Torremaggiore è un comune della provincia di Foggia, in Puglia.
Il patrono, San Sabino, viene festeggiato dal primo sabato di giugno al lunedì successivo.
Torremaggiore è nota in particolare per essere stata la città natale di Nicola Sacco, l'immigrato italiano anarchico che, insieme a Bartolomeo Vanzetti, venne ingiustamente ucciso sulla sedia elettrica nel 1927 nel carcere di Charlestown (Massachusetts).
L'abitato sorge su un colle a 169 metri sul livello del mare.
Il comune è inserito nella zona 2 della classificazione sismica dei comuni italiani.
Tra i sismi storici più importanti va ricordato quello delle 16 del 30 luglio 1627, quando Torremaggiore fu colpita da un violento terremoto che rase al suolo tutta la città e i comuni limitrofi provocando centinaia di morti.
Altri terremoti di grande importanza colpirono la città anche nel corso del XX secolo.
Il giorno 31 ottobre del 2002 alle ore 11.32 la città fu colpita da un violento terremoto del 6º grado della scala Richter (VII scala Mercalli) provocando molti danni alle abitazioni e luoghi di culto e anche alcuni feriti.
Il giorno seguente 1º novembre del 2002 ore 16.00 circa, la città fu colpita da un'altra scossa molto violenta come la precedente.
Durante i giorni successivi si registrarono 3000 scosse di assestamento.
Il paese più colpito fu San Giuliano di Puglia dove si registrò l'epicentro e il crollo di una scuola elementare-media che provocò la morte di 27 bambini e una maestra.
La storia della cittadina è legata a quella del Monastero Terrae Maioris e al borgo medievale di Castel Fiorentino (o Fiorentino di Puglia), i cui ruderi si trovano in agro di Torremaggiore a 10 km dall'abitato presso la strada provinciale San Severo-Castelnuovo della Daunia.
Fiorentino, borgo bizantino di frontiera, fu rifondato a opera del catapano Basilio Boioannes intorno al 1018.
In seguito, esso cadde sotto il controllo normanno, poi svevo, quindi angioino. Fiorentino è passato alla storia perché ha accolto l'imperatore Federico II, deceduto nella sua domus nel dicembre 1250.
Nel 1255 il borgo fu attaccato dalle soldataglie di papa Alessandro IV, nemico degli Svevi. Intanto agli abitanti di Dragonara, un altro borgo medievale situato a ovest di Torremaggiore, di cui resta solo un castello adibito a usi agricoli, capitò la stessa sorte, e tutti i suoi abitanti si rifugiarono nei pressi del Castrum normanno-svevo di Torremaggiore, all'ombra dell'abbazia benedettina di san Pietro insieme agli abitanti di Fiorentino.
Così, l'abate Leone permise loro di fondare un nuovo borgo, che verrà indicato col termine Codacchio nel XVII secolo.
La fusione dei profughi di Fiorentino e Dragonara con gli abitanti del casale abbaziale di Terra Maggiore diede vita all'odierna cittadina di Torremaggiore.
Quest'ultima denominazione prende spunto, molto probabilmente, dalla torre normanno-sveva che tuttora costituisce il nucleo più antico del Castello Ducale.
Per cinque diversi secoli, la cittadina fu feudo della nobile famiglia de Sangro (o di Sangro), principi di San Severo e duchi di Torremaggiore.
Il 30 luglio 1627 un devastante terremoto distrusse i centri urbani dell'Alto Tavoliere e rase quasi completamente al suolo anche Torremaggiore.
Il 17 marzo 1862, in pieno brigantaggio, nei pressi della città avvenne una dura battaglia tra un plotone dell'ottavo reggimento di fanteria e l'armata di Carmine Crocco, noto capobrigante della Basilicata. Le truppe regie subirono una pesante sconfitta: 21 militari rimasero uccisi, compreso il loro capitano Francesco Richard.
