Rassegna della Passione
Ricorrenza la Domenica delle Palme
Secondo un’antica tradizione popolare e religiosa che coinvolge paese, campagna e da qualche tempo anche gli altri comuni della Terra dei Castelli, di prima mattina gruppi spontanei di cantori provenienti da tutte le Marche, da altre regioni italiane e qualche volta anche dall’estero vanno di casa in casa a questuare, le offerte vanno poi in beneficenza, e cantare “la Passiò”, cioè alcune strofe dell’antichissimo “Orologio della Passione” cantato in Europa fin dal medioevo.
Cenni storici
Polverigi, terra ospitale e generosa della provincia di Ancona, nelle Marche, per la natura sabbiosa del terreno, anticamente era chiamato Polvericci.
Il paese fu quasi del tutto distrutto nel IV secolo, tanto che gli abitanti decisero di entrare a far parte dei territori della vicina Ancona, a cui restò legato e ne seguì le vicende storiche.
Contribuì allo sviluppo autonomo di Polverigi, l'edificazione, verso l'anno Mille, di un monastero ad opera dei monaci Avellaniti.
E' dello stesso periodo l'avvio della costruzione del Castello, completato nel XII secolo e di cui, oggi resta l'arco di entrata con forma a volta.A delimitare oggi il centro storico, un tempo circondato dalle mura del castello, il Roccolo, che prende il nome dalla forma arrotondata della sua pianta. Polverigi sorge a 140 m. di altezza, nell'immediato entroterra anconetano fra dolci colline degradanti in un'ampia vallata e occupa una zona dedita da sempre all'agricoltura.
Cereali, frutta, ortaggi e viti sono le produzioni principali, ma negli ultimi decenni si è assistito anche ad un notevole sviluppo del terziario e dell'artigianato.
Risale al XIV secolo la costruzione della Chiesa del Sacramento.
Sebbene conservi ancora tratti gotico-romanici, tra il XVII e il XVIII secolo, il suo interno fu trasformato in stile barocco.
Tra gli affreschi che ospita: una Madonna con Bambino e un Sant’Agostino, quattrocenteschi di scuola marchigiana e un San Bernardo in stile barocco.
Prima della cacciata degli Agostiniani, la chiesa era tutt'uno con il parco comunale e Villa Nappi, acquistati poi dagli omonimi conti e passati nel secolo scorso al comune.
E'cinquecentesca, invece la Parrocchiale di Sant'Antonio, opera di G.B. Gabuzzi, al cui interno è custodita, oltre ad opere di artisti locali, una pregevole “Deposizione della Croce” di Ercole Ramazzani, datata 1583.
Nel Palazzo Municipale è da ammirare, infine in una parete, un affresco quattrocentesco, raffigurante la Crocifissione, di scuola marchigiana.