La Madonna dei Turchi
Ricorrenza, la prima domenica di agosto
Per festeggiare la Madonna, la prima domenica di agosto, a mezzogiorno, gli uomini del paese si dividono in due squadre: i turchi indossano abiti, turbanti e mantelli di colore giallo, rosso e arancione, i cristiani tuniche bianche.
I gruppi, capeggiati da un comandante, dopo aver percorso in corteo le vie del paese ed aver ricevuto la benedizione del clero durante la messa solenne, si affrontano armati con spade e lance di legno mimando, i turchi, l'assalto e la difesa di untorrione fortificato, innalzato per l'occasione nella piazza e all'interno del quale sono asserragliati i cristiani.
Dopo che lo scontro ha subito alterne vicende e quando ormai la squadra dei turchi sta per avere la meglio, in cima alla torre si affaccia un angelo che indica ai contendenti l'apparizione della Madonna dei Rosario, detta anche Madonna dei Turchi.
A questa vista i contendenti cessano lo scontro, i turchi si convertono e si rappacificano con i cristiani, mangiando insieme a loro enormi piatti di maccheroni.
La rappresentazione, che trova un riscontro similare nella Madonna della Milizie di Scicli, in Sicilia, si basa su una leggenda di fondazione, comune a molte tradizioni del genere, che racconta di un mitico attacco di turchi che sarebbero stati ricacciati oltre le mura del paese dall'intervento numinoso della Madonna del Rosario, il cui culto si diffuse in tutta l'Europa dopo la vittoriosa battaglia di Lepanto.
In effetti le origini del rituale sono molto più antiche e quello che resta è, con ogni probabilità, la sopravvivenza, ricontestualizzata in ambito cristiano, di antichissimi riti di rifondazione agraria che prevedevano il combattimento simbolico tra due forze opposte che possono essere identificate con il bene e il male o anche con il mondo degli uomini e degli dei.
Queste lotte rituali erano attuate con l'esecuzione di danze armate o delle spade il cui esempio più antico è la mitica danza dei Cureti intorno al pantheon preolimpico.
Nella sagra di Tollo l'aspetto coreutico è del tutto scomparso, tranne che in qualche piccolo accenno processionale, durante il quale i protagonisti battono le spade a ritmo di musica, per cedere spazio a quello drammatico e rappresentativo.
Le fasi dello scontro sono solo miniate e gli attori non sostengono parti dialogate.
Fino a qualche anno fa, la rappresentazione manteneva alcuni caratteri arcaici e fortemente simbolici come l'esibizione e lo spreco del cibo che veniva gettato dalla torre, non solo sui turchi che tentavano di espugnare il fortilizio, ma anche sul pubblico che assisteva all'evento.
Fonte Edizioni Menabò – d’Abruzzo
Vedi anche: Tollo Story