San Felice, martire, nasce nel III secolo in Mauretania, e muore Laus Pompeia il 12 luglio 303.
Soldato di origine nordafricana, giunse a Milano come mercenario e ivi conobbe la fede cristiana.
Morì martire nell'odierna Lodi Vecchio ed è venerato dalla Chiesa cattolica come Santo.
Felice è ricordato insieme a Nàbore anch'egli probabilmente arrivato dalla Mauretania, in forza nell'esercito romano sotto l'imperatore Massimiano, in servizio nella zona di Milano.
Questi, insieme ai compagni d'arme mauritani Vittore e Nabore, si convertirono alla fede cristiana.
Con la persecuzione contro i cristiani, nel 303 venne ordinata un'epurazione dell'esercito e i tre soldati, secondo un racconto di Ambrogio da Milano, disertarono.
Vennero quindi processati e condannati a morte per decapitazione presso Lodi il 12 luglio, giorno in cui ancora oggi se ne ricorda il martirio. La sentenza fu eseguita sulla sponda del Sillaro a Laus Pompeia, odierna Lodi Vecchio, dove già esisteva una numerosa collettività cristiana, allo scopo di terrorizzare la popolazione.
Questa vicenda si intreccia con quella di santa Savina, che si prese cura di Nabore e Felice, confortandoli in carcere prima della loro morte e poi nascondendone i corpi che successivamente portò a Milano.
Il Martirologio romano fissa la memoria liturgica il 12 luglio.
Il corpo fu portato nella basilica milanese detta «naboriana».
Il culto pian piano decadde, e con esso la chiesa, fino a che nel XIII secolo i frati francescani non ravvivarono tutt'e due.
Nel 1799 fu traslato nella basilica di Sant'Ambrogio, ma alcune reliquie dei due martiri (Nabore e Felice) sparirono e furono ritrovate nel 1959, presso un antiquario a Namur, in Belgio.
In Abruzzo è Patrono di Pescocostanzo