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Gioacchino VolpeGioacchino Volpe, storico, nasce il 16 febbraio 1876 a Paganica, e muore a Santarcangelo di Romagna il 1º ottobre 1971.

Finite le scuole elementari, si trasferì all'Aquila, per continuare gli studi, e poi a Santarcangelo di Romagna con tutta la famiglia.

Conseguita la maturità, nel 1895 si iscrisse all'Università di Pisa, presso la Scuola Normale, e fu allievo di Amedeo Crivellucci, con cui discusse la tesi di laurea e sulla cui rivista Studi storici pubblicò i suoi primi lavori dedicati alla storia di Pisa medievale.

A Pisa conobbe Giovanni Gentile, anch'egli allievo del Crivellucci.

Dal 1906 fu professore di storia moderna nell'Accademia scientifico-letteraria di Milano.

Prende parte come ufficiale alla prima guerra mondiale, ricevendo una medaglia d'argento al valore. Prima, durante e dopo la Prima guerra mondiale partecipa attivamente al dibattito politico e culturale italiano.

Nel 1919 è, insieme a Luigi Einaudi e Giovanni Gentile, tra i firmatari del manifesto del Gruppo Nazionale Liberale romano, che, insieme ad altri gruppi nazionalisti e di ex combattenti forma l'Alleanza Nazionale per le elezioni politiche, il cui programma politico prevede la rivendicazione di uno «Stato forte», anche se provvisto di larghe autonomie regionali e comunali, capace di combattere la metastasi burocratica, i protezionismi, le aperture democratiche alla Nitti, rivelatosi «inetto a tutelare i supremi interessi della Nazione, incapace di cogliere e tanto meno interpretare i sentimenti più schietti e nobili»

Di orientamento liberal-nazionalista e monarchico, nel dopoguerra si avvicinò a Mussolini.

Fu eletto nel cosiddetto listone fascista al Parlamento nella XXVII legislatura, dal 1924 al 1929.

Nel 1925 firmò il Manifesto degli intellettuali fascisti.

Dal 1924 al 1940 è professore di storia moderna poi nell'Università di Roma. Durante il regime fascista svolse un ruolo importante.

Si adoperò presso Mussolini per la liberazione dal confino e la concessione del passaporto a Nello Rosselli, suo vecchio allievo, e ad alcuni amici dei Rosselli, tra cui Piero Calamandrei.

Diresse fino al 1943 la Scuola di storia moderna e contemporanea e fu direttore della sezione storia medievale e moderna dell'Enciclopedia Italiana dal 1925 al 1937.

Fu segretario generale dell'Accademia d'Italia dal 1929 al 1934 e socio nazionale dell'Accademia dei Lincei dal 1935 al 1946.

Dopo l'armistizio di Cassibile aderì alla Repubblica Sociale Italiana e per questo, alla fine della guerra, fu allontanato dall'insegnamento e si dedicò completamente agli studi storici.

Il sovrano Umberto II, dall'esilio, lo insignì dell'Ordine al merito civile di Savoia per meriti scientifici, in seguito gli fu attribuito dallo stesso Umberto il titolo di conte.

Il figlio primogenito Giovanni fu un noto editore.

Gli interessi storiografici del Volpe nel corso degli anni si andarono spostando dal Medioevo all'età contemporanea. Formatosi alla scuola "positivistica" del Crivellucci, i suoi lavori furono sempre contrassegnati da una forte considerazione dei fattori economico-sociali delle vicende storiche.

La sua opera maggiore è considerata "Italia moderna", in 3 volumi pubblicati dal 1949 al 1952.

tutti pazzi per la Civita

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