Emidio Cappelli, letterato, politico, nasce il 29 settembre 1806 a San Demetrio ne' Vestini, dove muore il 15 marzo 1868.
Nipote del marchese Orazio Antonio, poeta, diplomatico e ministro del Regno delle Due Sicilie, Emidio Cappelli studiò a Napoli, laureandosi in giurisprudenza.
Nella città partenopea frequentò anche la scuola di Basilio Puoti, del quale fu discepolo assieme a Francesco De Sanctis.
Il celebre pensatore irpino, del resto, ricorderà quei tempi, censendo il Cappelli fra i classicisti e commentandone un sonetto che conteneva «bei versi», seppur mal congegnati.
I suoi principali componimenti, sia in latino, sia in versi, risalgono agli anni trenta dell'Ottocento, epoca nella quale ha anche volgarizzato, assieme a Pier Angelo Fiorentino e Tommaso Gargallo, alcune epistole di Francesco Petrarca, quelle cioè inviate dall'umanista a Francesco Rinucci, all'Italia ed a Luchino Visconti.
Questa sua versatilità lo fece diventare socio di alcune fra le più prestigiose istituzioni culturali del tempo, quali l'Accademia dell'Arcadia e l'Accademia Pontaniana.
A Napoli conobbe anche Giacomo Leopardi, tanto che Antonio De Nino registrò alcuni aneddoti sulla vita del poeta di Recanati appresi proprio dal Cappelli.
Tuttavia, nonostante l'amicizia, nel 1836 il letterato abruzzese attraverso una recensione, in cui lodava un canto di Saverio Baldacchini, accusò Leopardi, pur senza mai citarlo esplicitamente, di incitare i lettori all'odio, piuttosto che convogliarli verso un fine di amore fraterno.
Nel 1848, a seguito della costituzione data da Ferdinando II, fece parte del consiglio della pubblica istruzione e venne nominato nella Camera dei Pari.
A parte questa parentesi non ebbe altri ruoli politici durante il Regno delle Due Sicilie, anche per il fatto che erano note le sue idee di stampo liberale.
Si ritirò di conseguenza alla vita letteraria e, prima dell'Unificazione nazionale, diede alle stampe la sua opera più nota, una novella in rima, dal titolo “La bella di Camarda”.
Pubblicata nel 1857, e ristampata nel 1858, essa ottenne un buon successo, tanto da essere da più parti recensita.
Come ha ricordato Benedetto Croce, il poema di Cappelli, ambientato a Camarda, aveva però come sfondo la Campagna di Russia.
Rientrato nell'agone politico dopo il 1860, sedette nel Consiglio provinciale aquilano prima e nella Camera dei Deputati poi.
Venne eletto, infatti, nella VIII legislatura, sconfiggendo peraltro, nel proprio collegio elettorale, il generale Ferdinando Pinelli.
A livello politico si interessò di agricoltura, in particolare occupandosi, al pari dei suoi figli, Raffaele e Antonio, che saranno entrambi senatori del Regno d'Italia, dei problemi del Tavoliere.