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Innocenzo Manzetti. Inventore, nasce il 17 marzo 1826 ad Aosta, dove muore il 17 marzo 1877.

Alla voce "telefono" tutte le enciclopedie e i testi scientifici associano il nome di Antonio Meucci, o al massimo citano la storica disputa tra questi e lo scozzese Alexander Graham Bell.

E' comunque Meucci che viene universalmente riconosciuto come inventore dell'apparecchio che ha rivoluzionato la comunicazione mondiale dell'era moderna.

Ed invece il primo a realizzare un antenato del telefono è stato Innocenzo Manzetti: geniale inventore valdostano che si è occupato di acustica, d'idraulica, di elettricità, di meccanica e di astronomia.

Ha realizzato un prototipo di veicolo a vapore, un automa suonatore di flauto e una macchina per la pasta (l'unica invenzione da lui brevettata e riconosciuta ufficialmente), oltre ad una lunga serie di congegni vari.

E nel 1864 ha creato un vero e proprio telefono elettrico in grado di trasmettere la voce umana ad oltre mezzo chilometro di distanza.  prima sia di  Meucci che di Bell.

Lo presenta alla stampa nell’estate del 1865, e i giornali di tutto il mondo, per la prima volta in assoluto, annunciano che è stata trovata la possibilità pratica di trasmettere la parola a distanza per mezzo dell’elettricità.

L'allora sconosciuto Antonio Meucci, emigrato a New York, è anch'egli arrivato a qualcosa di simile, avendo realizzato intorno al 1854 un apparecchio per comunicare dal suo ufficio con la camera da letto dove sua moglie vi è costretta da una malattia.

Pochi mesi dopo aver letto la notizia, infatti, scrive ad un giornale americano “Io non posso negare al Signor Manzetti la sua invenzione” e ne illustra il suo prototipo, molto meno perfezionato di quello inventato ad Aosta.

Ma a causa del costo dei brevetti, né uno né l'altro brevettarono il loro ritrovato, ossia il telettrofono (Meucci) e il télégraphe vocal (telegrafo vocale) (Manzetti). Per la verità Meucci nel 1871 a registra un “caveat” del suo prototipo, una sorta di prenotazione di brevetto valevole per due anni, ma la sua indigenza non gli permise di trasformarlo in brevetto definitivo.

Il 14 febbraio 1876 lo scozzese, emigrato in America, Alexander Graham Bell deposita il brevetto del suo telefono.

Su questa rivoluzionaria invenzione negli anni successivi si scatena una vera e propria battaglia legale, allo scopo di cercare di approfittare dell'enorme ritorno economico che il telefono era in grado di regalare ai suoi primi realizzatori.

Da queste battaglie Bell ne esce vincitore materiale, nel senso che è l'unico a poterne sfruttare il brevetto.

La “storia ufficiale”, però, soprattutto quella più recente, ha restituito a Meucci i suoi indubbi meriti e la sua priorità “intellettuale” rispetto a Bell.

A fugare ogni dubbio circa la paternità dell'invenzione, l’11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto storicamente a Meucci la paternità del telefono.

tutti pazzi per la Civita

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