Il 6 dicembre 1990 Torremaggiore fece il giro di tutte le testate informative nazionali per via di un fatto di cronaca nera: furono assassinati in municipio l'assessore comunale Lucio Palma e il segretario comunale Antonio Piacquaddio, a cui in seguito è stato dedicato il piazzale Pineta Comunale (oggi Parco B.P., in seguito al progetto dell'Agesci Cento Piazze), una delle più grandi dell'intera provincia.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Santuario di Maria SS. della Fontana
Il santuario trae origine da un'antica cappella rurale con annessa fontana pubblica, edificate intorno al X secolo dai benedettini di San Pietro.
Originariamente dedicata alla Madonna dell'Arco, fu ristrutturata nel XVI secolo dal duca Giovan Francesco de Sangro e successivamente, a spese dei fedeli, nel 1830 e 1894. Durante i lavori di ampliamento eseguiti tra il 1916 e il 1920 assunse l'aspetto neo-romanico, a firma dell'architetto Ettore Lanzinger.
Subì imponenti lavori di restauro negli anni 1973-1976, che modificarono profondamente l'interno. Vi si venera un affresco, probabilmente cinquecentesco, raffigurante la Madonna coi santi Francesco d'Assisi e Antonio di Padova, nonché il simulacro della Vergine, del 1897.
All'incremento cultuale, verificatosi nella prima metà del Novecento, corrispose un considerevole afflusso di "ex voto", costituiti in gran parte da oggetti d'oro e d'argento, e di tavolette votive tipiche dei santuari dell'Italia meridionale.
L'erezione della chiesa a parrocchia, avvenuta nel 1944, contribuì all'aumento del fasto delle celebrazioni in onore della Vergine della fontana, quindi alla crescita del culto. Testimonianza di quest'ascesa è l'elevazione della chiesa a santuario diocesano nel 1960 e l'incoronazione del simulacro della Madonna e del Bambino con diademi d'oro il 23 ottobre del 1983.
Sulla piazza prospiciente il santuario, si erge il monumento alla Madonna della Fontana inaugurato il 16 aprile 1990 dal cardinale Jozef Tomko.
Nei pressi sorgeva la Fontana monumentale, costruita dai benedettini per sopperire alle necessità idriche del monastero di San Pietro e del casale Terrae Maioris.
La fontana raccoglieva le acque sorgive provenienti dal piano comunale che, grazie a un acquedotto sotterraneo dotato di spiracoli, trovavano sbocco proprio dinanzi a Santa Maria dell'Arco (da qui l'origine dell'appellativo Chiesa della Fontana).
Ristrutturata dal feudatario Giovan Francesco de Sangro nel 1582, divenne proprietà comunale nel 1808. La fontana aveva due vasche: la prima, coperta da una volta a crociera alta m. 4,50, lunga 5 e larga 2,50; la seconda, contigua e scoperta, lunga 10,50 m e larga 2,20 m. A causa di profonde lesioni della volta e degli alti costi di manutenzione, il Comune fece demolire la fontana nel 1906.
Questo provocò infiltrazioni di acqua sia nei sotterranei delle abitazioni circostanti sia nelle fondazioni della chiesa stessa, che ne resero pericolante la struttura, successivamente consolidata.
I festeggiamenti in onore della Madonna della Fontana, titolare dell'omonima parrocchia, si celebrano il martedì e il mercoledì in albis (cioè il martedì e il mercoledì successivo alla Pasqua).
In origine la festa si svolgeva il Lunedì dell'Angelo (ricorrenza liturgica della Madonna dell'Arco) con la processione nell'agro e la benedizione di carri e mezzi agricoli (oggi dei trattori agricoli e camion). In seguito all'inglobamento della chiesa nel centro abitato, la festa campestre assunse connotati civili e negli anni quaranta la processione fu trasferita al martedì in albis.
