Cecile Kyenge, primo ministro di “colore”
Tra le sorprese del nuovo governo Letta, senza dubbio c'è la scelta di Cecile Kyenge a ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione.
Si tratta del primo rappresentante di colore nell'esecutivo della storia italiana.
Una svolta storica, di per sé.
Deputata del Partito Democratico, il neo-ministro ha 48 anni, è sposata e ha due figlie.
Nata nella Repubblica Democratica del Congo (precisamente a Kambove), è un medico oculista.
E' stata anche consigliere provinciale a Modena e responsabile regionale delle politiche dell'immigrazione.
E proprio i diritti dei migranti, i diritti umani e quelli di cittadinanza rappresentano l'ambito politico nel quale l'onorevole Kyenge si è spesa maggiormente negli ultimi anni.
Nel 2011 organizzò lo sciopero dei migranti.
E a VanityFair.it, che la intervistò, disse: «Bisogna creare dei sistemi di accoglienza e dare a tutti la possibilità di vivere a proprio agio nel Paese che hanno scelto.
Poi bisognerebbe bandire i centri di identificazione ed espulsione, che trattano i migranti come dei carcerati.
E non si può stringere patti economico-finanziari prescindendo dal tema dei diritti umani.
Va da sé che lo sforzo deve essere di entrambe le parti».
Un piccolo programma di governo.
''Non sono di colore, sono nera e lo ribadisco con fierezza''.
Queste le prime parole del neo ministro all'Integrazione, Cecile Kyenge, durante la conferenza di presentazione a Palazzo Chigi.
Secondo l'esponenete del Pd, ''bisogna iniziare ad usare la terminologia giusta''.
''Sono italo-congolese, appartengo a due culture e due paesi che sono dentro di me e non potrei essere interamente italiana o interamente congolese.
Non sono di colore, sono nera e lo ribadisco con fierezza'', ha sottolineato.
Gli attacchi ricevuti appena nominata ministro "erano una tappa necessaria. Ho apprezzato le parole di Enrico Letta e di Josefa Idem".
Così Cecile Kyenge, ha risposto alle domande dei giornalisti.
Le parole contro di lei, ha spiegato la ministra sono state "condannate dalla società, la società civile ha reagito bene contro gli attacchi, è quello che volevo vedere".
"Non ho risposto personalmente a questi attacchi - ha sottolineato - anche perché mi sono sentita abbastanza tutelata e ho avuto il sostegno di tutti i componenti del governo".
E inoltre, ha precisato, "si tratta solo di singole voci che non sono la maggioranza ma solo di chi urla di più".
"Sono fiera di fare parte di questo governo, per me è una sfida", ha aggiunto il neo ministro.
"Nell'esecutivo lavoreremo insieme con le altre forze politiche - ha sottolineato - Pdl e Scelta Civica, e insieme dovremmo trovare un terreno condiviso, uno spazio comune per rispondere alle esigenze del paese, a partire dalla crisi economica. Raggiungeremo i traguardi insieme quando riusciremo a trovare punti di condivisione".
E ricordando le parole di don Ciotti, Kyenge ha ribadito che "l'obiettivo ambizioso" che intende raggiungere è "togliere la 'g' e trasformarlo nel ministero dell'interazione".
"La violenza sulle donne - ha inoltre sottolineato - è un tema che non riguarda solo gli italiani o solo gli immigrati.
La violenza non ha etnia. Quello che bisogna cambiare è la cultura sulle donne".
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