Lo Squadro
Ricorrenza: la prima domenica dopo l’8 settembre
Civitaretenga è stato sempre un paese di sosta transumante, con la chiesa di Santa Maria delle Grazie bianca e solitaria ai bordi del tratturo magno, ma anche con la locanda di posta lungo la rotabile che da Napoli, passando per Sulmona risaliva verso l’Aquila e continuava fino a Firenze, con il nome di via della lana e dello zafferano.
Forse furono i mercanti, provenienti e diretti in Campania, a diffondere da queste parti il culto alla Madonna dell'Arco, a cui è intitolata la chiesa campestre della Posta.
Anche intorno ad essa, come il celebre santuario di Pomigliano sono sorte leggende e storie di miracoli che l'hanno resa meta di pellegrinaggi votivi e di devozione popolare, durante tutto l'anno, ma in modo più evidente la prima domenica di settembre in occasione della festa, detta anche delle cipolle, con cui la gente del luogo festeggia la sua Protettrice.
La notte che precede la ricorrenza la piccola chiesa diviene il punto di riferimento di un interessante rito di passaggio a cui partecipano i giovani coscritti del paese.
Quando l'oscurità è totale, il gruppo raggiunge la chiesa tratturale di Santa Maria delle Grazie e, guidato dai richiami dei giovani di Caporciano, comincia a tracciare un solco orientato verso quella località, con un erpice trainato a braccia.
Giunti in vista del paese i giovani scrivono sul suolo le lettere TPC, che a detta dei partecipanti sarebbe un riferimento all'insegna comunale di Caporciano che reca in campo una testa di cinghiale.
Quello è comunque il punto di inversione di marcia dal quale i coscritti ricominciano a ridiscendere, tracciando un solco parallelo al precedente, verso la Madonna delle Grazie, dove concludono lo squadro con le lettere, sempre incise sul terreno W M SS, seguite dalla cifra dell'anno in corso.
La nottata si conclude allegramente intorno ad una mensa per consumare, insieme agli amici di Caporciano, una profumata e croccante porchetta, ovviamente accompagnata da molte altre panta-grueliche portate, innaffiate di buon vino.
Un tempo, dicono gli anziani, dopo questa prova iniziatica, in modo molto più evidente che adesso, i giovani erano considerati adulti a tutti gli effetti ed erano pronti ad affrontare le responsabilità della vita, i pericoli e le difficoltà, ma anche a parteciparne le soddisfazioni e i piaceri.
Riguardo alla titolazione della chiesa, va notato che anche il santuario campano della Madonna dell'Arco è meta di una prova che si inquadra tra i riti di passaggio e di purificazione: la corsa penitenziale dei fujenti, particolare quest'ultimo che meriterebbe ulteriori approfondimenti e ricerche.
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