San Nicola di Bari, noto anche come San Nicola di Myra, San Nicola Magno, San Niccolò, San Nicolò, nasce il 15 marzo 270 a Patara di Licia, e muore a Myra il 6 dicembre 343, vescovo di Myra in Licia (oggi Demre).
E' venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane.
È noto anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come Babbo Natale.
Le sue reliquie sono conservate a Bari, traslate l'8 maggio 1087, e Venezia.
Nacque probabilmente a Pàtara di Licia, tra il 261 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti.
Cresciuto in un ambiente di fede cristiana, perse prematuramente i genitori a causa della peste.
Divenne così erede di un ricco patrimonio. In seguito lasciò la sua città natale e si trasferì a Myra dove venne ordinato sacerdote.
Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo.
Imprigionato ed esiliato nel 305 durante le persecuzioni emanate da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l'attività apostolica.
Non è certo che sia stato uno dei 318 partecipanti al Concilio di Nicea del 325: secondo la tradizione, comunque, durante il concilio avrebbe condannato duramente l'Arianesimo, difendendo la fede cattolica, e in un momento d'impeto avrebbe preso a schiaffi Ario.
Gli scritti di Andrea di Creta e di Giovanni Damasceno confermerebbero la sua fede radicata nei principi dell'ortodossia cattolica.
Ottenne dei rifornimenti durante una carestia a Myra e la riduzione delle imposte dall'Imperatore.
Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion.
Il culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo 25 chiese a Costantinopoli erano a lui dedicate), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell'abitato di Myra.
Numerosi scritti in greco ed in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio.
San Nicola è così diventato già nel Medioevo uno dei santi più popolari del Cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati.
Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.
Anche per questo episodio, è venerato come protettore dei bambini e dei fanciulli.
È il patrono di Lungro capitale degli Arbereshe continentali, sede dell'Eparchia di Rito greco-bizantino
Le sue spoglie furono conservate nella cattedrale di Myra fino al 1087.
Viene festeggiato il 6 dicembre.
Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari (al tempo dominio bizantino) e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo.
Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì di circa metà dello scheletro di Nicola, che giunse a Bari l'8 maggio 1087.
Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono.
Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari.
L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta.
Da allora San Nicola divenne copatrono di Bari assieme a San Sabino e le date del 6 dicembre (giorno della morte del Santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città.
Il Santo era anche presente, fino al XIX secolo, sullo stemma della città tramite un cimiero.
È poco noto che Venezia spartisce con Bari la custodia delle reliquie di San Nicola.
I Veneziani, infatti, non si erano rassegnati all'incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra, dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa.
Tuttavia qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altare maggiore, ma in un ambiente secondario.
Fu in tale ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di minuti frammenti ossei che i baresi non avevano potuto prelevare.
Questi vennero traslati nell'abbazia di San Nicolò del Lido.
San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima e la chiesa divenne un importante luogo di culto.
San Nicolò era infatti venerato come protettore dei marinai, non a caso la chiesa era collocata sul Porto del Lido, dove finiva la laguna e cominciava il mare aperto.
A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello sposalizio del Mare.
Solo in tempi recenti, l'autenticità delle spoglie veneziane è stata accertata, ponendo fine a una secolare contesa fra le due città.
Il suo emblema è il bastone pastorale (simbolo del vescovato) e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d'oro) queste in relazione alla leggenda della dote concessa alle tre fanciulle.
Nello stemma di Collescipoli (Terni) è rappresentato a cavallo con un fanciullo alle sue spalle.
Tradizionalmente viene quindi rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale. L'attuale rappresentazione in abito rosso bordato di bianco origina dal poema A Visit from St. Nicholas del 1821 di Clement C. Moore, che lo descrisse come un signore allegro e paffutello, contribuendo alla diffusione della figura mitica, folkloristica, di Babbo Natale.
Nella Chiesa ortodossa russa San Nicola è spesso la terza icona insieme a Cristo e a Maria col bambino nell'iconostasi delle chiese.
Il Santo è patrono di marinai, pescatori, farmacisti, profumieri, bottai, bambini, ragazze da marito, scolari, avvocati nonché delle vittime di errori giudiziari.
È patrono inoltre dei mercanti e commercianti.
San Nicola è patrono di numerose località in Europa, tra le quali:
• Sint-Niklaas (Provincia di Fiandre Orientali)
• Saint-Nicolas (Provincia di Liegi)
• Acebedo della comunità autonoma di Castiglia e León
• Alhama de Almería della comunità autonoma dell'Andalusia
• Fresno de Cantespino della comunità autonoma di Castiglia e León
• Masueco della comunità autonoma di Castiglia e León
• Requena della comunità autonoma Valenciana
San Nicola probabilmente è il santo che vanta il maggior numero di patronati in Italia; è il protettore di numerose località italiane, tra le quali 271 comuni
In molte località dell'Italia settentrionale, come a Lecco, il giorno di San Nicola, il 6 dicembre, insieme alla vigilia, è una festa molto radicata nella tradizione, come in tutte le terre dell'ex Impero austro-ungarico (in particolare nella provincia di Trieste, a Gorizia, in Carnia, in provincia di Belluno, in Trentino e in tutto l'Alto Adige): ci si riferisce alla leggenda secondo la quale il Santo regalò a tre bambini poveri tre mele rosse che nottetempo si tramutarono in oro garantendo il loro sostentamento.
