Fabio Cannella, politico, nasce il 17 luglio 1817 all’Aquila, dove muore il 27 settembre 1884.
Fu il primo sindaco dell'Aquila dopo la proclamazione del Regno d'Italia e, in seguito, ricoprì la carica di deputato e senatore per un totale di sette legislature.
Nacque all'Aquila il 17 luglio 1817 da Giuseppe e Maria De Angelis.
Compì gli studi di lettere e filosofia a Roma per poi fare ritorno, ancora giovanissimo, in Abruzzo.
Nel 1848, insieme ai concittadini Pietro Marrelli e Angelo Pellegrini, fu tra i protagonisti dei moti rivoluzionari che caratterizzeranno il Regno delle Due Sicilie e che porteranno Ferdinando II di Borbone alla concessione della Costituzione, il 17 gennaio.
In questo periodo, Cannella divenne comandante della Guardia Nazionale, per poi riprendere l'attività sovversiva in seguito al ritiro della Costituzione da parte del re, il 15 maggio.
La repressione borbonica lo condannò all'arresto, nel 1850; Cannella fu tenuto prigioniero nelle segrete del Forte spagnolo dove venne seviziato e torturato.
Gli venne inoltre inflitta la condanna a morte in seguito sostituita da nove anni di reclusione, alcuni dei quali patteggiati con l'esilio dal regno.
Fu costretto quindi a trasferirsi a Firenze dove si mise in contatto con i principali esponenti del Risorgimento italiano e, nel 1859, poté fare ritorno all'Aquila.
Qui — nonostante il clima di tensione e la palese avversione del comando borbonico che lo teneva sotto sorveglianza — riuscì a farsi eleggere sindaco della città.
Nel 1860, alla presa di Napoli da parte delle truppe garibaldine, istituì un governo provvisorio.
Con l'annessione al Regno d'Italia, la sua nomina a sindaco venne confermata da re Vittorio Emanuele II; l'anno seguente fu inoltre eletto presidente del Consiglio Provinciale, mantenendo la carica fino alla morte.
Nel 1865 fu eletto deputato per la sinistra storica nel collegio aquilano e, tra il 1867 e il 1870 fu iniziato in Massoneria nella Loggia Universo di Firenze per poi essere eletto, nel 1872, al Consiglio dell'Ordine del Grande Oriente d'Italia.
Alla riforma elettorale del 1882 non venne rieletto e questo lo fece cadere in una forte depressione.
Il 25 novembre 1883 fu eletto senatore del Regno d'Italia nella XV legislatura.
Morì all'Aquila il 27 settembre 1884.
Nel capoluogo abruzzese gli è stata dedicata la traversa di corso Vittorio Emanuele II che fiancheggia il palazzo Cipolloni Cannella.