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Moscufo è un comune della Provincia di Pescara, in Abruzzo.

Il patrono, San Cristoforo, si festeggia il 25 luglio.

Frazioni: elenco in fondo alla pagina.

Confina con i comuni di Cappelle sul Tavo, Collecorvino, Loreto Aprutino, Pianella, Spoltore.

Nel paese, disteso su un colle che domina la valle del Tavo, è da vedere la chiesa di San Cristoforo, che si presenta nella ve­ste assunta nel Settecento: al­l'interno, stucchi e begli arredi lignei.

Il monumento più impor­tante sorge poco fuori dell'abita­to: la chiesa abbaziale di Santa Ma­ria del Lago, del XII secolo, con bel portale, e all'interno, a tre navate, splendido ambone dello stesso secolo e resti di decorazio­ne ad affresco duecentesca.

Sull'origine del nome "Moscufo" non c'è chiarezza.

Potrebbe derivare da Moscosus, oppure da Muskulf, nome di un capo longobardo che aveva posto il suo accampamento sul pianoro di Contrada Santa Maria, dove oggi c'è il cimitero e l'abbazia di Santa Maria del Lago.

Pare ci sia un toponimo uguale nell'Hannover.

Reperti di epoca preromana e ro­mana sono stati rinvenuti nel passato in zona, Santa Scolastica, Pischiarano, Astignano, Fosso Rio.

Le prime notizie dell'attuale abi­tato risalgono al IX secolo.

A fine Cinquecento era feudo dei Piccolomini; successivamente fu dei Figliola.

Diverse sono le tracce del passato di Moscufo.

Sembra che l'antico pagus romano fosse centrato intorno all'abbazia di Santa Maria del Lago, quindi più a sud dell'antico paese, come hanno testimoniato i frequenti ritrovamenti in quelle zone di monete romane e altri reperti. L'attuale conformazione del paese a borgo fortificato sarebbe di epoca carolingia. La natura di Moscufo come antico borgo fortificato è testimoniata dalla toponomastica: le due entrate del paese sono ancora soprannominate porta cieca e porta furia, e c'è una via del Castello. Inoltre rimangono ancora in piedi parte dalle mura, oltre che un bastione in cotto verso la valle del Tavo.

Fuori il paese, in campagna, ci sono ancora alcuni torrioni di avvistamento spuntati durante le incursioni turche (la casa-torre più vicina è datata da una maiolica al 1527).

La chiesa parrocchiale dedicata a San Cristoforo sorge nel cuore del paese di fronte al palazzo comunale.

Nel 1324 questa chiesa figurava già soggetta al pagamento delle dècime della Curia romana, ma l'attuale costruzione risale al XVII secolo.

La monumentale facciata, tutta in laterizio, rivela chiaramente il carattere barocco, infatti fu costruita nel 1607.

La forte muraglia è vivacizzata da lesène sporgenti e arretrate poggiate su alti basamenti e da aggetanti cornici. Il semplice portale è chiuso da battenti in legno dello stesso carattere barocco; nella lunetta soprastante ha risalto lo stemma municipale. Un ampio frontone curvilineo conclude la zona mediana della facciata, mentre il coronamento a fronte triangolare è classicheggiante. L'interno, ampio e luminoso, è ad unica navata su pianta rettangolare a spigoli arrotondati.

Ricco è l'ornamento scultoreo con varietà di stucchi; in gran parte eseguiti da Ambrosio Piazza: opulenti festoni, angioletti in atteggiamenti diversi, a tutto tondo e ad altorilievo, svolazzano sulle pareti, sugli archi, sugli altari laterali, creando un piacevole movimento.

Negli angoli concavi sporgono pulpiti convessi a creare maggior movimento e contrasti tra spazi ricurvi dove si aprono anche nicchie recanti statue di santi.

La zona presbiteriale è caratterizzata da un profondo arco a tutto sesto, riccamente ornato da stucchi; sulla parete di fondo la grande tela raffigurante San Cristoforo, incorniciata da rilevi in un festoso barocco.

Ai lati dell'altare maggiore, due grandi tele: "San Vincenzo De Paoli" e la "Madonna Addolorata".

Altre di un certo pregio, sugli altari laterali: "il purgatorio", il "SS. Rosario", "San Biagio" e il "San Francesco di Paola".

Altre pitture sulla movimentata volta a botte, in caratteristici riquadri, rappresentano scene ispirate al libro di Ester; le finestre, anche esse adornate da stucchi, sono coronate da profonde lunette.