Risale agli anni novanta l'istituzione di una seconda processione il mercoledì in albis. Dai primi anni del Novecento la processione si arricchì dell'usanza di sparare batterie pirotecniche. Nonostante oggi, come ieri, la festa della titolare della parrocchia non rivesta carattere patronale, concorre per fasto e partecipazione popolare con i festeggiamenti del Santo Patrono Sabino.
Altre architetture cattoliche
La Chiesa matrice di San Nicola è stata costruita nel XIII secolo dai profughi di Fiorentino che fondarono il Codacchio, il quartiere medievale che sorge di fronte alla chiesa.
Per via di questa origine, i parroci conservano il titolo onorifico di canonici di Fiorentino.
Le fu annessa la cura delle anime fin dalla sua origine.
Distrutta dal terremoto del 1627, fu ricostruita e riaperta al culto nel 1631.
L'armonioso interno, a tre navate, conserva un pregevole coro ligneo, un dossale intagliato del XVII secolo aurifregiato con al centro il simulacro di San Nicola, cappelle laterali, tele di varie epoche e lapidi funerarie.
Il campanile è di stile romanico-pugliese.
La chiesa di Santa Maria della Strada è la seconda parrocchia storica. Fondata dalla popolazione greco-albanese residente a Torremaggiore nel Cinquecento, è stata eretta a parrocchia nel 1593. L'interno, a navata unica, ha due cappelloni laterali, quello della Riconciliazione e quello del Sacramento.
Nel tempio si venera il simulacro di San Sabino di Canosa, patrono principale della città, e si conserva una fonte battesimale in pietra del 1604.
La chiesa di Sant'Anna (o del Rosario) fu eretta nel 1701 dal principe Paolo de Sangro quale sepolcreto di famiglia.
Donata da Raimondo di Sangro alla confraternita del Rosario nel 1756, fu danneggiata da un incendio nel 1926 e restaurata dall'artista concittadino Vittorio Rotelli.
Gli ultimi restauri risalgono al 1998.
L'unica navata, conclusa da uno scenografico presbiterio sopraelevato, custodisce i simulacri della Vergine del Rosario e del Cristo morto, quest'ultimo recato in processione il Venerdì Santo. Dietro all'altare è conservato il Cristo distrutto nell'incendio, ancora intatto, ma carbonizzato. Da segnalare la cripta sepolcrale.
La chiesa della Madonna Addolorata (o del Carmine) è stata edificata nel 1730 su un locale donato dal principe Raimondo di Sangro.
Era affidata ai carmelitani, che alloggiavano nel convento adiacente, qui trasferitisi dalla località Carmine Vecchio.
Nel 1836 la chiesa fu ceduta alla Confraternita della Morte. La facciata, barocca, è adornata da quattro statue allegoriche, rappresentanti le tre virtù teologali e una cardinale. L'unica navata custodisce il simulacro della Madonna Addolorata, patrona principale della città, e un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna dell'Iconicella dipinto dagli albanesi e rinvenuto in località Pagliara Vecchia, oltre ai dipinti del pittore locale Aurelio Saragnese.
La chiesa della Madonna del Rito o di Loreto fu edificata nel XVI secolo da immigrati greco-albanesi. Questi ultimi alloggiavano al di fuori delle mura perimetrali del borgo e infatti la chiesa sorge subito oltre l'unica porta superstite nota come "Arco Borrelli" o "Porta degli Zingari".
Distrutta dal sisma del 1627, fu ricostruita nel 1711 a spese della famiglia Manuppelli; il campanile è del 1939.
All'interno si venera un'icona bizantina della Beata Vergine Odigitria, opera del pittore Passeri, realizzata a Civitate su commissione della famiglia di origine albanese Tosches nel 1571.
Il paliotto dell'altare maggiore è un bassorilievo tardoromanico raffigurante l'Annunciazione, forse proveniente dalla stessa Civitate. Questa chiesa fu visitata da San Giuseppe Moscati.
La chiesa di Santa Maria degli Angeli è annessa all'ex convento dei cappuccini. Edificata nel 1628, all'interno conserva una grande tela raffigurante la Madonna col Bambino tra angeli e santi, opera del 1636.
