Santa Gemma
Sulla pastorella, diventata Santa dopo aver difeso con dignitosa fermezza la propria verginità dalle insidie di un prepotente feudatario, esiste un contrasto di date.
Nasce a San Sebastiano dei Marsi, oggi frazione di Bisegna, nella provincia dell’Aquila, in Abruzzo, c'è chi scrive nel 1370 e chi invece afferma cinque anni più tardi.
La sua era una famiglia di poveri pastori e la piccola Gemma si adoperò subito ad aiutare i genitori pascolando il non numeroso gregge.
Ben presto però la famiglia Spera, in cerca di lavori più redditizi si trasferì a Goriano Sicoli dove la pastorella continuò a lavorare facendosi apprezzare anche dagli abitanti del paese per la sua dolcezza e la sua bontà.
Aveva poco più di dieci anni quando in un pascolo vicino al paese fu notata da Ruggiero, conte di Celano, che cominciò a insidiarla con subdole lusinghe e successivamente con una perfida insistenza.
I tentativi del nobile marsicano si ripeterono nei giorni successivi, ma la resistenza della disperata fanciulla non ebbe cedimenti. A questo punto esistono tre tesi diverse e contrastanti.
La prima si riferisce al fatto che il conte Ruggiero, sorpreso dal contegno fermo e risoluto della pastorella le fece costruire una povera ed angusta stanzetta a fianco della chiesetta di San Giovanni Battista.
La seconda si riferisce all'ipotesi che il signorotto di Goriano, adirato per l'ostinato rifiuto della giovinetta l'avesse fatta rinchiudere in quello che doveva diventare il suo eremo.
La terza tesi riguarda la decisione della fanciulla che, stanca del persistere delle insidie da parte del nobile, decise di rinchiudersi in quello che diventò il suo carcere spontaneo, ma a vita.
È certa comunque la data della sua morte, avvenuta il 12 maggio 1426, a 54 anni dopo una segregazione di 42 anni vissuti fra preghiere e meditazioni.
Il lasso di tempo fra beatificazione e santificazione, che in altri casi segue sempre tempi più lunghi, nel caso della fanciulla marsicana fu brevissimo.
Ciò avvenne perché Papa Leone XIII, ormai convinto dei meriti della beata, la dispensò, dal processo ordinario e il 27 marzo 1880 la Sacra Congregazione dei Riti la innalzò alla gloria degli altari.
I miracoli Alcuni prodigi furono contemporanei alla sua morte.
Si racconta infatti che, nel momento in cui la sua anima saliva al ciclo, la sua povera stanzetta fosse inondata da una forte luce e nello stesso tempo si diffondesse un suono di campane senza l'intervento di alcuno. Altri miracoli sono avvenuti nel secolo intercorso dalla data di santificazione fino ad oggi e vi sono state molte guarigioni nei fedeli gravemente ammalati che hanno pregato presso la sua tomba.
Il Santuario II corpo di Gemma Spera fu sepolto nella stessa stanzetta dove aveva trascorso la sua vita di rinunce per poco meno di mezzo secolo.
Un anno dopo la sua morte, in seguito ad un'ispezione del Vescovo di Valva e di Sulmona Benedetto Giudotti, i resti mortali di Santa Gemma furono traslati nella chiesa di San Giovanni Battista che da quel momento diventò Santuario di Santa Gemma Spera.
Ogni anno, alla vigilia dei festeggiamenti che cadono il 12 maggio, arrivano a Goriano Sicoli i fedeli di San Sebastiano dei Marsi, accolti sempre con un grande entusiasmo come per un gemellaggio di devozione fra gli abitanti di due vallate: quella Subequana e l'altra del Giovenco.
Si forma un corteo e fra i pellegrini c'è una fanciulla in costume d'epoca che reca un cero in mano e tutti vanno a visitare la povera casa della Santa.
Il santuario che un tempo, prima di essere dedicato a Santa Gemma, lo era a San Giovanni Battista, presenta una facciata con tre portali barocchi, mentre nell'interno viene conservata una bella tela di Teofilo Patini raffigurante Sant'Antonio abate.
Vedi anche: Teofilo Patini