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I fusi orari

Nel diciannovesimo secolo, con l'aumentare del sistema degli scambi e degli spostamenti internazionali incomincia a consolidarsi l'idea dell'importanza di individuare un sistema di coordinamento delle diverse ore locali.

Si pensi che in Italia solamente il 12 dicembre 1866 Roma e Milano adottano un'ora comune fissata sull'ora corrispondente al meridiano che passa per il Campidoglio. Qualche giorno più tardi, l’1 gennaio 1867, anche Torino e Bologna si adeguano al nuovo sistema, mentre Venezia lo fa l’1 maggio 1880 e Cagliari solo nel 1886.

Con queste decisioni si passa dall'ora locale, segnata dal passare del sole nelle varie località, ad un'ora nazionale.

 

L'introduzione delle diverse ore nazionali non è però ancora sufficiente per realizzare un valido sistema di relazioni sul piano internazionale.

Giuseppe Barilli (Quirico Filopanti), matematico italiano di Budrio, in provincia di Bologna, in Emilia Romagna,  è stato uno dei primi al mondo a proporre i fusi orari, cioè suddividere la terra in 24 spicchi (fusi) in corrispondenza dei meridiani, ad ognuno dei quali corrisponde un orario.

Ogni fuso avrebbe dovuto differire dal successivo di un'ora, mentre avrebbero coinciso i minuti e i secondi.

Il primo fuso avrebbe dovuto essere centrato sul meridiano di Roma.

La suddivisione in fusi avrebbe determinato il tempo locale. L'ipotesi prevedeva anche la determinazione di un tempo universale che si sarebbe dovuto utilizzare come riferimento unico nell'astronomia e nelle comunicazioni telegrafiche.

L'idea però non venne realizzata in quanto non trova negli stati nazionali di allora o nelle istituzioni economiche degli "sponsor" che promuovessero la loro adozione.

 

Non a caso la loro introduzione viene attribuita a Sanford Fleming, ingegnere capo delle ferrovie canadesi, che riprende l'idea per rispondere alle necessità delle compagnie ferroviarie di avere un orario locale coerente tra le varie stazioni.

Il 18 novembre 1883 le ferrovie degli Stati Uniti e del Canada diventano così le prime a istituire i fusi orari quando stabilirono quattro fusi orari continentali del Nord America.

A livello mondiale poi, il sistema dei fusi orari fu discusso nel corso della Conferenza Internazionale dei Meridiani convocata a Washington D.C. nell'ottobre del 1884 a cui parteciparono 25 paesi tra cui l'Italia. La Conferenza stabilì le regole generali del sistema che fu ufficialmente assunto come standard internazionale a partire dal 1 novembre 1884.

In Italia l'adozione del sistema dei fusi orari fu introdotto con un regio decreto del 10 agosto 1893 e entrò in vigore il 31 ottobre dello stesso anno.

Il meridiano di riferimento per il fuso orario al quale appartiene l'Italia passa per il meridiano Termoli - Etna.

Vedi anche: Budrio; Giuseppe Barilli

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