La Festa in onore di San Pantaleone
Ricorrenza: il 27 luglio
Nel secolo scorso il santuario di Miglianico era un riferimento importante nel quadro della religiosità popolare e offriva uno scenario suggestivo ed emozionante, entro cui riti primitivi e liturgia cattolica si affrontano senza, in qualche caso, fondersi.
Lo spettacolo della devozione espressa dai ceti rurali verso San Pantaleone, protomedico e martire, era tanto esaltante che su di essa Francesco Paolo Michetti e Gabriele d'Annunzio crearono due opere importanti.
Il primo dipinse la grandiosa tela degli Storpi, in cui una umanità dolente e mitica proietta al di fuori del quotidiano la sua condanna e la sua rassegnazione.
Il secondo a San Pantaleone intitolerà una raccolta di novelle, scritte tra il 1884 e 1886, il cui nucleo principale è costituito dagli Idolatri, che delineano un immaginario religioso istintivo e naturalista, in cui l'offerta di sé è spinta fino alla mutilazione.
Oggi il santuario di Miglianico non offre più lo spettacolo di penitenze barbare e crudeli come lo struscio della lingua, la nudità rituale o l'esibizione pubblica, dinanzi all'altare del Santo, delle parti malate, ma la festa di San Pantaleone è ancora un appuntamento di rilievo della religiosità contadina che ogni anno, il 27 luglio, rinnova le sue liturgie antiche e per qualche verso incomprensibili, a testimonianza di cui restano molti exvoto per grazia ricevuta.
Fonte Edizioni Menabò – d’Abruzzo