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Onna è una frazione del comune dell'Aquila.

Il nome di Onna si fa derivare dal latino unda (= onda), che rispecchia le caratteristiche geografiche fisiche della frazione, situata nei pressi della confluenza tra la Vera e l'Aterno.

La località è menzionata per la prima volta nel 1178, come Villa Unda, in una bolla papale di Clemente III, e in seguito ancora in una bolla di Innocenzo III nel 1204.

Le origini abitative più remote risalgono all'epoca preromana: a lungo non è possibile parlare di un autentico centro urbano, e d'altra parte si trattava di un sito completamente indifeso.

Ma la fertilità della conca aquilana rese vantaggioso lo sfruttamento del terreno e quindi l'insediamento dell'uomo.

Analoga situazione seguì alla conquista romana.

La formazione del paese vero e proprio appare databile intorno al 1000.

In generale, comunque, Onna non ebbe storia indipendente dal resto del territorio rurale dell'Aquila, e restò feudo di vari signori succedutisi dal medioevo all'età moderna.

Pertinente al comune di Paganica, alla soppressione di questo nel 1927 venne aggregata definitivamente a quello dell'Aquila.

Nella seconda guerra mondiale si ricorda L'eccidio di Onna:  l'11 giugno 1944 gli occupanti nazisti trucidarono 17 persone,

Il 6 aprile 2009, il terremoto che colpì l'Aquilano devastò Onna, che saltò agli onori delle cronache nazionali e internazionali.

La maggior parte degli edifici del paese crollarono e quelli rimasti in piedi subirono comunque danni gravissimi.

A Onna vi fu anche il maggior numero di vittime umane del terremoto, 41 circa il 15% della popolazione. Perirono anche animali a causa del crollo di più stalle del paese.

Oltre ai soccorsi per le vittime umane, furono inviati dei contadini per aiutare gli animali che si trovavano in stalle scampate alla catastrofe.

Dopo il sisma, in ricordo della strage del 1944, l'ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia Michael Steiner ha promesso il contributo della Germania alla ricostruzione della frazione.

Il terremoto ha portato anche ad un effetto paradossale: il 25 aprile 2009 ci si è accorti che dalla chiesa di San Pietro Apostolo, venuto meno l'intonaco che li copriva, erano emersi frammenti di preziosi affreschi del Quattrocento.

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