Morro d'Oro è un comune della Provincia di Teramo, in Abruzzo.
Il patrono, San Nicola di Bari, si festeggia il 6 dicembre.
Frazioni: Case di Bonaventura, Case Merluzzi, Pagliare, Razzano, San Pietro, Torrenera, Sant'Antonio.
Confina con i comuni di Atri, Notaresco, Roseto degli Abruzzi.
E’ sito a cavallo delle vallate del Tordino e del Vomano.
L'abitato si estende su un colle alla sinistra del fiume Vomano.
Nella parte più antica è riconoscibile la struttura quattrocentesca del borgo fortificato. Interessanti nell'edilizia civile i particolari come cornici in pietra, ringhiere in ferro battuto.
Si segnalano la parrocchiale di San Salvatore, costruita nel XIV secolo e poi rimaneggiata, all'interno statua in terracotta della Madonna del XVI secolo, altari e organo barocchi, e l'ex convento di Sant’Antonio Abate, trasformato in casa colonica, nell'agro, con portale trecentesco.
Nei dintorni è l'importante abbazia di Santa Maria di Propezzano (secolo XIII), con portale dei primi del Trecento.
La sua economia è basata, da una parte sull'agricoltura, però di tipo avanzato e a colture selezionate (ortaggi e frutteto), oltre a quelle tradizionali: cereali in genere; dall'altra sul terziario (artigianato edile e, in minor misura, commercio); ma vi è anche un adeguato sviluppo industriale.
Le origini di Morro D'Oro risalgono al medioevo: probabilmente legate all'epoca degli incastellamenti (VIII - X secolo); ma, notizie probanti della sua esistenza non sono disponibili prima di un documento del 1021, che parla di una donazione fatta da Adelberto De Aprutio in favore del Monastero di Montecassino e in cui compare il tenimento di Muro e si menziona di un Castello Veccio.
Altri documenti del 1101 e del 1128, in cui compare il termine Murum (o Morrum), testimoniano ulteriormente della sua esistenza.
Nel XII secolo il territorio era infeudato a Trasmondo di Castelvecchio; ma dopo il 1200 anche Morro entrò nella zona di influenza degli Acquaviva, come, peraltro, era avvenuto, o avvenne in seguito, per gli altri paesi limitrofi, da Atri fino al fiume Tronto.
Nei secoli successivi le sorti di Morro, naturalmente, si identificarono con quelle della famiglia Acquaviva, sotto la cui giurisdizione rimase fino ai primi del '700. A tutto il 1807, la comunità di Morro fu aggregata amministrativamente a Notaresco.
Con il governo del Re di Napoli, Gioacchino Murat, in quell'anno fu provvisoriamente aggregata a Montepagano.
Già nel 1808 però, fu resa nuovamente autonoma, in linea di massima nella configurazione territoriale attuale.
Ha assunto l'attuale toponimo dopo l'unità d'Italia, prima si chiamava solo Morro (da murra, mucchio di pietre).
La prima menzione del paese (Murro) è nell'XI secolo.
Il toponimo Morro D'Oro, le cui origini, come abbiamo visto, sono indefinite (Murus, Murrum, Morrum, poi nel 1567 compare Moro, nel 1601 Murro e nel 1703 Morra) ha la sua definitiva denominazione in quello attuale, giusto Regio Decreto 13 dicembre 1863, n. 1616 ed in base alla delibera Consiliare del 18 ottobre, che così recitava: "... considerato che il Comune per la fertilità dei terreni è stato sempre abbondante, ritenendo che d'antico tempo gli è stato dato sempre l'epiteto di Morro d'Oro, ha deliberato la parola aggiunta [d'oro] debba essere scritta coll'apostrofo...".
Nel Catalogo dei Baroni (1150-1168) risulta appartenere a Trasmondo di Collevecchio.
Dal XIII secolo fu feudo degli Acquaviva, quasi ininterrottamente, fino all'estinzione della famiglia avvenuta nel XVIII secolo.
Monumenti e luoghi di interesse
• Abbazia di Santa Maria di Propezzano: la sua esistenza è accertata negli anni a cavallo dal 930 al 960, ma una consolidata tradizione, non probante e dai tratti a volte fantasiosi, la fa risalire al 10 maggio del 715 d.C.
Trattasi di complesso abbaziale in stile romanico-gotico, con la tipica disposizione dei conventi benedettini, struttura edilizia, la chiesa, il portale, il chiostro, l'abside, ecc.
E’ perfettamente conservato nella struttura originaria, in quanto anche i restauri, non molti, per la verità, a cui è stato soggetto sono stati eseguiti con perfetta aderenza all'origine, ivi compreso anche il materiale impiegato.
• Chiesa di San Salvatore, sita nel Capoluogo: la sua costruzione, in stile gotico, risale al 1331 ed è opera di Gentile da Ripatransone.
All'interno sono presenti altari lignei del 1500 e 1600, nonché tele del Ragazzini del 1600, e una statua della Madonna in cotto di scuola atriana del 1500.
• Convento di Sant'Antonio, circa 1 km ad ovest del capoluogo: di epoca medievale, notizie certe della sua esistenza risalgono al 1260, pare debba la sua fondazione alla venuta di San Francesco d'Assisi, che fu in Abruzzo almeno tre volte, nel 1215, nel 1220 (o 1222) e nel 1225.
Soppresso definitivamente per ordine di Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, e successivamente di Gioacchino Murat, entrambi Re di Napoli, non fu più riaperto.
Sconsideratamente tenuto in abbandono per circa 200 anni, attualmente è stato parzialmente ristrutturato.
Tuttavia, è ancora possibile ammirarne la struttura originaria esterna, anche se parzialmente modificata, ed alcune parti interne.
Personalità legate a Morro d'Oro
Michelangelo Cicconi, nato a Morro d'Oro il 17 gennaio 1751, dei chierici regolari della Pietrasanta, giustiziato a Napoli il 18 gennaio 1800 come aderente alla repubblica napoletana.
Eventi e tradizioni
Maggio: sagra delle virtù, minestrone con sette qualità di legumi secchi e sette di freschi, sette tipi diversi di pasta, e sette qualità di carni; piatto tipico teramano, in occasione della festa dei lavoratori;
Maggio: fiera dell'Ascensione, con esibizione di cori e mostra di abiti da sposa.