Tra reti sociali e tecnologia ecco il futuro del giornalismo
Luca De Biase de "Il Sole 24 Ore"
racconta le proprie idee sul mondo dell'informazione che cambia
Il Grande Fratello di oggi ha una forma molto diversa da quella ipotizzata da George Orwell. Anziché controllare l'informazione e la vita delle persone, il Grande Fratello attuale, inteso come sistema di sorveglianza della società, canta, balla, ride ininterrottamente. Ed è proprio in un contesto di questo genere che il giornalismo, secondo Luca De Biase, responsabile di Nòva24, deve assumere un ruolo chiave: occorre che le persone vengano stimolate al ragionamento, all'attenzione, perché l'informazione non deve ridursi a semplice fiction, ma raccontare la realtà.Una realtà in cui il ruolo del pubblico costituisce una voce importante ed attiva. Grazie ad Internet vengono intessute reti di relazione che creano una vera e propria intelligenza collettiva, uno spazio comune nel quale le persone possono confrontarsi, scambiare informazioni, entrare in empatia. Un processo che, come afferma De Biase, si verfica da millenni e che la rete rafforzat in quanto moltiplicatore di connessioni.
A causa della sua complessità e dell'imponente mole d'informazione di cui è caratterizzata, Internet deve tuttavia essere trattata in maniera razionale, con un metodo d'indagine e d'interpretazione trasparente. Il giornalista, affidandosi al proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze, come un vero e proprio artigiano, deve applicare con dedizione questo genere di metodo di modo che sia l'intera società a poterne trarre beneficio.
Naturalmente, sono necessari modelli di business che sostengano l'iniziativa giornalistica. Secondo De Biase, il vecchio modello della tipografia è oramai obsoleto. In questo contesto la scarsità è rappresentata dallo spazio entro il quale è racchiusa l'informazione e gli editori si occupano di vendere questa rarità: il potere, quindi, è in mano all'offerta. Su Internet invece la scarsità non è legata allo spazio, ma al tempo e all'attenzione dei lettori. Il potere passa dal lato della domanda, poiché è l'utente stesso che decide come e su cosa informarsi.
Gli editori che saranno in grado di interpretare al meglio questo scenario riusciranno a sopravvivere alla siuazione di crisi nella quale ci troviamo. Ma non si tratta di una questione puramente monetaria. Come racconta De Biase, la relazioni sociali, la felicità e il dono inteso come azione che rigenera la società, sono il cardine fondamentale della nostra vita.
E per quanto possa sembrare strano, persino il mondo del giornalismo è contraddistinto da questi aspetti: il premio Pulitzer quest'anno è stato consegnato a ProPublica, giornale online costituito da professionisti che svolge le proprie inchieste grazie alle donazioni della comunità. Una attività che quindi non intende generare profitto, ma totalmente rivolta a rispondere ai bisogni della società.
Esempi di questo genere, come ricorda De Biase, raccontano un momento di transizione. Un mondo nel quale giornalisti, editori e pubblico, senza lasciarsi tentare dal mondo fittizio generato dal Grande Fratello e dalle sue logiche economiche e sociali, devono avere il coraggio di raccontare il presente, perché sarà grazie a questo racconto che potremo costruire il nostro futuro.