L'eccidio di Pietransieri
E’ stata una strage commessa dai nazisti durante il periodo di occupazione in Italia, avvenuta il 21 novembre 1943 a Pietransieri, oggi frazione del comune di Roccaraso.
In località bosco di Limmari i soldati tedeschi trucidarono 128 persone, di cui 60 donne, senza motivazioni documentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani.
La zona in cui avvenne il massacro rappresentava uno dei capisaldi della linea difensiva Gustav su cui le forze armate tedesche si attestarono dopo lo sbarco alleato a Salerno.
Hitler ordinò alle forze tedesche di stanza in Italia centrale di mantenere le proprie posizioni, facendo terra bruciata attorno alle formazioni partigiane operanti, ed il maresciallo Albert Kesselring fece affiggere un manifesto nelle località di Rivisondoli, Pescocostanzo, Roccaraso, Roccacinquemiglia e Pietransieri che fu probabilmente ignorato dalla popolazione.
La rappresaglia dei tedeschi, comandati dal tenente Schulemburg, si accanì in un primo momento contro il bestiame razziato, mitragliato e abbandonato nei boschi circostanti. In un secondo momento i nazisti rastrellarono gli abitanti inermi che furono prelevati e condotti al bosco di Limmari per essere trucidati.
Le vittime furono 128: tra essi 34 bambini al di sotto dei 10 anni e un bimbo di un mese. I corpi restarono a lungo abbandonati nella boscaglia, sepolti dalla neve sino alla primavera del 1944.
Sul luogo della strage fu edificato un piccolo tempio le cui pareti sono coperte di targhette di pietra che recano il nome e l’età di tutti i caduti.
Per ricordare i martiri, si svolge nel paese il 20 novembre la fiaccolata del Ricordo che, sin dal 1945, ripercorre in maniera simbolica il percorso effettuato dalle sfortunate vittime, con una processione notturna che parte dalla località Limmari per giungere in paese.
Sul gonfalone del Comune di Roccaraso è stata appuntata la Medaglia d'Oro al Valor Militare il 15 luglio 1967 dall'allora capo dello stato Giuseppe Saragat, in memoria della terribile strage.

Il 21 novembre 1943, in località Limmari (Valle della Vita) nella frazione Pietransieri di Roccaraso, i tedeschi compiono una strage tra i paesani (prevalentemente donne, bambini e anziani) che si rifiutano di andarsene dalla linea del fronte.
Nei paesi vicini le popolazioni sono caricate con la forza sugli automezzi e trasportate fuori dalla fascia di combattimento, a Pietransieri non è così.
Le 128 vittime, di cui 34 al di sotto dei 10 anni, compreso un bambino di un mese, non ubbidiscono all’obbligo di sfollamento che le avrebbe portate lontano dalla linea Gustav.
Il manifesto di Kesselring del 30 ottobre 1943, recitava tra l’altro: "Tutti coloro che si troveranno ancora in paese o sulle montagne circostanti saranno considerati ribelli e ad essi sarà riservato il trattamento stabilito dalle leggi di guerra dell’esercito germanico":
la fucilazione sul posto.
Non serve nemmeno la minaccia delle armi, il minamento, l’incendio deile case - i paesani non si muovono, preferiscono sistemarsi tra le macerie piuttosto che abbandonare gli uomini e gli animali alla macchia.
Ma dai primi di novembre, comanda il capitano Georg Schulze (uno dei tanti criminali di guerra morti serenamente nel proprio letto), “Alto, magro, claudicante e stizzoso” - non ha alcuna pietà.
Dopo l'eccidio, i corpi crivellati di colpi, sono fatti saltare in aria con le mine e abbandonati nella neve.
Si salva solo una bambina, Virginia Macerelli, che la mamma ha protetto con il proprio corpo.
Nella primavera del 1944, quando il fronte si sposta più a Nord, i familiari possono recuperare quel che resta delle salme e seppellirle.
Nell'immagine, Albert Kesselring nel suo Bunker a Sant'Andrea Bagni, sulla parete a destra, una foto che ritrae Mussolini, Hitler e Kesselring stesso, sotto, la lapide commemorativa - a sinistra, l'elenco delle vittime redatto dal Parroco della frazione, don Eriberto Ferrara, quattro anni dopo l'eccidio.
Il manoscritto è conservato nelle pagine del Libro dei Morti, custodito nell'Archivio Parrocchiale di Pietransieri.
Fonte www.cinziaricci.it