Così i bambini scrivono a San Nicolò (o sankt Niklaus) una letterina che lasciano sul tavolo della cucina la sera precedente la festa e la mattina del 6 dicembre, trovano sul cuscino (a seconda delle tradizioni) una mela lucida e tonda, dolcetti, mandarini, biscotti, cioccolato, mandorlato e doni; per i bambini bricconcelli si mette anche un pezzettino di carbone, che adesso è fatto di zucchero.
In questa occasione a Trieste si canta la canzoncina:
« San Nicolò de Bari
xè la festa de i scolari
se i scolari no i fa festa
ghe tajeremo la testa. »
A Bari il culto è molto sentito e dal 7 al 9 maggio nella città si festeggia il santo con una prolungata festa che ripercorre l'evento della traslazione delle sue ossa nella città, portando in corteo sul lungomare di Bari (il 7 maggio) il quadro con la sua immagine su una caravella.
A Cansano (AQ) si festeggia San Nicola due volte l'anno, il 26 giugno e il 6 dicembre, e per l'occasione si distribuisce il cosiddetto "pane di San Nicola".
A Lettomanoppello si festeggia San Nicola di Bari la prima domenica di ottobre con solenni celebrazioni eucaristiche e con la tradizionale processione, con la statua del santo, partendo e rientrando nella Chiesa Madre Arcipretale dedicata a San Nicola a ricordo del miracolo attribuitogli per aver salvato il paese dalle incursioni saracene facendo apparire all'esercito invasore un manipolo di vecchi, che avevano posto la statua del santo sul sagrato della chiesa implorando la sua protezione, come un numeroso e potente esercito.
In Abruzzo si festeggia anche, in provincia dell’Aquila: a Calascio, Molina Aterno, Ofena, Rivisondoli;
in provincia di Chieti: a Casalanguida, Montazzoli, Pollutri, Villa Santa Maria;
in provincia di Pescara: oltre che a Lettomanoppello, anche a Farindola;
in provincia di Teramo: a Morro d'Oro, Tortoreto.
A Cardinale (CZ), i festeggiamenti in onore di san Nicola di Bari si svolgono, oltre al 6 dicembre, l'ultima domenica di maggio. Si narra che un carro trainato da alcuni buoi, trasportava la statua di San Nicola Vescovo di Mira, verso un luogo imprecisato.
I conduttori, dopo una breve sosta nell’allora villaggio di Cardinale, non riuscirono più a riprendere il cammino, a causa della statua che, improvvisamente, era diventata pesantissima.
I fedeli interpretarono quella stranezza come la volontà del Santo, di scegliere Cardinale, come luogo di naturale dimora. la statua benedetta fu accolta dai fedeli e, da allora, viene venerata.
A Cerzeto (CS) la festa patronale viene celebrata il 9 maggio (ricorrenza della Traslazione) con processione per le vie del paese e durante le celebrazioni liturgiche viene distribuito il "pane di San Nicola".
A Gesualdo (AV) San Nicola viene festeggiato il 6 dicembre con una solenne celebrazione eucaristica nella Chiesa Madre, seguita dalla recita dell'atto di affidamento della città al santo.
A Lungro (CS) e in tutta l'Eparchia di Lungro, di rito bizantino, San Nicola di Myra è venerato come patrono; nel comune sede dell'Eparchia c'è una tradizione per la quale nei tre giorni precedenti la festività, 3, 4 e 5 dicembre, i devoti realizzano dei falò nei vari rioni (gjitonie) del paese, cantando attorno al fuoco in onore del Santo e in previsione del Natale.
La vigilia della festa, il 5 dicembre, durante una celebrazione religiosa alla presenza del vescovo, vengono distribuiti panini benedetti, mentre il 6 dicembre, giorno della festa, dopo la liturgia pontificale della mattina, nel pomeriggio la statua del Santo viene portata in processione lungo le vie del paese.
A Vastogirardi (IS) i festeggiamenti vengono celebrati il 6 dicembre e il 3 luglio, il giorno dopo la rappresentazione Il volo dell'angelo.
A Gallo di Comiziano (NA) si festeggia il 5 ed il 6 dicembre, è tradizione che la sera antecedente il 6 dicembre si accendano dei grandi falò intorno ai quali la popolazione intona canti e balli antichi in attesa del "dies Natalis" del Santo
In Europa (in particolare nei Paesi Bassi, in Belgio, Austria, Svizzera, Germania e Repubblica Ceca) San Nicola è molto popolare.
È anche il santo patrono della città di Amsterdam e della Russia.
Nei Paesi Bassi, in Belgio e in Lussemburgo, Sinterklaas (Kleeschen in lussemburghese) viene festeggiato due settimane prima del 5 dicembre, data in cui distribuisce i doni (il suo compleanno risulta essere il 6 dicembre).
Il culto di san Nicola fu portato a New York dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), sotto il nome di Sinterklaas, dando origine al mito di Santa Claus, che in Italia è quindi diventato Babbo Natale.