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Il Parco nazionale della Majella, istituito nel 1991, insieme al Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è uno dei tre parchi nazionali dell'Abruzzo, compreso tra le province dell'Aquila, Pescara e Chieti.

Nel suo ambito si sviluppa la cosiddetta ferrovia "La transiberiana d'Abruzzo"

È uno dei 24 parchi nazionali italiani con la peculiarità di presentarsi compatto dal punto di vista territoriale.

Infatti, la sua area si raccoglie attorno al grande massiccio calcareo della Majella e alle montagne del Morrone ad ovest e ai monti Pizi e Porrara ad est.

La maggiore vetta compresa nell'area del parco è quella del monte Amaro (2.793 metri).

Nel parco sono state censite oltre 2.100 specie vegetali che rappresentano all'incirca un terzo di tutta la flora italiana.

Alcune specie sono state per la prima volta identificate dai botanici proprio in loco.

Le specie animali sono invece oltre 150, tra cui posto di rilievo spetta al piviere tortolino.

All'interno del parco si trovano ben sette riserve naturali statali e alcuni beni d'interesse culturale, tra i più rilevanti d'Abruzzo.

Il territorio del parco è situato a cavallo del 42º parallelo.

Si estende per una superficie di circa 62.838 ettari, su un terreno prevalentemente montagnoso.

La Majella propriamente detta, così come il contiguo massiccio del Morrone, è un imponente massiccio calcareo-dolomitico di età mesozoica e cenozoica.

È caratterizzato da una serie di vasti pianori sommitali, dolcemente tondeggianti per effetto dell'azione millenaria dei ghiacciai che qui erano molto estesi durante le ere glaciali, tra cui emerge il vallone di Femmina Morta ad oltre 2.500 m di altitudine.

I suoi versanti, soprattutto quelli orientale e nord-occidentale, sono solcati da lunghissimi ed aspri valloni:

•          vallone dell'Orfento, inciso dal fiume omonimo, ricco di acque e di faggete

•          valle del Foro, modellata dal fiume Foro, anch'essa ricca di acque e di faggete; costituisce l'habitat di specie quali il picchio dorsobianco, l'astore, la balia dal collare ed il gufo reale;

•          vallone di Selvaromana, nel comune di Pennapiedimonte;

•          valle delle Mandrelle-valle di Santo Spirito, in comune di Fara San Martino;

•          vallone di Taranta, nella quale si trova la grotta del Cavallone.

Il fiume Orta, che raccoglie le acque di un vasto bacino, separa con un'ampia valle il massiccio della Majella dal Morrone.

La valle è profondamente incisa nei territori dei comuni di Bolognano e San Valentino in Abruzzo Citeriore, formando un vero e proprio canyon.

Il massiccio del Morrone è costituito da una dorsale stretta ed allungata, compatta ed aspra al contempo, costituita da rocce calcaree e dolomitiche, che precipita nella piana di Sulmona tra balze rocciose scoscese.

A sud, ai piedi del monte Pizzalto, i piani carsici noti come "altipiani Maggiori d'Abruzzo", detti anche "quarti" (Santa Chiara, Barone, Grande e Molino), posti a circa 1.250 m s.l.m., fanno da cerniera con l'area dei monti Pizzi-monte Secine, con boschi di faggi, acero di Lobel e diverse altre specie.

Comuni interessati:

Provincia di ChietiCivitella Messer Raimondo, Fara San Martino, Gamberale, Guardiagrele, Lama dei Peligni, Lettopalena, Montenerodomo, Palena, Palombaro, Pennapiedimonte, Pizzoferrato, Pretoro, Rapino, Taranta Peligna.

Provincia dell'Aquila: Ateleta, Campo di Giove, Cansano, Corfinio, Pacentro, Pescocostanzo, Pettorano sul Gizio, Pratola Peligna, Rivisondoli, Rocca Pia, Roccacasale, Roccaraso, Sulmona.

Provincia di Pescara: Abbateggio, Bolognano, Caramanico Terme, Lettomanoppello, Manoppello, Popoli, Roccamorice, Salle, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Sant'Eufemia a Maiella, Serramonacesca, Tocco da Casauria.

All'interno del Parco nazionale sono state incluse alcune riserve naturali statali e regionali:

•          Riserva naturale Monte Rotondo

•          Riserva regionale Bosco di Sant’Antonio

•          Riserva naturale Quarto Santa Chiara

•          Riserva regionale Majella Orientale

•          Riserva naturale Fara San Martino Palombaro

•          Riserva naturale Feudo Ugni

•          Riserva naturale Piana Grande della Majelletta

•          Riserva naturale Valle dell'Orfento

•          Riserva naturale Lama Bianca di Sant'Eufemia a Maiella

Le più comode località di accesso sono: la città di Sulmona, sul versante ovest, il paese di Pescocostanzo, sul versante sud, Guardiagrele, sul versante est e Lettomanoppello, sul versante nord.

