La Passione vivente
Si svolge il Mercoledì Santo
Scrive Franco Cardini, a proposito dei riti della settimana santa, che in queste feste non si celebra la religio mortis, ma piuttosto e, specialmente in quelle che prevedono l'effusione del sangue e una partecipazione fisica al dolore di Cristo, si tende a glorificare la rinascita che trova la sua giustificazione simbolica proprio nel sangue, inteso come espressione di potenza divina.
Si spiegano così le processioni dei battenti, dei coronati di spine, crocifissioni simulate, le penitenze corporee spesso orribili a vedersi e mutilanti, i cui protagonisti sono legati da un filo conduttore per così dire ematico, così come trovano significato le esposizioni rituali di statue che esemplifichino visivamente il cordoglio ed il dolore.
Il ricordo della Passione e Morte di Cristo, infatti, solitamente si svolge su due modelli principali: le processioni con i gruppi statuari e gli oggetti segnici del rito e le sacre rappresentazioni.
Se le prime traggono origine dalle Forie greche il cui ricordo sembra emergere soprattutto nel Meridione, le seconde derivano dall'apparato drammatico medioevale che, in esse, fonda l'origine del teatro moderno.
Ambedue le forme, tuttavia, risentono della formalizzazione controriformistica imposta dopo il '600 attraverso una serie di misure confessionali, attuate allo scopo di assorbire e riqualificare, in una pratica ortodossa, la religiosità popolare entro la quale emergevano indisturbati i relitti di una visione magica e misterica della sfera religiosa.
Alla seconda forma appartiene la Passione vivente di Gessopalena, di cui si hanno notizie che ne fanno risalire l'origine nei secoli passati e che da qualche decennio il paese ripropone con la partecipazione di tutti gli abitanti che vivono l'evento in funzione di un riscatto sociale e come mezzo per superare le frustrazioni derivanti da una vita difficile fatta di emigrazione e di sottosviluppo economico.
La rappresentazione si articola in scene che si svolgono nei punti più suggestivi del centro storico e si ispirano alla pagina evangelica, anche se non mancano aspetti di attualizzazione.
Il dramma si conclude con la Crocifissione e con il compianto delle Marie che, anche per una precisa ricerca degli organizzatori, ricalca le forme stilistiche e coreografiche dell'antico piantus medioevale
Fonte Edizioni Menabò – d’Abruzzo.