Felice Santarelli, filologo, ellenista, nasce nel 1906 a Secinaro, e muore all’Aquila nel 1976.
Formatosi alla scuola di Ceci, Federico Halbherr, Mercati, Festa ed Heisemberg, compì gli studi universitari a Roma per poi trasferirsi in Germania.
Al rientro in Italia scelse di dedicarsi all'insegnamento dei giovani pur consapevole di rappresentare un'autorità internazionale nel campo della paleografia greca e della grammatica neoellenica.
La sua produzione consiste di pochi contributi di altissimo livello accademico e di alcuni saggi di natura divulgativa.
Dal 1941 era stato nominato Preside presso l’istituto magistrale dell’Aquila, dove concluse la sua carriera scolastica, anche se il suo sogno segreto era quello di terminarla al Liceo Classico.
Il Preside Felice Santarelli era un eccelso filologo, nonché grecista e latinista, studioso di lettere classiche.
Insomma un uomo di cultura di quelli che Ugo Spirito inseriva nell’albo di “Nuovo Umanesimo”.
Infatti allorché si recava in tutte le città d’Italia quando veniva nominato presidente di commissione agli esami di Stato, sapeva inserirsi con acume, intelligenza e competenza in tutte le varie discipline, “mettendo il becco”, come soleva ripetere, nei programmi di francese, inglese, tedesco, latino, filosofia e pedagogia.
Oltre che in italiano.
Un giorno ci fu una simpatica disputa, tra due compagni di classe, sul fatto se fosse esatto usare il termine SUCCUBE o SUCCUBO.
Chiamato in causa l’esperto Santarelli, questi diede ragione alla ragazza, sostenendo che la parola esatta fosse succube, ma il giorno seguente si presentò in classe e togliendosi il cappello tra la sorpresa generale esclamò: “Chiedo umilmente scusa all’amico Capaldi. Ho fatto le mie ricerche. Il termine succube è arcaico e superato. Si dice succubo”.
Un piccolo esempio per illustrare la grandezza e l’umiltà di questo personaggio che amava la scuola, i professori e soprattutto gli studenti per i quali aveva una profonda venerazione.
Famosa la sua decisione di consentire agli studenti un viaggio culturale di tre giorni a Firenze con relativo soggiorno.
Un viaggio premio per il comportamento esemplare che fu offerto con i fondi della cassa scolastica.
Il pensatore che maggiormente lo affascinò fu Socrate.
E da questo grande filosofo che non ha lasciato nulla di scritto, ma conosciamo il pensiero attraverso i suoi discepoli (vedi Platone) prelevò l’arte della MAIEUTICA.
Felice Santarelli soleva passeggiare sotto i portici o per il corso dell’Aquila (possibilmente lontano dalle correnti d’aria per evitare problemi alla sua salute alquanto cagionevole) sottobraccio agli studenti.
E li intratteneva parlando di filosofia, grammatica, latino, dei classici ma anche di politica (famose le sue lettere a Lorenzo Natali, suo allievo, per la costruzione della strada Rocca di Mezzo – Secinaro) e anche di sport.
Felice Santarelli sviluppò le idee di L. Ceci intorno origini della lingua anticipando le moderne "Teorie della Continuità" di quasi mezzo secolo.
Fonti: Dante Capaldi; Comune di Secinaro
Vedi anche: L'umanità di Felice Santarelli