Villa Santa Maria è un comune della Provincia di Chieti, in Abruzzo.
Il patrono, San Nicola di Bari, si festeggia il 6 dicembre
Frazioni: elenco in fondo alla pagina.
Confina con i comuni di Atessa, Bomba, Borrello, Colledimezzo, Fallo, Montebello sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Pennadomo, Pietraferrazzana, Roio del Sangro, Rosello.
La località è nota come "Patria dei cuochi", per il suo Istituto Alberghiero Statale che ha formato cuochi divenuti celebri in tutto il mondo, ed è una delle attività economiche del paese.
Alcuni reperti archeologici trovati nei dintorni del paese attestano che la zona del Medio Sangro nei pressi della cittadina era abitato già in epoca italica, verosimilmente da gente di stirpe frentana.
Durante le invasioni barbariche e ottomana fu ripetutamente invasa, il che costrinse la gente a rifugiarsi dietro la roccia chiamata "La Penna". Infatti il luogo originario era nei pressi della chiesa della Madonna in Basilica.
In seguito fu feudo di varie famiglie, ma il clou si ha con la famiglia dei Principi Caracciolo (XVI secolo) i quali costruirono il castello.
Durante la seconda guerra mondiale, erano presenti in paese alcune famiglie di profughi ebrei stranieri in domicilio coatto, che fraternizzarono con la popolazione locale.
All'arrivo delle truppe tedesche nel 1943, il podestà Roberto Castracane negò recisamente che ebrei fossero ancora presenti in paese pur essendo a conoscenza che almeno una famiglia di essi, gli Steinberg, era nascosta presso la famiglia Piccone.
Non appena - dopo un mese - le truppe tedesche lasciarono il paese, la famiglia Steinberg fu guidata a attraversare le linee e a raggiungere gli Alleati.
Per questo impegno di solidarietà, il 16 aprile 1978, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito a Roberto Castracane l'alta onorificenza dei Giusti tra le Nazioni.
All'interno della Chiesa della Madonna in Basilica, nella prima cappella a destra, sono esposti alcuni reperti raccolti durante alcuni scavi per la realizzazione di un metanodotto.
Essi consistono in frammenti di ceramica e di laterizi con bolli di officina originariamente posti in copertura e pavimentazioni o come manici e colli di anfore ed un dolio parzialmente fanno pensare che appartenevano ad una villa rustica.
È stata trovata una mano bronzea nell'atto di benedire con un serpente attorcigliato in direzione del pollice, quest'ultimo terminante a forma di pigna.
Qualcuno ipotizza che appartenesse al dio Sabazio il cui culto si diffonde dal II secolo a.C. nel luogo ove vi sono tracce dei ruderi di fronte alla chiesa suddetta ed in parte portati recentemente nei giardini pubblici.
Il serpente richiama influenze marsicane.L'economia del luogo è basata prevalentemente sull'enogastronomia e dall'Istituto Professionale Alberghiero.
La chiesa principale è quella di San Nicola di Bari sita all'interno del paese.La chiesa ha facciata ristrutturata nel 1950 in stile neo-romanico.
All'interno vi è un quadro raffigurante l'ultima cena di artista abruzzese.Nella contrada Madonna in Basilica vi è la chiesa omonima costruita attorno l'XI secolo.
Nell'interno oltre alla statua molto venerata nel paese della Madonna in Basilica vi sono un ossario e dei quadri di artisti locali.
Sempre nel centro del paese vi è la Chiesa della Madonna del Rosario detta anche della Congregazione o della Congrega con la facciata in stile romanico abruzzese è in via di restauro.
Presso la chiesa di Sant'Antonio Abate vi è il palazzo Spaventa. Costruito negli trenta ove era un mulino o un oleificio. La facciata è tra lo stile liberty e l'eclettico.
Accanto alla chiesa di San Nicola vi è il palazzo Di Cicco. La facciata è stretta. L'ingresso principale è sormontato da un balcone con finestra sormontato da una lunetta. Le altre finestre sul lato destro del palazzo rispetto alla facciata principale sono ad edicola con sopra un timpano di forma triangolare o di lunetta.
Di particolare interesse è il palazzo Castracane sita all'incrocio di via Mercato con via Sangrina e via Congrega.Nell'interno si conservano pregevoli arredamenti e nella cantina vi è una sorgente.
Nel Corso vi sono la Casa natale di San Francesco Caracciolo e presso Largo Trento e Trieste vi è la Casa Tavano, pregevole esempio di architettura di fine Ottocento villese oltre la statua bronzea di San Francesco Caracciolo, opera di un certo Vismara, sita nei pressi della casa natale del santo.In via Roma vi è il Museo dei cuochi gestito dall'Istituto Alberghiero sito nella via stessa un poco più a valle.Di fronte al museo vi è la statua bronzea del cuoco e del cameriere.In località Fonte Cillo vi è una fontana di acqua diuretica.Presso l'inizio di Corso Umberto I° vi è la Fontana Vecchia.
Nei pressi della chiesa della Madonna del Rosario vi è la roccia caratteristica del paese chiamata volgarmente Penna (derivante forse dalla stessa parola cui deriva anche pinnacolo) sorta di roccia in arenaria, calcare compatto e argilla che sovrasta il paese, anch'essa come la su citata chiesa della Madonna del Rosario è in restauro dal termine del secolo scorso.
