotta amicizia.

Abbiamo condiviso per anni la stessa stanza.

Una persona leale.

Quando sono diventato caporedattore, lui era in pensione da un paio di mesi.

Era venuto a trovarmi.

Mi aveva abbracciato e con un calore che non cancellerò mai, mi augurò: “Buon lavoro”!

 Era un “tifoso” dello sport alla De Coubertain.

Aveva tre grandi passioni calcistiche: la Juventus, il Pescara e la Pro Vasto.

L’ umore domenicale di Mario era legato ai risultati di queste tre squadre.

Si chiudeva nella stanza, accendeva la radio e la tv, seguiva tutte le partite, e quando le squadre del cuore segnavano, si sentivano le sue urla di gioia.

Da tifoso della curva nord.

Se invece le cose andavano male il pomeriggio diventava ‘triste’.

E tutti , giornalisti e tecnici, cercavano di addolcire l’amarezza del cronista vecchio stampo, che così andava in video sorridente e con l’iniziale storico saluto “amici sportivi buonasera”.

Oggi - conclude Logozzo - i suoi amici sono in lutto”.

AGI

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