Sotto la finestra mediana che illumina il presbiterio, due graziosi angioletti reggono lo scudo con lo stemma di Moscufo.

Anche le pareti laterali seguono un movimento tipicamente barocco: lesène binate dai ricchi capitelli artisticamente modellati si inseriscono nel fregio di altorilievi a festoni che, con l'aggettante cornicione, gira tutto intorno al perimetro della chiesa.

Due eleganti colonne isolate, poste su alti basamenti, reggono la sinuosa balaustrata dell'artistico organo in legno addossato alla parete retrofacciata.

Interessanti anche il coro in noce finemente intagliato e i confessionali realizzati nel 1778 da Fabrizio De Fabritiis di Orsogna.

È del 1780 il prezioso reliquiario di San Cristoforo, lavorato in argento.A pochi passi dalla chiesa, sorge il municipio (palazzo Orsini), restaurato recentemente, è diventato di nuovo sede del comune di Moscufo.

L'edificio, altro non è, antica dimora della nobile famiglia Orsini.

L'unica nota degna di citazione che emerge dalla facciata è l'artistico balcone in ferro battuto a linea sinuosa, che come la chiesa antistante, ricorda il possente stile barocco.

La struttura architettonica è molto semplice con rafforzamenti angolari e cornicione di completamento; le finestre sono prive di ornamenti.

Imponente, invece, il portone d'ingresso, anch'esso restaurato, che reca lo stemma del Comune.

All'interno un piccolo atrio conduce alla scalinata che immette al piano superiore con i vari ambienti intercomunicativi; vi sono ancora porte dipinte, dal carattere settecentesco; poco è rimasto, invece, della vecchia struttura. Oltre al palazzo Orsini, altro edificio civile degno di nota è palazzo Ferri.

Uscendo dalla piazzetta nel centro storico, che coincide con il punto più alto della collina su cui sorge Moscufo, e scendendo per le strade del paese, si incontrano via via tutti gli altri edifici della cittadina.

Altra chiesa settecentesca, con grazioso campanile a cipolla, è la chiesa della Pietà.

Chi sono anche due palazzi interessanti, il Palazzo Ferri è il Palazzo Orsini.

Santa Maria del Lago Il monumento di maggior rilievo di Moscufo è la bella chiesa romanica di Santa Maria del Lago. La chiesa, anticamente detta così per via della vicinanza del bosco (Lucus) era un'abbazia benedettina, come testimoniano le aperture laterali a forma di ogiva verso il chiostro.

La facciata, estremamente spoglia e semplice, introduce a un interno elegante e sobrio, con eleganti affreschi del XII secolo, purtroppo parzialmente sbiaditi dal tempo e dalla sovrapposizione di altre pitture.

Ma il vero capolavoro della chiesa è l'ambone policromo, del maestro Nicodemo da Guardiagrele, bellissimo esempio di scultura romanica.

Scolpite in rilievo sull’ambone vi sono storie veterotestamentarie, tra le quali: Davide – o Sansone? - che uccide il leone, Davide che affronta l’orso, Giona inghiottito dal pesce, Giona rigettato dal pesce. Storie di Santi, San Giorgio che uccide il drago.

Figure allegoriche; animali fantastici; deformi figure umane come telamoni.

In dimensioni maggiori e in rilievo molto più accentuato sono scolpiti i simboli del Tetramorfo, firmata e datata (1159).

Le ampie tracce di policromia ancora visibili fanno di questo pregevolissimo monumento - tra i maggiori d'Abruzzo, ma di rilievo senza dubbio nazionale - una rara testimonianza dell'uso di dipingere le sculture, un tempo molto diffuso ma oggi difficilmente visibile a causa del degrado del colore.

La stessa chiesa ospita ancora una pregevole Madonna con Bambino del 1465 circa, tavola di Andrea De Litio, massimo pittore abruzzese del suo tempo.

L'attiguo cimitero, di fondazione napoleonica, vale una visita perché i moscufesi hanno replicato le amatissime forme di Santa Maria del Lago per le proprie cappelle funebri, disegnando uno scenario assolutamente caratteristico.

Città gemellate: Mlawa – Polonia

Eventi e tradizioni: 17 Gennaio, festa di Sant’Antonio abate; Martedì di Pasqua, festa di Santa Maria del Lago; 25 luglio, festa del patrono San Cristoforo.

Frazioni: Bivio Casone, Casale, Moscufo Scalo, Pischiarano, Selvaiella, Senarica, Valle Pelillo, Villa Sibi.

 

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