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Disastro Roma e Sicilia, ma al sud crescono le eccellenze

di Giorgia Pacino*

Il rapporto Ecosistema urbano di Legambiente: male la capitale e Napoli, Milano dal fondo classifica al 31° posto. A Torino il record di smog. I casi virtuosi di Oristano e Cosenza.

La migliore raccolta differenziata è a Mantova, l’aria più pulita si respira a Bolzano, a Pordenone si risparmia la maggior quantità d’acqua. Eccellenze ambientali di alcuni capoluoghi virtuosi, che fanno fare passi in avanti all’Italia sul fronte della sostenibilità.

Trainando anche grandi e piccoli centri, che ancora faticano ad adottare nuovi modelli urbani, come Roma e Napoli.

È la fotografia scattata da Ecosistema urbano 2017, il rapporto annuale di Legambiente sulle performance ambientali delle città italiane.

Mantova medaglia d’oro di eco-sostenibilità. Guidano la classifica della 24esima edizione del report Mantova, Trento, Bolzano, Parma, Pordenone e Belluno.

Sono i sei capoluoghi che hanno ottenuto le migliori eco prestazioni: alte percentuali di raccolta differenziata, ai primi posti per infrastrutture per la ciclabilità, fra le città più alberate e con la migliore qualità dell’aria.

Il punteggio è assegnato in base ai risultati ottenuti per ciascuno dei 16 indicatori considerati dal rapporto. Si va dal 76,80% di Mantova al 22,74% di Enna.

I capoluoghi sono stati valutati su sei tematiche principali: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.

“Nelle città si gioca una partita importante, è qui che passa la sfida dell’innovazione e della sostenibilità ambientale”, sottolinea la presidente di Legambiente Rossella Muroni.

“Per questo è fondamentale che a livello nazionale venga definito un piano per le città metropolitane, che garantisca investimenti economici e politiche coerenti per sostenere i comuni virtuosi ma, anche e soprattutto, per colmare vuoti di competenze e di volontà politica”.

Ultima Enna, male le siciliane, Roma e Napoli.

La coda della graduatoria ambientale urbana è occupata quest’anno da Enna (104°), Brindisi (103°) e Viterbo (102°).

Risultati mediocri negli indicatori considerati e lacune nella disponibilità di informazioni sullo stato di salute ambientale anche a Napoli (86°) e Roma (88°) . Nelle ultime dieci posizioni figurano cinque città siciliane: Siracusa (97°), Agrigento (98°), Catania (100°), Palermo (101°), Enna (104°).

“Affermare che la qualità ambientale è cosa che appartiene in via esclusiva alle piccole e medie città del Nord sarebbe però parziale e iniquo rispetto ad alcune realtà che lavorano e si trasformano anche in altre aree del Paese”, precisa Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente, che ha curato il report insieme a Mirko Laurenti.

Eccellenze anche a Sud e nei grandi centri. Il cambiamento coinvolge infatti anche i grandi centri urbani, come Milano che si è lasciata alle spalle il fondo della classifica arrivando quest’anno alla 31esima posizione. Le eccellenze, poi, sono anche al Sud. Con la sua decima posizione, Oristano figura nella top ten dei capoluoghi.

Ricicla più spazzatura (oltre il 70%) di tanti Comuni settentrionali e ha avviato un buon incremento del fotovoltaico pubblico. Cosenza, tredicesima nella classifica, in sei anni è passata dal 21% al 53% di raccolta differenziata.

“L’Italia del buon ecosistema urbano - spiega Fiorillo - è l’Italia che fa bene e spende bene le sue risorse, che si evolve e pianifica le trasformazioni future, che non s’accontenta dello scenario contemporaneo, che in uno o più ambiti produce ottime performance o raggiunge l’eccellenza.

Il rammarico è legato al fatto che questa eccellenza non riguarda in nessun capoluogo tutti gli aspetti della qualità ambientale e dei servizi al cittadino”.

Aria, a Torino record negativo di smog. Sono scesi da 49 a 36 i capoluoghi che superano per più di 35 giorni l’anno il tetto massimo delle polveri sottili.

Nel 2016, più di un capoluogo su tre ha oltrepassato il limite quotidiano del Pm10. A Torino e Frosinone, lo smog raggiunge livelli eccessivi per tre mesi l’anno.

In 31 città l’inquinamento atmosferico è oggi entro i limiti di legge, ma solo in 12 casi la qualità dell’aria si avvicina o è in linea con i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità.

A Torino spetta il record negativo per lo smog. Situazioni critiche anche per il biossido di azoto in 26 città. Sul fronte ozono, si riduce il numero di capoluoghi dove è stata superata la soglia di protezione della salute umana, ma restano i casi allarmanti di Genova e Alessandria con dati superiori al triplo del valore.

Rifiuti, raccolta differenziata in crescita. Negli ultimi cinque anni quasi tutte le grandi città hanno fatto registrare significativi passi avanti nella raccolta differenziata. Nel 2016 si è registrato un incremento del 2,27%, passando dal 45,15% del 2015 al 47,42% del 2016.

La migliore gestione dei rifiuti si fa a Pordenone, Treviso e Trento, tutte sopra l’80%. Al Sud, la migliore è Benevento. L’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 22 città.