Sorta di monumento difensivo nel Medioevo, secondo leggende e dicerie popolari questa roccia di svariati metri di lunghezza e di altezza, pare che incutesse terrore ai, chi più chi meno, improvvisati invasori, prevalentemente zingari e briganti, ma nel XIII secolo e nel XVIII secolo anche ottomani e saraceni, che costrinsero gli abitanti a trasferirsi dalla località Madonna in Basilica in posizione arroccata protetta dalla Penna, come se questa roccia fosse un muro di un castello naturale.
La chiesa della Madonna in Basilica è legata all'origine del primo nucleo abitato del paese.
La chiesa di Sant'Antonio è sita in Piazza Marconi, alla sua destra vi è il palazzo Spaventa.
La motivazione che ha fatto scegliere alla popolazione di arroccarsi è per motivi di sicurezza e di ripararsi dalla peste.
Durante questo secolo il borgo si sviluppa sulle direttrici per Napoli e Montelapiano ma anche su Via Mercato ed a ridosso del costone roccioso.
Dello stesso periodo è Scesa Valli con direzione verso il fiume con conseguente costruzione di edifici fino al Borgo Valle, l'unico rione in pianura del paese, ove si trova la chiesa della Madonna delle Grazie.
L'accesso al castello era consentito mediante due strade principali sbarrate da porte il primo che corrisponde agli attuali Corso Umberto I ed al Viale della Vittoria che portava al feudo di Penna de Homo, l'attuale Pennadomo, il secondo che si divideva in due tratti conduceva, attraverso Via Gradini Ponte, a Napoli, ed a Montelapiano.
L'origine dei Cuochi di Villa Santa Maria è antica. Una leggenda afferma che i primi cuochi di questo paese risalgono all'epoca dei Caracciolo, difatti fu proprio nel castello dei Caracciolo che ebbe inizio la scuola alberghiera di Villa Santa Maria.
Nei periodi che i Caracciolo si trovavano a Villa Santa Maria organizzavano delle battute di caccia, i cacciatori, al loro ritorno amavano fare da cuochi e camerieri con bravura in questi due settori, questo, verosimilmente fece scaturire nel principe Caracciolo l'idea di aprire una scuola alberghiera, così si fece di Villa Santa Maria la patria dei cuochi.
Nel 1750 i Registri del Decurionato dell'Università di Villa Santa Maria parlano di famigli o apprendisti della ristorazione, cochi (cuochi), cucinieri, cocchieri, maggiordomi, maccaronari (produttori di maccheroni) e mastrodicasa. Viene fondato nel 1939 come "Regio Corso Biennale di Avviamento Professionale a tipo Commerciale Alberghiero" intitolato a San Francesco Caracciolo.
Viene subito frequentata da quaranta alunni, tra i quali due donne. In seguito, forse a causa dell'emigrazione, l'associazione, anche se continua ad esistere, comincia a lavorare poco, ma dopo la fortunosa prima edizione della rassegna dei cuochi viene rifondata l'associazione col nome di Associazione Regionale dei Cuochi d'Abruzzo ed in seguito nel 1990 cambia nome nell'attuale forma. Fu immediatamente affiliata alla Federazione Italiana Cuochi.
Uno dei più importanti scopi dell'associazione attuale è quella di promuovere l'Istituto Professionale Alberghiero di Stato di Villa Santa Maria.
Personalità legate a Villa Santa Maria
Domenico Pace Stanziani, detto "Pacitt'"
Nicola Tantimonaco,
- Antonio Di Lello, scrittore, preside e presidente del GAP (Gruppo di Animazione Parrocchiale). Ha scritto vari libri su Villa Santa Maria e sulla cucina tradizionale locale.
- Giuseppe Di Lello
Eventi e tradizioni
Tra le manifestazioni più importanti, la Rassegna dei Cuochi del Sangro che si tiene ogni anno la seconda domenica di ottobre, la festa della Madonna delle Grazie (ad inizio luglio) e la festa della Madonna in Basilica che si svolge tra il 9 agosto ed il 12 agosto.
Le fiere si svolgono il:
- 25 marzo
- la prima domenica di maggio
- la prima settimana di ottobre durante la rassegna dei cuochi del Sangro, trattasi di sagra che si svolge dal 1977. L'intento dei promulgatori di questa sagra era quello di creare una rassegna gastronomica nazionale. Nel 2008 si è giunti alla 31ª edizione. La manifestazione si svolge a partire dalla prima domenica di ottobre per tre giorni in occasione della ricorrenza di San Francesco Caracciolo. Dal 2000 la manifestazione viene festita dalla E.Ge.R.Cu. (Ente per la Gestione della Rassegna dei Cuochi) formato da rappresentanze del comune, della pro loco, dell'associazione cuochi, della parrocchia e della comunità montana di Villa Santa Maria.
- il 1º novembre
- il 6 dicembre durante la festa patronale, San Nicola di Bari
Frazioni: Contrada Madonna in Basilica, I Pagliai, Montebello, Villa Santa Maria Stazione.