Il terremoto di Diano Marina del 1887
Il 23 febbraio 1887 il terremoto di Diano Marina colpì la località e i dintorni, con danni estesi ancora a zone distanti dall'epicentro.
È stato il sisma più disastroso mai avvenuto in Liguria.
La prima scossa arrivava poco prima delle 06:30, rinnovata alle 10, e quindi seguita da altre successive. Dopo la prima scossa, gli abitanti erano fuggiti dalle case; non si erano ancora avuti i danni maggiori e molti tornarono nelle abitazioni a raccogliere i loro averi.
Sopraggiunsero allora le due scosse più forti (la più forte di 6,5 magnitudo momento) che rasero al suolo quasi tutto e provocarono l'ecatombe.
A Diano Marina non rimaneva una sola casa intatta, un terzo del paese era totalmente raso al suolo, le vittime erano calcolate inizialmente a 300, aumentate poco dopo a 500.
I soccorsi immediati erano insufficienti.
Dalla casa del sindaco dianese Ardizzone si faceva una prima distribuzione di pane per i sopravvissuti. Sul luogo subito arrivavano il generale del Regio Esercito Maurizio Gerbaix de Sonnaz, il maggiore dei Carabinieri Reali e l'ingegner Normand del Genio Civile.
I lavori di salvataggio erano intrapresi da due compagne del Quattordicesimo Fanteria, che estraevano numerosi cadaveri dalle rovine.
In mancanza di soccorsi, medicamenti, di medici era presente il solo medico di Diano, il cimitero era strapieno di morti accatastati gli uni sugli altri, i feriti erano portati su vagoni ferroviari, e si sperava nel prossimo arrivo di una compagnia del Genio.
Giungevano in loco i deputati Antonio Capoduro e Vincenzo Massabò, e tra i giornalisti erano presenti solo quello de Il Secolo XIX e Amato dell'Epoca Democratica.
Tra i vari soccorritori spiccò l'intervento del Tenente dei Carabinieri Reali Conte Ponci Luciano Vittorio Emanuele Francesco, in servizio presso la Legione CC. di Torino, per esso evento decorato con Medaglia d'Argento al Valor Civile (Regio Decreto del 9 febbraio 1888) la cui motivazione recita: "In data 23 febbraio 1887 adoperandosi in Diano Marina con manifesto rischio della vita in soccorso delle persone pericolanti tra le macerie di case rovinate dal terremoto che desolò la Liguria Occidentale"
Tra gli edifici distrutti la chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate, dove proprio il giorno prima il pittore savonese Lazzaro De Maestri aveva completato i suoi affreschi.
La scossa di terremoto venne avvertita fino a Montpellier (Francia) a ovest, fino a Basilea (Svizzera) a nord e fino alla Sardegna settentrionale a sud.
I danni furono rilevati dal geologo italiano Arturo Issel nel dipartimento delle Alpi Marittime fino al paese di Clans nella valle del fiume Tinea, danni rilevanti a Grasse e le scosse furono poco sentite tra Villefranche-sur-Mer e Beaulieu-sur-Mer, mentre Castillon e Mentone furono gli unici centri che ebbero gravi danni.
Inoltre ci fu uno tsunami con onde alte fino a quattro metri ad Alassio dopo che il mare si era ritirato di ben 30 metri dalla costa tra Mentone e Albissola Marina provocando danni.
Secondo la legge del 31 maggio 1887 emanata dal governo Depretis VIII i comuni colpiti in 106 comuni dell'attuale provincia di Imperia e in 37 comuni dell'attualeprovincia di Savona per un totale di 15.409.842 lire di danni (esclusi otto comuni).