Male le siciliane: Palermo, Enna, Caltanissetta, Agrigento e Siracusa sono sotto il 10%. Le grandi città italiane producono più rifiuti rispetto alla media europea, ma le percentuali di raccolta differenziata sono quasi sempre migliori: Torino e Milano avviano a riciclaggio una quantità di spazzatura quattro volte maggiore di quella di Madrid o Parigi.

Mezzi pubblici e bici, in otto città scelti per il 50% degli spostamenti.Nelle città italiane si affermano nuovi stili di mobilità. In otto capoluoghi più della metà degli spostamenti urbani avviene tramite trasporto pubblico, a piedi o in bicicletta: città grandi (Venezia, Bologna, Firenze, Milano, Torino), ma anche di medie dimensioni (Bolzano, Ferrara, Pisa).

Sono cinque invece le città che pedalano di più: a Bolzano, Ferrara, Pesaro, Reggio Emilia e Treviso almeno un cittadino su cinque utilizza la bici per i propri spostamenti.

Reggio Emilia è anche la città con più infrastrutture per la ciclomobilità, insieme a Cremona e Mantova. Cagliari offre invece la migliore offerta di bus per passeggero per chilometro di rete.

Un modello vantaggioso anche dal punto di vista economico. Si calcola infatti che, rendendo più efficienti i trasporti urbani delle 14 maggiori città italiane, si risparmierebbero 12 miliardi di euro all’anno. Quasi un punto percentuale di Pil.

Mobilità condivisa per un milione di italiani.

C’è poi il capitolo della mobilità condivisa: oggi un milione di italiani ricorre a car e bike sharing. Oltre 13mila bici per più di 200mila persone in 200 Comuni e 5.764 auto per oltre 700mila utenti. Firenze, Milano e Torino sono le città con la maggiore offerta.

Nonostante il ricorso alla sharing mobility, resta alto il numero di automobili private. Il tasso medio di motorizzazione è di 624 auto ogni mille abitanti.

A Madrid sono 411, a Londra 331 e a Parigi appena 166: Roma è la peggiore delle capitali europee con 610 auto ogni mille abitanti. Legambiente ha stilato anche la classifica delle città più “camminabili”, monitorando l’estensione delle isole pedonali nei Comuni capoluogo.

Negli ultimi tre anni di rilevazione, risulta stabile intorno a 0,40m2 per abitante. Le città che hanno un valore almeno doppio rispetto alla media sono 12: oltre al caso particolare di Venezia, sono Verbania, Terni, Lucca, Cremona, Firenze e Pescara.

Solo L’Aquila e Trapani non hanno ancora istituito alcuna isola pedonale.

Rete idrica ancora non per tutti e acqua potabile sprecata. Soltanto in 39 capoluoghi più del 95% degli abitanti sono allacciati alla rete idrica e solo 33 riescono a coprire la totalità della popolazione. Sono ancora 12 le città che non raggiungono l’80%, con Palermo, Treviso, Catania e Benevento che non arrivano nemmeno al 50%.

Ancora alta la quantità d’acqua potabile sprecata. Nel 2016 in 17 capoluoghi le perdite hanno superato il 50%, con punte di oltre il 60% a Frosinone, Vibo Valentia, Campobasso, Latina, Nuoro e Oristano.

Soltanto sei le città virtuose che riescono a contenere le perdite sotto il 15 per cento. Rispetto agli ultimi cinque anni si spreca molta più acqua a Bari, Palermo e Roma, mentre sembra esserci un’inversione di tendenza a Catania e Venezia.

Rumore, livelli eccessivi per l’80% del campione. Legambiente da anni monitora col Treno Verde il fonoinquinamento. Ha visitato undici città, riscontrando eccessivi livelli di rumorosità nell’80% dei campionamenti effettuati.

La legge quadro sull’inquinamento acustico prevede dal 1995 l’obbligo per i Comuni di realizzare un piano di classificazione acustica del proprio territorio, funzionale alle azioni di risanamento. Dopo 22 anni il 75% dei Comuni non solo non ha ridotto i rumori, ma non ha neppure approvato il piano.

Energie rinnovabili, a Brindisi record di fotovoltaico. In dieci anni il numero di Comuni in cui è installato almeno un impianto di fonti rinnovabili è passato da 356 a 7.978. È Brindisi la città con la maggior diffusione di pannelli solari fotovoltaici, con una media di 1,9 kW per abitante, seguita da Foggia e Ravenna.

In queste tre città il fotovoltaico produce più energia elettrica di quella consumata dai residenti. E sono 69 le città che hanno installato pannelli fotovoltaici su edifici pubblici. La prima è Bologna, con una potenza di fotovoltaico sui tetti di scuole e uffici pubblici che non ha pari in Italia.

Brescia la città con il maggior numero di alberi. Tra gli indicatori valutati da Legambiente, anche il tasso di verde presente in città. A quattro anni di distanza dall’approvazione della legge per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, soltanto il 62% dei capoluoghi è in grado di indicare il numero di alberi presenti sul territorio pubblico,

tra strade e parchi. Quattordici città hanno, nel contesto urbano, almeno un albero ogni quattro abitanti. Ventuno Comuni presentano una dotazione superiore a 20 alberi ogni 100 abitanti e le 6 migliori superano quota 30. In testa c’è Brescia, con 59 alberi ogni 100 abitanti.

*www.repubblica.it   

tutti pazzi per la Civita

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