Festa di Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, Patrona d’Italia e d’Europa: si celebra anche a Teramo, giovedì 29 Aprile 2010, nella chiesa di San Domenico (Quartiere Santo Spirito).
La Fraternita Laica Domenicana rinnova nella celebrazione eucaristica la solenne Promessa Domenicana. Nelle lettere di Caterina ai politici suoi contemporanei ricorda che il potere di governare la città è un “potere prestato” da Dio.
La politica, per la santa senese, è la buona amministrazione della cosa pubblica finalizzata ad ottenere il bene comune e non l’interesse personale.
Per far questo il buon amministratore deve ispirarsi direttamente a Gesù Cristo che rappresenta l'esempio più alto di Giustizia e Verità.Grande fu l’impegno di Caterina per la difesa della Fede e della Chiesa. Il testamento spirituale di Caterina:“Tenete per certo, figlioli, che io ho offerto la mia vita per la santa Chiesa”.
Il Progetto di San Domenico e il Giubileo del 2016 a 800 anni dalla conferma dell’Ordine dei Predicatori da parte del Papa.
di Nicola Facciolini
“Non basta prendere il sole, se non siamo capaci di regalarlo”(Paul Claudel).
Si celebra la Festa di Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, Patrona d’Italia e d’Europa. In Abruzzo, giovedì 29 Aprile 2010 nella chiesa di San Domenico (Quartiere Santo Spirito) di Teramo, la Fraternita Laica Domenicana rinnova nella celebrazione eucaristica la solenne Promessa Domenicana, pronunciata per la prima volta nella Professione laicale, nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, nello studio, nella predicazione e nell’impegno evangelico quotidiani.
Nel riconoscimento dell’opera del domenicano Padre Benedetto Carderi, cittadino onorario di Teramo, storico, autore di numerosi libri tra cui “I Domenicani a L’Aquila”, artefice nell’Anno del Signore 1939 del ritorno dei Domenicani a Teramo e della fondazione della Cattedra Cateriniana. Forse non tutti sanno che Santa Caterina da Siena è Patrona d’Italia insieme a San Francesco d'Assisi e Patrona d’Europa insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce.
Con Santa Teresa d’Avila, Caterina ha il titolo di Dottore della Chiesa Universale.
Nel 1461 Santa Caterina da Siena fu canonizzata da Papa Pio II e nel 1866 fu dichiarata compatrona di Roma. Caterina nacque il 25 marzo 1347.
Ventiquattresima figlia del tintore Jocopo Benincasa e di Lapa de'Piagenti, alla tenera età di sei anni Caterina ha la sua prima emblematica visione del Cristo in abiti pontificali.
L’anno successivo nel suo cuore emette già il voto di verginità.
Dopo aver superato eroicamente molti ostacoli frapposti dalla famiglia alla sua vocazione, a 16 anni Caterina ottiene d’indossare l’abito del Terz’Ordine Domenicano.
Fino ai vent’anni vive una vita molto ritirata nella continua preghiera e nell’intensa penitenza.
Gesù la favorisce di molte visioni ed ammaestramenti, ponendo le basi della sua ascesa spirituale, che si concentra nella conoscenza di sé (“colei che non è”) per umiliarsi, e di Dio (“Colui che è”) per crescere nel Suo Amore.
Il demonio la tormenta con numerose tentazioni. Questo periodo culmina con le “nozze mistiche” e con l’invito divino ad unire alla carità verso Dio un attivo amore del prossimo. Dedicò la sua vita al raggiungimento della pace e della salvezza degli uomini ed all’assistenza ai bisognosi e dei malati.
Cominciò a inviare lettere di conforto, di consigli e di esortazioni a quanti imploravano un suo intervento.
Le sue lettere a sovrani, condottieri e letterati suscitarono una grande attenzione e in pochi anni Caterina riuscì ad esercitare il suo benefico influsso, contribuendo a risolvere controversie politiche.
Nelle lettere ai politici suoi contemporanei ricorda che il potere di governare la città è un “potere prestato” da Dio. La politica, per la Santa Senese, è la buona amministrazione della cosa pubblica finalizzata ad ottenere il bene comune e non l’interesse personale.
Per far questo il buon amministratore deve ispirarsi direttamente a Gesù Cristo che rappresenta l’esempio più alto di Giustizia e Verità. Ben presto la sua fama di “donna di pace” si estese: si recò ad Avignone e riuscì a convincere il pontefice Gregorio XI a riportare dopo 70 anni la sede papale a Roma.
Scoppiato lo Scisma d’Occidente il 20 settembre del 1378, Caterina si adopera in ogni modo, con la preghiera, l’offerta sacrificale di sé, la parola, le lettere, per sanarlo e riportare la Chiesa alla coesione. Buona parte delle 381 lettere dell’Epistolario ne danno testimonianza.
Per rendere più incisiva la sua opera a favore della Chiesa, papa Urbano VI la chiama a Roma, dove Caterina trascorse gli ultimi due anni della sua vita. Il testamento spirituale di Caterina è il seguente:“Tenete per certo, figlioli, che io ho offerto la mia vita per la santa Chiesa”.
Spirò dolcemente il 29 aprile 1380 pronunciando le parole: “Padre nelle tue mani affido il mio spirito”.
Il suo corpo, dopo cinque giorni viene sepolto nella basilica domenicana di S. Maria sopra Minerva (vicino al Pantheon) dove giace tuttora sotto l’altare maggiore.
