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Cesare Battisti, irredentista, nasce il 4 febbraio 1875 a Trento, dove muore il 12 luglio 1916.

Si dedica, in Trentino e in Alto Adige, territori allora dell'Impero Austro-Ungarico, ad una intensa attività politica, conciliando gli ideali irredentisti e quelli socialisti.

Nel 1896 fonda il settimanale "L'avvenire del lavoratore".

Si batte per la creazione di una università italiana a Trento.

Nel 1911 viene eletto deputato al parlamento viennese.

Nello stesso parlamento sostiene apertamente e con numerosi interventi l'impossibilità di una soluzione del problema trentino nel quadro dell'impero Asburgico.

Si sposa con Ernesta Bittanti, nata Cremona, in Lombardia, dalla quale ha tre figli: Luigi, Livia e Camillo.

Il 17 agosto 1914, appena due settimane dopo lo scoppio della guerra austro-serba, abbandona il territorio austriaco e ripara in Italia.

Diventa subito un propagandista attivo per l'intervento italiano contro l’Impero Austro-Ungarico, tenendo comizi nelle maggiori città italiane e pubblicando articoli interventisti su giornali e riviste.

Il 24 maggio 1915, l’Italia entra in guerra.

Battisti si arruola volontario e viene inquadrato nel Battaglione Alpini Edolo.

Nell’agosto del 1915, per il suo sprezzo del pericolo in azioni arrischiate riceve un encomio solenne.

Il 10 luglio il Battaglione Vicenza, formato dalle Compagnie 59ª, 60ª, 61ª e da una Compagnia di marcia comandata da Cesare Battisti, di cui è subalterno anche il sottotenente Fabio Filzi, riceve l'ordine di conquistare il Monte Corno, sulla destra del Leno, in Vallarsa, occupato dalle forze austro-ungariche.

Nelle operazioni, molti Alpini cadono sotto i colpi austriaci, mentre molti altri sono fatti prigionieri.

Tra questi ultimi si trovavano anche Fabio Filzi e Cesare Battisti stesso che, dopo essere stati riconosciuti, sono tradotti e incarcerati a Trento.

La mattina successiva Battisti, insieme a Fabio Filzi, viene trasportato attraverso la città a bordo di un carretto, in catene e circondato da soldati, al Castello del Buon Consiglio.

Durante il percorso numerosi gruppi di cittadini e milizie, aizzati anche dai poliziotti austriaci, lo fanno bersaglio di insulti, sputi e frasi infamanti.

Durante il processo non si abbassa mai alle scuse, né rinnega il suo operato; ribadisce invece la sua piena fede all'Italia.

Respinge l'accusa di tradimento a lui rivolta e si considera a tutti gli effetti un soldato catturato in azione di guerra.

Alla pronunzia della sentenza di morte mediante capestro per tradimento, Battisti prende la parola e chiede invano di essere fucilato invece che impiccato, per rispetto alla divisa militare che indossa.

Il giudice gli nega questa richiesta e procede invece a far acquistare alcuni miseri indumenti da fargli indossare, dando seguito alla sentenza.

L'esecuzione ha luogo il 12 luglio 1916 nel cortile interno del castello del Buon Consiglio a Trento, (La fossa dei Martiri).

tutti pazzi per la Civita

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