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Giovanni Pansa, archeologo, storico,  nasce il 21 marzo 1865 a Sulmona, e muore all’improvviso il 19 gennaio 1929.

Studiò a Firenze presso il collegio “alle Querce” gestito dai padri Barnabiti dove conobbe illustri storici ed archeologi come Bertelli, Cacciari, Bruzza, De Feis, che ebbero su di lui una certa e determinante influenza.

Pansa manifestò sin da giovanissimo predilezione per le materie umanistiche e particolare interesse per la pittura, il canto e la poesia.

Dopo il conseguimento della licenza liceale si trasferì a Bologna per studiare medicina presso quell’Università.

Ben presto si accorse di non avere disposizione per quegli studi e per la professione di medico, per cui decise di cambiare indirizzo di studi iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza a Roma.

Nella capitale entrò in contatto con l’archeologo Battista De Rossi e si appassionò all’archeologia e alla numismatica.

Questi interessi lo portarono a prolungare il corso di studi più del dovuto laureandosi nel 1892.

Conobbe in quegli anni Benedetto Croce, Nunzio Federico Faraglia e Giustino Fortunato.

Durante gli anni universitari il Pansa pubblicò vari articoli e saggi su riviste regionali e nazionali.

Del 1892 sono tre lavori: La tipografia in Abruzzo dal sec. XV al sec. XVIII. Saggio critico bibliografico, La Bibliografia storica degli Abruzzi.

Terzo supplemento alla biblioteca Storico-Topografica degli Abruzzi di Camillo Minieri-Riccio, Elenco cronologico delle pergamene e carte bambagine pertinenti all’Archivio della Pia Casa della SS. Annunziata di Sulmona.

Dopo la laurea Giovanni Pansa decise di seguire i suoi interessi e le sue passioni, perciò si dedico agli studi storici piuttosto che esercitare l’attività forense come il titolo conseguito gli avrebbe consentito di fare.

Si riavvicinò all’Abruzzo e alla sua città natale, prima entrando a far parte della Società Abruzzese di Storia Patria e poi ottenendo una delega per l’istruzione elementare.

A Sulmona tornò definitivamente nel 1893 quando vinse le elezioni amministrative e divenne sindaco della città, carica che detenne per nove anni durante i quali dovette limitare il tempo dedicato ai suoi amati studi.

Nel 1893, in collaborazione con Giuseppe Celidonio e Pietro Piccirilli, fondò la Rassegna Abruzzese di Storia ed Arte.

Su questa rivista scrissero importanti firme del momento.

Lo stesso Pansa dette un notevole contributo attraverso la pubblicazione di articoli; sulla rivista inoltre egli pubblicò alcune parti del suo Giovanni Quatrario di Sulmona e un saggio sullo storico sulmonese Emilio De Matteis.

Qualche anno più tardi entrò a far parte del comitato di redazione del Bollettino della Società Storica Abruzzese.

Nel 1901 il Pansa partecipò al concorso per la direzione della Biblioteca Provinciale dell’Aquila, classificandosi quarto. Più tardi perse anche l’incarico alla segreteria della Deputazione di Storia Patria che nel frattempo si era sostituita alla Società di Storia Patria.

Questi eventi provocarono in lui dispiacere al punto di allontanarlo dalle cariche pubbliche per riservare più tempo ed energie alla famiglia e agli studi.

A risentire di questo suo disinteresse fu l’iniziativa dello storico Vincenzo Balzano di far rinascere la Rassegna.

Insieme a lui Pansa lavorò al progetto per la creazione di una nuova rivista, da intitolare Rassegna Abruzzese Illustrata, che si occupasse di letteratura, storia e arte ma anche di folklore, cioè di tradizioni, usi, costumi e poesia dialettale.

Il progetto non andò mai in porto anche a causa di varie disgrazie che colpirono Giovanni Pansa in quegli anni, tra cui la morte di due figlie e del fratello.

Da allora Pansa si dedicò esclusivamente allo studio, in particolare delle tradizioni popolari.

Nel 1924 pubblicò una monografia su Ovidio nel Medioevo e nella tradizione popolare e il primo volume di Miti, leggende e superstizioni d’Abruzzo.

Di quest’opera il secondo volume venne pubblicato nel 1927.

Non furono facili gli ultimi anni di vita di Giovanni Pansa a causa dei difficili rapporti con il mondo culturale e politico.

La sua connotazione politica di liberale lo mise in contrasto con la nuova ideologia fascista dominante e questo ebbe ripercussioni sui suoi rapporti col mondo culturale.

Venne infatti escluso dal Circolo di Conversazione di Sulmona, del quale aveva fatto parte per circa cinquant’anni.

Opere

Vari e numerosi sono gli scritti di Giovanni Pansa che abbracciano discipline diverse.

Ad oggi si contano circa duecentocinquanta titoli.

Oltre alle opere pubblicate da lui in vita ci sono opere postume.

Dopo la sua morte furono trovate tra le sue carte opere quasi terminate o in forma di bozza.

Completo era il terzo volume di Miti, leggende e superstizioni che venne pubblicato nel 1979 a cura di Franco Cercone.

In forma di bozza si presentavano le due opere: Bibliografia Storica degli Abruzzi. Supplemento dei supplementi e Catalogo descrittivo e analitico dei manoscritti riflettenti la storia d’Abruzzo, entrambe pubblicate grazie ad Aniceto Chiappini.

L’elenco completo delle opere è presente in Lettere a Giovanni Pansa pubblicato ad opera della Deputazione Abruzzese di Storia Patria.

tutti pazzi per la Civita

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