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Luigi Polacchi, poeta e scrittore, nasce il 18 febbraio 1894 a Penne, e muore a Pescara il 14 luglio 1988.

Autore di numerose opere poetiche in lingua italiana e alcune in vernacolo abruzzese.

Ebbe giudizi lusinghieri da Benedetto Croce, Giuseppe Antonio Borgese, Gabriele D'Annunzio, Luigi Pirandello ed altri.

Con il poema epico "Italide" di oltre 58.000 versi suddivisi in 62 canti Polacchi si è proposto come cantore del Risorgimento italiano. Il suo "Poema nazionale degli italiani" resta sicuramente il più eminente tentativo di leggere il Risorgimento in chiave lirico-epica.

Già i primi versi "Cantiam la Patria o bel coro italiano/ come risorse una libera e forte..." annunciano il suo gusto classico e antidecadente. Per la sua vasta opera poetica il nome di Polacchi fu segnalato alla commissione del premio Nobel nel 1975, lo stesso anno in cui il premio fu assegnato al poeta italiano Eugenio Montale.

Come saggista ha scritto una storia politica e letteraria degli Abruzzi: Da Melchiorre Delfico a Clemente De Caesaris.

Come studioso di letteratura ha lasciato commenti critici sulle opere di Giovanni Papini, Clemente De Caesaris, Cesare De Titta, Melchiorre Delfico, Modesto Della Porta ed altri.

Come memorialista ha raccontato le vicende della Grande guerra nelle Memorie di un sottotenente.

Fu volontario nella Prima Guerra Mondiale, combattente sull'Isonzo e ad Asiago e raggiunse il grado di Tenente Colonnello di complemento di fanteria.

Dopo gli studi compiuti nelle sedi di Penne, Ascoli Piceno, Firenze, Bologna e Roma, fu docente di italiano e latino nel Liceo d'Annunzio di Pescara e nel Liceo Augusto di Roma; ricoprì l'incarico anche presso l'Istituto Italiano di Bruxelles.

Fu incaricato di presidenza di istituto e reggente del Provveditorato agli Studi di Pescara, presidente del Conservatorio Pareggiato "Luisa d'Annunzio"; condirettore della rivista "Tempo Nostro", redattore del "Saggiatore" e collaboratore di altre prestigiose riviste letterarie.

Nel periodo compreso tra gli anni trenta e cinquanta la sua casa di Pescara, fu cenacolo letterario a cui presero parte anche personalità importanti e note come Giovanni Gentile, Ennio Flaiano, Ignazio Silone, Domenico Tinozzi, Michele Cascella.

Dedicò molte energie alla promozione culturale dando un fondamentale contributo al Libero Istituto che sarebbe diventato nel 1948 l'Università Abruzzese degli Studi Gabriele d'Annunzio con sede a Chieti e Pescara.

Il prof. Candido Greco, in un articolo apparso nella Rivista Abruzzese - Rassegna Trimestrale di cultura (Anno LIX - 2006 - N. 2) riconosce in Luigi Polacchi il vero fondatore di questa università.

Polacchi fu tra i primi a capire le potenzialità di crescita della città di Pescara, antico borgo marinaro unificato con Castellamare Adriatico e poi creata capoluogo di provincia nel 1927.

La città ebbe un rapidissimo sviluppo nel dopoguerra e Polacchi coniò il nome Teaterno per la futura metropoli che nella sua visione avrebbe riunito in un'unica città i due capoluoghi di Chieti e Pescara.

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