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La festa in onore di San Biagio

Si celebra il 3 febbraio

A Lanciano, in occasione della festa di San Biagio, i devoti si recano in chiesa per la tradizionale benedizione e unzione della gola.

Alla festività si accompagna il consumo del tarallo sia in semplice pasta di pane sia in pasta dolce ricoperta di glassa e confettini.

Fino agli ultimi anni dell'Ottocento era una delle feste più importanti della città e lungo la strada che conduce alla chiesa era un via vai continuo di gente e un susseguirsi di tavolate con taralli di ogni forma e colore, come ricorda Sargiacomo: “lungo tutta la strada di Lancianovecchia, oggi via dei Frentani, era solito farsi sopra panche, bancarelle, tavoli e tavolini, lo spaccio dei cosiddetti Taralli di San Biagio, ciambelle e torte, e simili di diverse forme e grandezze, quali semidolci, e quali del tutto dolci, e tutti spalmati al di sopra o di semplice zucchero, o di fino ghiadro bianco dolce o colorato cosparso di mandorle abbrustolite sui semidolci, o di confettini e confetti colorati, od anche di frutto gileppati.

Per tale spaccio di Taralli, Ciambelle, Torte e simili l'intera strada presenta un via vai di gente affollata, la quale va poi nella Chiesa, per essere unta alla gola, con olio benedetto”.

In quei giorni si svolgeva anche una importante fiera di bestiame.

Fiere ancora in uso si registrano a Colledimezzo, Fontecchio e Vittorito.

Epicentro delle festività abruzzesi è Taranta Peligna con le Panicelle a cui seguono, oltre i paesi menzionati: Castiglione a Casauria, Penne, Bussi sul Tirino, Alanno, Cappadocia, Lecce nei Marsi, Tempera, Canzano, Montorio al Vomano, Guardiagrele.

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