Premessa
Non esiste nessuna padania, questo è ovvio a tutti! esiste però l’idea che il nord, forte della sua posizione economica, possa diventare nazione indipendente. Questa nazione, per i suoi fautori, dovrebbe chiamarsi “padania” che storicamente dovrebbe essere fatta risalire alle sue presunte origini celtiche.
Ecco che allora, i fautori di quest’idea si sono attivati, sin dall’inizio della loro avventura, a crearsi simboli nuovi per legittimare storicamente e ideologicamente la sua esistenza, e la loro.Il giro della padania, avvenimento sportivo o politico?
L’ultimo di questi simboli è “il giro della padania”.Parte oggi il “giro della padania” dai contorni nebulosi ma dalla matrice chiaramente politica anche se è riconosciuto dalla federciclismo ed è considerata l’ultimo test prima dei mondiali e, pertanto, vedrà la partecipazione di atleti importanti.
A richiamare la matrice politica annullandone il valore genuinamente sportivo sono due cose specifiche e chiare: l’organizzatore è il sottosegretario leghista Michelino Davico, il nome padania richiama l’idea leghista, la maglia verde del vincitore è il colore leghista, la partenza dal comune piemontese Paesane (CN) è simbolo della festa dei popoli padani, il passaggio sul territorio trentino che per la sua posizione geografica, storicamente appartiene all’idea di paneuropeismo.
Naturalmente, i leghisti affermano che la politica non c’entra, che sono i contestatori a sfruttare l’evento politicamente. Sta di fatto, però, che tutto richiama la lega. Si potrebbe sorvolare sul suo ideatore, chiunque può organizzare manifestazioni sportive.
Ma non si può sorvolare sul fatto che è il partito ad aver organizzato “fisicamente” la manifestazione. E neanche i tempi e luoghi, i colori e il nome padania.Inoltre, un partito che organizza eventi sociali, sia sportivi che altro, richiama, o dovrebbe, alla mente altri partiti politici che proprio di questo hanno fatto la centralità della loro esistenza e, guarda caso, sono tutti partiti che, pur richiamandosi a ideali diversi, e magari nobili, hanno instaurato una dittatura. Dittatura che è stata possibile anche perché si sono appropriati di ogni ambito della vita sociale e economica.
Il trentino non ci sta. Come dicevo, il giro passa anche su territorio trentino, arrivo a Brentonico e partenza da Rovereto, ma non tutti sono d’accordo proprio perché lo ritengono un fatto politico prima che sportivo.Inoltre, motivo della protesta è anche la convinzione che la lega voglia, con questo giro, farsi propaganda su un territorio che, per la sua connotazione storica, ha sempre rifiutato di aderire alle idee leghiste.
Con il giro, dicono ancora, si vuol far passare l’idea che il trentino faccia parte della padania.Ma anche il sindaco di rovereto, Andrea Miorandi ritiene il giro “più politico che sportivo”, e al riguardo a negato il finanziamento alla manifestazione limitandosi a garantire la sicurezza pubblica.In conclusione, come ogni partito totalitario, la lega sta usando ogni mezzo per farsi propaganda.
Fonti Il trentino