Da più di un secolo e mezzo, la geologia dell'area della Montagna della Majella è stata studiata da numerosi studiosi italiani ed esteri.

Soprattutto per la ricostruzione delle sequenze sedimentarie carbonatiche, la Majella è conosciuta, per un motivo particolare: si tratta di una delle poche località dove un margine depositionale di una piattaforma carbonatica può essere osservata nella sua completezza in affioramento.

L'area è stata recentemente soggetto di studio in un progetto scientifico internazionale di grande estensione, la TaskForceMajella.

Il 37% delle specie italiane è presente sul territorio del parco, tra le endemiche ricordiamo la soldanella del calcare ed il fiordaliso della Majella.

•          Mammiferi: Cinghiale, lepre, camoscio d'Abruzzo, cervo, donnola, faina, gatto selvatico, lince eurasiatica, istrice, orso bruno, lontra, lupo appenninico, martora, moscardino, puzzola, riccio, rinolofo maggiore, tasso, talpa, vespertilio smarginato, volpe.

•          Rettili: il colubro di riccioli, la vipera dell'Orsini, la lucertola campestre, il ramarro;

•          Anfibi: salamandrina terdigitata, l'ululone dal ventre giallo

•          Avifauna: l'aquila reale, l'astore, la cinciarella, il codibugnolo, il falco pecchiaiolo, il falco pellegrino, il fringuello alpino, il gheppio, il gracchio alpino, il gracchio corallino, il lanario, il merlo, il picchio dorsobianco, il picchio muratore, il piviere tortolino, il sordone, lo sparviero.

L'iter per l'istituzione del parco era già iniziata nel 1991 quando la "Legge quadro sulle aree protette" ha indicato espressamente tra le aree da tutelare la Majella.

L'istituzione effettiva è avvenuta nel giro di qualche anno, con il D.P.R. 5 giugno 1995.

L’Ente parco nazionale della Majella ha sede a Guardiagrele.

•          Lupo, a Pretoro: l'area faunistica, posta sulla strada per Passolanciano, è costituita da un vasto recinto dove vivono tre esemplari di lupo appenninico.

•          Lontra europea a Caramanico Terme: l'area ospita alcuni esemplari, che possono essere osservati nelle ore serali, previa prenotazione presso il centro di visita di Caramanico Terme.

•          Camoscio d'Abruzzo a Lama dei Peligni: nell'area è possibile osservare, a breve distanza, un gruppo di camosci d'Abruzzo in condizioni seminaturali.

Nel centro di visita è presente una telecamera che permette, in diretta, una facile visione dell'area.

•          Cervo ad Ateleta: l'area si trova nella zona sud orientale del parco.

•          Capriolo a Serramonacesca, adiacente all'Abbazia di San Liberatore a Majella; nei pressi dell'area del fiume Alento, dove è possibile ammirare le tombe rupestri di epoca paleocristiana.

•          Giardino Botanico Daniela Brescia a Sant'Eufemia a Maiella: ha una superficie di 45.000 m2 con 22 settori, vivaio, ombraio e serra riscaldata.

•          Giardino botanico Michele Tenore a Lama dei Peligni: ospita circa 500 entità floristiche; tra le specie più significative il fiordaliso della Majella, il limonio aquilano e l'adonide gialla.

•          Centro di visita e museo naturalistico ed archeologico "Paolo Barrasso" a Caramanico Terme: sezione naturalistica ed archeologica con reperti paleolitici, neolitici, italici e romani.

•          Centro di visita e museo naturalistico a Fara San Martino: ospita pannelli descrittivi, reperti naturalistici, la ricostruzione di una grotta pastorale e dell'habitat dell'ululone.

•          Centro di visita e Museo naturalistico archeologico Maurizio Locati a Lama dei Peligni: diorami sulla geomorfologia della Majella e sul camoscio d'Abruzzo.

Tra i reperti il calco del cranio dell'uomo della Majella.

•          Museo dell'orso marsicano (MoM) a Palena, ospitato nell'ex convento di Sant'Antonio, propone diorami interattivi, reperti, la ricostruzione della foresta di notte. Sentieri dell'orso.

"Casa del Lupo" a Caramanico Terme e "Casa dell'Orso" a Palena.

All'interno del parco sono comprese in tutto 5 stazioni sciistiche poste su differenti versanti della Majella, geograficamente non collegate tra loro: la più nota e frequentata è la stazione di Passolanciano-Maielletta sul versante chietino, Pizzoferrato e Gamberale e le altre sono quelle di Passo San Leonardo, PescocostanzoCampo di Giove in territorio aquilano.

Il loro bacino d'utenza tipico è fondamentalmente il basso Abruzzo con le province di Chieti e Pescara e il basso aquilano.

Gli eremi situati all'interno dei confini del parco sono:

•          Santo Spirito a Majella - Roccamorice, monastero rupestre 1132 m s.l.m.

