Giannina Milli
Una donna abruzzese protagonista del nostro risorgimento
di Elisabetta Mancinelli
Giannina Milli nasce il 24 maggio 1825 a Teramo, in una casa adiacente al duomo.
E' una delle figure femminili più rappresentative non solo della nostra regione ma anche della storia politica e culturale italiana, che con la sua vita e il suo operato, ha contribuito alla nascita del nostro Paese.
Grande esempio di impegno civile, poetessa educatrice e patriota è una delle donne che hanno fatto l’Italia, la protagonista di quel Risorgimento invisibile la cui figura gli storici stanno riportando alla luce dopo un lungo periodo di oblio.
La madre, Regina Rossi, figlia di un libraio della città, le insegnò a leggere e a recitare sonetti, tanto che a soli cinque anni Giannina sapeva declamare versi ed improvvisare componimenti.
Nel 1832, dopo che la famiglia si era trasferita temporaneamente a Chieti, Giannina si esibì per la prima volta su un palcoscenico, insieme ad una compagnia itinerante di comici, recitando alcuni versi della Divina Commedia e della Gerusalemme Liberata.
Il successo fu tale che il re di Napoli volle conoscerla e si impegnò a farla studiare in un collegio femminile.
Non si applicò allo studio, lesse molto da sola e si affidò a Giuseppe Regaldi, noto poeta improvvisatore.
Imparò così a comporre versi sempre più raffinati e soprattutto a perfezionare la sua capacità innata di improvvisatrice.
Giannina si esibì il 24 giugno 1847 nel teatro di Teramo dinanzi ad un folto pubblico: fu un trionfo.
Il giornale romano “ Fanfulla”, che pubblicò una recensione dell’avvenimento, contribuì a diffondere la fama della poetessa, che da allora continuò ad improvvisare in molte città italiane.
Spinta da un grande amore patrio componeva anche canti patriottici, in cui esaltava eroi, glorie e speranze del Risorgimento.
Ebbe molto a cuore la causa unitaria nazionale, per questo i suoi versi furono vietati e fu minacciata di prigionia come testimonia Oreste Raggi nella sua “Biografia di Giannina Milli”.
"per il suo poetare troppo libero ella veniva accusata di repubblicanismo e minacciata di prigionia; onde dovette per due o tre mesi guardarsi, e una raccolta dei suoi versi pubblicata in Teramo, divenne libro pericoloso a chi lo possedeva….".
La sua raccolta “Poesie” divenne libro proibito; molti che lo avevano acquistato lo nascosero, mentre le copie ancora possedute dalla famiglia dell’autrice furono bruciate per timore di ritorsioni. Gli eventi politici del 1848 costrinsero la donna a ripiegare su studi solitari.
Dopo la prima guerra di indipendenza la Milli, considerata ormai la più grande poetessa improvvisatrice italiana, riprese a girare l’Italia: Roma, Ferrara, Firenze, Siena, dove "osava cantare di patria, di cittadine virtù, di militare valore, osava ricordare l’Italia là dove e quando d’Italia anche il solo nome era delitto pronunciare" (Raggi).
Le sue “serate”, durante le quali declamava versi composti all’istante su temi proposti dal pubblico presente in sala, avevano soprattutto lo scopo di accendere gli animi a sentimenti patriottici.
I suoi viaggi costituivano un momento di propaganda e partecipazione culturale e politica al movimento nazionale, come attesta, anche, il suo ricco epistolario.
Nel 1859, dopo aver improvvisato a Bologna alcuni versi in memoria di Galileo, in cui faceva riferimento alla situazione politica contemporanea, ricevette l’ordine di lasciare la città.
Nonostante l’opposizione del governo pontificio, Bologna coniò, insieme a città come Perugia, Lucca, e la natia Teramo, medaglie in onore della poetessa.
Anche le donne di Milano, dove Giannina si era recata dopo la liberazione della città, vollero coniare una medaglia d’oro con la sua immagine: aveva commosso il pubblico milanese.
Nel 1859 fu ricevuta dal Manzoni.
Giannina dopo la proclamazione dell’ unità d’Italia, tornò a Napoli, dove ricevette da Francesco De Sanctis, allora direttore della Pubblica Istruzione, "una pensione in testimonio di onore…ed è giusta cosa che un libero governo apprezzi la virtù quale essa sia e la rimuneri, perché non solo con le armi, ma con la sapienza e con l’esercizio di ogni virtù cittadina, si onora, si assetta e si fa grande e rispettato un popolo" (Raggi ).
Ripresi i viaggi, Giannina continuò a manifestare il suo impegno civile.
A Firenze improvvisò, in teatro, versi in onore di Cavour e di Garibaldi.
Fu in amicizia e in corrispondenza con intellettuali e politici tra i quali Alessandro Manzoni, il critico letterario Francesco De Sanctis, lo storico Pasquale Villari, i poeti Giovanni Prati e Aleardo Aleardi, il memorialista Luigi Settembrini e lo scrittore Alceste De Lollis; tra le amiche oltre alla contessa Clara Maffei che la ospitò spesso nel suo salotto, anche Luigia Codemo, Eugenia Fortis, Emilia Peruzzi e Cesira Pozzolini.
E, sempre a Firenze, il 14 maggio 1865, nacque l’Istituzione Milli che, finanziata dal testamento di Giannina, avrebbe premiato, dopo la sua morte, fanciulle meritevoli e bisognose.
Tra le vincitrici del premio vi fu Ada Negri con il racconto Fatalità.
All’istituzione parteciparono, tra gli altri, Niccolò Tommaseo e Luigi Settembrini.
Nel 1865, mentre la Milli meditava di ritirarsi dalla vita pubblica, fu nominata, dal ministro della Pubblica Istruzione, Ispettrice delle scuole e elementari di Napoli.
Nel 1872, dopo l’annessione di Roma, fu chiamata a dirigere la Scuola Normale superiore femminile da poco costituita, in cui successivamente insegnò storia e morale.
Nel 1876 sposò Ferdinando Cassone, ispettore scolastico e lasciò il suo incarico di direttrice per seguire il marito nei suoi spostamenti, quando questi divenne Provveditore agli Studi di Caserta di Bari e poi di Avellino.
Dopo pochi anni di felicità, suo marito si ammalò di una lunga malattia, nella quale la moglie lo assistette assiduamente fino alla morte.
Giannina Milli si spense a Firenze l’8 ottobre 1888, stroncata dal dolore di aver perduto, in poco tempo, la madre ed il marito. Paolo Boselli, allora ministro della Pubblica Istruzione, così scrisse al Municipio di Firenze per commemorarla: "La poesia dell’anima italiana brillava nell’estro di Giannina Milli per il trionfo degli ideali patriottici.
Non si può vedere senza mestizia spegnersi questa luce, che nei giorni delle prove ha confortato gli animi trepidanti" (Raggi).
Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli. Email : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
I documenti e le immagini sono tratti dall’Archivio di Stato di Teramo e da : “ Biografia con alquante poesie inedite” di Oreste Raggi, “Milli Giannina” di Raffaele Aurini, “L’Ottocento di Giannina Milli”: mostra storica e documentaria dell’ Istituto Magistrale Statale “G. Milli” Teramo.