In un articolo di Diega Giunta, pubblicato sull’Osservatore Romano il 12-13 aprile 2010, scopriamo l’affermazione icastica, sintesi del pensiero di Caterina da Siena, sul mistero e sul ministero sacerdotale:“El tesoro della Chiesa è el sangue di Cristo, dato in prezzo per l’anima (...) e voi ne sete ministro”.
L’essenza della prima lettera (la 209) che Gregorio XI riceve dalla santa senese poco dopo il suo arrivo a Roma (17 gennaio 1377).
Una lettera attuale, ancora oggi sconvolgente ma necessaria per la difesa della Chiesa dagli assalti dell’inferno.
Il Progetto di San Domenico è oggi la grandezza, per molti ancora ignota, di un ideale di fede, vita, azione, pensiero, speranza, gioia e carità che, nonostante la cultura laicista e nichilista imperante, non perde mai di attualità, anzi affascina, tanto che si trova in perfetta sintonia con il progetto di Nuova Evangelizzazione» che il Servo di Dio, Giovanni Paolo II, ha promosso per portare agli uomini del nostro tempo, Cristo Risorto, la «Verità che libera».
La Scuola di preghiera non vuole e non può essere o ridursi a un’espressione culturale di una fede “part-time” per laici impegnati o meno.
La Scuola di preghiera permanente, è un dovere per ogni cristiano.
Può essere utile per cercare di rispondere all’esigenza di numerose persone, che sentono il bisogno di pregare e sono alla ricerca di spazi di silenzio e di incontro col Signore. Vogliamo e dobbiamo imparare a pregare, prima di insegnare a farlo. Come? Pregando alla Scuola di un solo Maestro, Gesù, aiutati dalla Madre di Dio, Maria, la nostra Avvocata in Cielo e sulla Terra. Abbiamo chiarito che il Centro di gravità, l’anima della preghiera, è mettersi alla Presenza di Dio, di Gesù, che ci condurrà per mano nel nostro cammino di preghiera. Gesù ha parlato molto di preghiera: quasi ogni pagina del Santo Vangelo è una preghiera ed ogni incontro con un uomo o una donna è una Lezione sulla preghiera.
Gesù risponde sempre a chi ricorre a Lui con un grido di Fede (il cieco di Gerico, il centurione, la Cananea, Giairo, l’emorroissa, Marta, la vedova che piange sul figlio, Maria a Cana). Gesù ha raccomandato molto di pregare incessantemente per superare i problemi e le tentazioni della vita quotidiana.
Gesù ha comandato di pregare per vincere il male. Gesù pregava molto, passava intere notti a pregare, a parlare col Padre, ad ascoltarlo, per imparare a fare sempre la sua volontà. “Gesù, insegnaci a pregare!” – chissà quante volte queste parole accorate del popolo in ascolto della Sua Parola, sono state elevate al Cielo.
E Gesù ha risposto.
Ha dato un modello di preghiera, il Padre nostro.
Che Papa Benedetto XVI ci ha spiegato nella prima parte del suo libro dedicato alla figura storica di Gesù di Nazareth. La lettura personale e comunitaria di alcuni brani della Sacra Bibbia, la preghiera dei Salmi, la risonanza semplice e discreta, l’atteggiamento di adorazione dinanzi al SS.mo Sacramento, il silenzio assoluto, come insegnano i Dottori della Chiesa, ci permettono di creare un clima di ascolto, di adorazione, di dialogo sentito con Gesù, Signore della nostra vita. Uniti dall’unico
Maestro Gesù, a pregare, possiamo contemplare, adorare, implorare aiuto, chiedere misericordia, lodare, ringraziare.
Questa è stata la vita di San Domenico e di Santa Caterina e di tutti i Santi di Dio.
Per questo riteniamo necessario uno spazio di preghiera comunitaria, come base e stimolo per la preghiera personale e familiare di quanti vogliono percorrere con costanza il cammino della fede cristiana oggi sempre più in pericolo nella nostra stessa Italia ed Europa.
La Scuola di preghiera, animata da religiosi e sacerdoti, seguendo l’insegnamento di San Paolo, deve essere aperta a tutti: ragazzi, adolescenti, giovani e adulti, di qualsiasi movimento, ceto sociale e realtà ecclesiale. L’autoreferenzialità è sinonimo di asfissia.
Dobbiamo cercare di camminare con semplicità alla luce della Bibbia, per imparare a pregare pregando, alla presenza di Gesù Maestro, meditando sulle disposizioni di “auto-governo” della Fraternita Laica Domenicana, necessarie per poter pregare con frutto in umiltà, coscienti che Dio ci ama sempre, con la volontà di ringraziare sempre Dio per l’amore e la sofferenza quotidiana.
Dobbiamo meditare sui modelli che l’Antico Testamento ci offre di uomini e donne di fede e preghiera operosa (Mosè, Davide, Salomone, Giuditta, Isaia, Ester), su Gesù che prega e sul modello di Maria orante.
Quindi sulla preghiera di pentimento, di implorazione, di ascolto e di ringraziamento.
Scrive nel 2006 fra Carlos Azpiroz Costa, O.P., Maestro dell’Ordine dei Predicatori, nella sua Lettera giubilare:“è incominciata una novena di anni che culminerà con il Giubileo del 2016, 800 anni dalla conferma dell’Ordine dei Predicatori da parte del Papa”. I capitolari del recente Capitolo Generale di Bogotá hanno chiesto che il tempo tra questi anni di Giubileo “sia consacrato a un serio rinnovamento della nostra vita e missione di predicatori del Vangelo”.
Interessa i Laici Domenicani e tutta la Chiesa.