Ciro Verratti, schermidore, nasce il 17 agosto 1907 ad Archi, e muore a Milano il 6 luglio 1971
La sua attività sportiva si svolse soprattutto nella seconda metà degli anni trenta, quando raggiunse importanti traguardi sia individuali sia di squadra.
Specialista del fioretto, conquistò cinque titoli mondiali (tra individuali e a squadre) tra il 1928 e il 1935, oltre al campionato italiano assoluto del 1939.
Il più importante risultato della sua carriera è però la medaglia d'oro nel fioretto a squadre conquistata alle Olimpiadi di Berlino del 1936, in una squadra composta anche da Giorgio Bocchino, Manlio Di Rosa, Giulio Gaudini, Gioacchino Guaragna e Gustavo Marzi.
Parallelamente all'attività agonistica, fin dal 1930 incominciò a collaborare con diverse testate come giornalista sportivo, fino a divenire nel 1961 inviato speciale per il Corriere della Sera, per il quale curò soprattutto cronache di ciclismo, in particolare al Giro d'Italia e al Tour de France.
Il suo ritratto (Atleta in attesa o Campione olimpico) a grandezza naturale venne eseguito nel 1932 da Lucio Fontana in una eccezionale scultura di gesso colorato di azzurro che dissolve la scultura nella pittura, esposto alla III Mostra d'Arte del Sindacato Regionale Fascista delle Belle Arti di Lombardia, oggi conservato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Morì in un incidente stradale.
Nel 1936 gli viene proposto di interpretare il protagonista, nel film di cappa e spada: Il Corsaro Nero, per la regia di Amleto Palermi, girato presso gli studi della Cines a Roma, sarà l'unica esperienza davanti alla macchina da presa. Sua compagna di lavoro fu Ada Biagini, anche lei campionessa di scherma.
Negli anni dal 1957 al 1961 partecipa, come giornalista, al programma di attualità sportive: Sala stampa sport, in onda, da Milano sulla RAI, le domeniche di campionato di calcio alle ore 11:45 nel secondo programma radiofonico.