•          San Bartolomeo in Legio - Roccamorice, eremo rupestre 650 m s.l.m.

•          Sant'Onofrio all'Orfento - Caramanico Terme, eremo rupestre 900 m s.l.m.

•          San Giovanni all'Orfento - Caramanico Terme, eremo rupestre 1220 m s.l.m.

•          Sant'Onofrio - Serramonacesca, eremo rupestre 700 m s.l.m.

•          San Liberatore a Majella - Serramonacesca, tombe rupestri 350 m s.l.m.

•          Sant'Angelo - Lettomanoppello, eremo rupestre 650 m s.l.m.

•          Madonna della Mazza - Pretoro, santuario 1000 m s.l.m.

•          Grotta dell'Eremita - Pretoro, eremo rupestre 900 m s.l.m.

•          Grotta Sant'Angelo - Lama dei Peligni, eremo rupestre 1260 m s.l.m.

•          Grotta Sant'Angelo - Palombaro, chiesa rupestre 850 m s.l.m.

•          Madonna dell'Altare - Palena, santuario 1278 m s.l.m.

•          Grotta del Colle - Rapino, santuario 550 m s.l.m.

•          San Michele - Pescocostanzo, chiesa rupestre 1266 m s.l.m.

•          Madonna di Coccia - Campo di Giove, chiesa rupestre 1400 m s.l.m.

•          San Terenziano - Corfinio,eremo 350 m s.l.m.

•          Sant'Angelo in Vetuli - Pacentro, chiesa rupetre 450 m s.l.m.

•          Sant'Onofrio al Morrone - Sulmona, monastero rupestre 630 m s.l.m.

•          Santa Croce al Morrone - Sulmona, eremo 1379 m s.l.m.

Della lavorazione dei metalli abbiamo tracce dal XV secolo con le scuole orafe di Guardiagrele, nata con Nicola da Guardiagrele, e di Sulmona.

Tuttora si mantiene con le medesime tecniche di lavorazione a Guardiagrele, Sulmona e Pescocostanzo (ciondoli presentosa, orecchini a navicella e a sciacquaie, collane cannatora, anelli a curniola), affiancata da produzioni artigianali di gusto moderno.

A Pescocostanzo e Guardiagrele è inoltre presente la lavorazione del ferro battuto, del rame, martellato e sbalzato a mano, e dell'acciaio.

La produzione ceramica è stata favorita dall'abbondanza di argilla, acqua e folti boschi.

L'attività sopravvive nel paese di Rapino dove operò Fedele Cappelletti (1847-1920), esponente della ceramica dello Storicismo.

Attualmente la produzione riprende motivi decorativi tradizionali, quali il fioraccio, le roselline, il galletto, la decorazione a paese, quella a quartieri e quella ad uccelletti.

In passato la tessitura veniva praticata dalle contadine nelle serate invernali secondo tecniche di lavorazione tramandate di madre in figlia.

Con la lavorazione al telaio le donne realizzavano il proprio corredo e i tessuti per la famiglia.

La produzione oggi prosegue nei lanifici di Fara San Martino, Taranta Peligna e Sulmona dove vengono le coperte abruzzesi.

Nella zona era presente anche la lavorazione del merletto ed in particolare nei merletti a tombolo, tuttora presente a Pescocostanzo.

Era tradizionale opera dei pastori l'intaglio, scultura e incisione del legno, con la creazione di oggetti da lavoro, per uso domestico e per la cura della persona.

Ad Ateleta e a Montenerodomo vengono ancora costruiti tipici mobili rustici come culle, madie, sedie e panche.

A Pretoro gli artigiani continuano a creare col tornio e secondo le antiche tecniche mortai, matterelli, sedie, chitarre per la pasta, mestoli, e ad Abbateggio, Guardiagrele e Roccamorice si dedicano ancora alla produzione di mobili d'arte.

La tradizione è testimoniata negli arredi di alcune chiese quali l'Annunziata e San Panfilo di Sulmona, la Collegiata di Pescocostanzo e la parrocchiale di Campo di Giove.

Gli scalpellini di Pescocostanzo, Manoppello, Lettomanoppello e Pennapiedimonte creavano elementi architettonici e mortai ed acquasantiere.

Tuttora diversi laboratori lavorano la tenera pietra della Majella per realizzare caminetti, portali, capitelli, fontane, bassorilievi ed altri oggetti.

La cucina e le produzioni alimentari tipiche sono caratterizzate dalla produzione di olio extravergine d'oliva e del vino.

A Fara San Martino è presente una tradizionale produzione di pasta e altrove la produzione di salumi e formaggi.

Sulmona è nota per la tradizionale produzione di confetti e dolciumi

Tradizionale è anche la produzione del farro, capace di resistere ai climi freddi, di legumi, tartufi e funghi.

Presenza immancabile nella cucina tradizionale è il peperoncino.

tutti pazzi per la Civita

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