Pasqua in Russia
A Pasqua, in Russia, tutti gli occhi sono puntati sulla cittadina di Sagorsk, dove risiede il pope di Mosca e di tutta la Russia.
Il rito pasquale incomincia a mezzanotte di sabato con una processione attorno alla cattedrale.
La mattina del giorno di Pasqua la famiglia Russa si reca sulla tomba di un parente e lì consuma un picnic.
Alla sera si fa un banchetto con diversi tipi di carne, pesce e funghi, dove non manca il "Pabcha", un piatto sostanzioso a base di quark e il panettone pasquale chiamato "Kulitch" accompagnato dalla ricotta dolce.
In Russia le uova sode vengono colorate di rosso, simbolo di nuova vita ottenuta mediante il sacrificio di Cristo.La Pasqua rappresenta per i credenti ortodossi la più importante festa dell’anno.
La Pasqua ortodossa non coincide sempre con quella cattolica in quanto la Chiesa ortodossa utilizza per il calcolo il calendario giuliano e non quello gregoriano.
Per questo motivo la Pasqua ortodossa, quasi sempre, si celebra una settimana dopo quella cattolica.
Nel 2004 la Pasqua ortodossa e quella cattolica hanno coinciso.
La Pasqua ortodossa viene celebrata la prima domenica dopo la prima luna dall’equinozio di primavera.
Lungo tutto il periodo della Settimana Santa - che precede la domenica santa - la chiesa celebra delle lunghe liturgie commemorando la passione e la morte di Cristo.
Il Venerdì Santo una processione di fedeli accompagna il Crocifisso nelle calli adiacenti la chiesa di San Giorgio.
Nelle chiese, durante la messa di mezzanotte, il Pope toglie simbolicamente il sudario dal sepolcro per poi uscire dalla chiesa con il corteo sacerdotale alla ricerca del corpo di Cristo.
Al suo ritorno annuncia ai fedeli il miracolo della Resurrezione con la tradizionale esclamazione: “Christos voskrès!” (Cristo è Risorto!)
I fedeli, ognuno dei quali tiene in mano un cero, si scambiano tre baci e poi cantano inni di gioia, accompagnati dallo scampanio delle campane della chiesa.
Le celebrazioni si concludono con la visita al cimitero nel ricordo dei cari defunti.
Non c’e Pasqua senza uova…
Una fase obbligatoria delle preparazioni è la consuetudine a dipingere uova, meglio se con la tinta naturale.
Questa tradizione è collegata al fatto che la Pasqua coincide con l’inizio della primavera, anticamente era celebrata con riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura.
Dipingere uova insieme ai bambini significa trasmettere loro i nostri valori, raccontare il senso della nostra grande festa.
In particolare, bellissime e famose sono le uova ucraine, dette Pissanky, ossia “le uova scritte”.
Le Pysanky sono realizzate con un processo di tintura fissato con cera e donate in un cestino di vimini foderato d’erba.
Le uova decorate sono l’oggetto di alcuni giochi tipici del periodo pasquale.
I bambini sfidano i loro amici cercando di rompere il guscio delle loro uova.
Chi ci riesce vince l’uovo dell’avversario.
I dolci, chiamati pashki, a base di ricotta, e kulici, il panettone pasquale, fatti a casa fanno parte dei cesti pasquali e si portano in chiesa per la consacrazione.
Questi dolci vengono portati in chiesa il pomeriggio del Sabato Santo, quando si svolgono delle celebrazioni religiose solenni che durano per tutta la notte. Alla fine della cerimonia il prete benedice i dolci di tutti i partecipanti.
Il pane benedetto durante la notte di Pasqua è offerto ai parenti e agli amici in segno di pace.
Il simbolismo dei colori è molto importante: il rosso (sole,amore, resurrezione), il nero (eternità, costanza della materia), il giallo (gioventù, felicità, abbondanza, carità),l’arancione (forza ed ambizione), l”ocra scura (la purezza); a volte ci si aggiungeva un po’ di verde (salute).
La tavola pasquale é molto ricca a testimonianza della fine del periodo di digiuno e penitenza di 40 giorni.
Il tradizionale agnello pasquale é un altro simbolo del sacrificio di Gesù, che non manca mai dalle tavole.
La kutia e ‘ il piatto principale, a quale segue una serie di pesci al forno, bolliti, fritti, in gelatina, polpette di pesce, aringhe marinate e così via. Poi viene il vareniki, pasta ripiena di ricotta, patate o prugne.
Ci sono anche gli golubtsi (involtini di cavolo stufati) e la cena termina con l’ uzvar, composta di vari tipi di frutta secca.
Nel 1885 lo zar Alessandro III chiese a Fabergé di preparagli un Uovo di Pasqua con sorpresa per offrirlo in dono alla zarina Maria Feodorovna.
Il successo fu immediato, tanto da fargli ottenere la nomina di “Orafo della Corte Imperiale”.
Inizio così la collezione delle “Uova di Pasqua Imperiali”, continuata anche con lo zar Nicola II.
Erano l’evento delll’anno: all’avvicinarsi della Pasqua, lo Zar tenatava di scoprirne il contenuto, ma Fabergé manteneva invariabilmente il segreto, dicendo: “Sua Maestà sarà soddisfatta”.
Ogni anno lo zar, commissionava due uova, uno per la moglie e uno per la madre.
Le uova venivano realizzati in oro o altro materiale prezioso, tempestato di pietre e colorato con lacche pregiate, di una raffinatezza unica.
Fatti assolutamente in modo artigianale, ognuno diverso dall’altro.
Nel 1900 e’ stato creato il famoso uovo a Pigna: in smalto blu, ornato da festoni con diamanti a rosetta, la sorpresa e’ un piccolo elefante in argento ossidato e zanne d’avorio, che ha un meccanismo che fa muovere testa e coda dell’animale.
Alcuni delle uova fanno parte della collezione del museo del Cremlino, ma la maggior parte si trova all’estero, nei musei di New York.
Un’ altra peculiarità dei festeggiamenti ortodossi è di ballare e cantare vicino alla chiesa dopo la celebrazione della santa domenica, a volte i giovani della parrocchia preparano delle canzoni e dei balli pasquali durante tutto l’anno per potersi esibire il giorno di Pasqua.
La mattina del giorno di Pasqua le famiglie si recano sulla tomba di un parente, dove viene consumato il pranzo.
Durante i quaranta giorni successivi alla Pasqua, è di rito salutare chi si incontra con ‘Cristo è risorto‘ (Khristos voskres) ed è consuetudine ricevere in risposta ‘Veramente è risorto‘ (Voistinu voskres).