La chiesa delle Sante Croci (o di san Matteo) fu costruita nel XVIII secolo. Riedificata tra il 1832 e il 1838, era preceduta da una teoria di 14 cappellette con croci, realizzate dal 1833 su invito di sant'Alfonso Maria de' Liguori, che visitò Torremaggiore durante una missione evangelizzatrice. Le cappellette furono successivamente abbattute. Nel 1943 la chiesa fu affidata ai frati minori, che costruirono il vicino convento del Sacro Cuore.
La chiesa di Gesù Divino Lavoratore è sede della quarta parrocchia. Fondata in località Torrevecchia (in vernacolo a rupe Torrevecchij) ed eretta canonicamente nel 1977, è situata in prossimità del luogo in cui sorgeva l'antica abbazia benedettina dei Santi Pietro e Severo (monasterium Terrae Majoris), come ricorda una lapide apposta sul campanile nel 1998. Tale lapide è stata successivamente spostata sul lato esterno sinistro della chiesa a seguito dei lavori di completamento e abbellimento del campanile.
La facciata marmorea della chiesa, aperta al culto il 7 giugno 1980, è stata realizzata nel 1985; notevole è il mosaico di Filippo Pirro (raffigurante Gesù) che decora la lunetta del portale. L'interno è decorato da diciotto pannelli policromi raffiguranti l'Ultima cena, i quattro evangelisti e l'agnello pasquale ed è notevolmente ingentilito e abbellito da un'imponente copertura lignea ad ampie volute a sigma inclinati.
Sul fianco sinistro si trovano nell'ordine, verso l'abside, il confessionale, il Crocifisso, la statua della Madonna Assunta, portata in processione ogni anno il giorno di Ferragosto, e la statua di San Giuseppe Artigiano che stringe in una mano il martello e posa l'altra sul figlioletto. Sul fianco destro si trovano invece i pannelli raffiguranti le tappe della Via Crucis.
La chiesa dello Spirito Santo, in cui è stata eretta la quinta parrocchia della città nel 1998, è stata consacrata il 7 giugno 2003; l'ampia aula liturgica ospita opere dell'artista Ernesto Lamagna. È sorta su territorio e con popolazione della parrocchia di San Nicola, da cui si distaccò per via dell'espansione urbanistica sulla direttrice viaria per San Paolo di Civitate.
Nel XX secolo è stata scelleratamente demolita la chiesa di San Sabino, dedicata al patrono principale della città, che sorgeva presso l'attuale Casa della Divina Provvidenza. Da ricordare inoltre la chiesa di Santa Sofia, il cui nome rimanda chiaramente alle sue origini orientali, sita nel III vico del Codacchio, di cui rimane un occhiello in muratura su una parete, per il quale passava la corda per la campana, e la chiesa di Sant'Antonio abate, sita nella via omonima, della quale resta solo l'arco del portale.
Quest'ultimo edificio fu eretto nel XVI secolo e possedeva un altare e una statua del santo, opere rinascimentali in legno indorato; vi officiava la confraternita omonima.
Architetture religiose non cattoliche
Chiesa Evangelica dei Fratelli, via F. Ferrucci 21.
Architetture militari
Di rilevante interesse storico è il castello dei duchi di Sangro, dichiarato monumento nazionale il 22 agosto 1902: ampliato a più riprese intorno a un'originaria torre normanna, si è cristallizzato in forma rinascimentale.
È caratterizzato da sei torri, quattro circolari e due quadrate.
La torre quadrata centrale, il Maschio, è la parte più antica del Castello ed è caratterizzata da una meridiana sul lato che si affaccia sul cortile.
Lo stesso cortile, cui si accede dall'ingresso principale, è contraddistinto da una pavimentazione in pietra lavica, da un cancello sulla sinistra, che immette al piano ammezzato, subito seguito dalla scala di accesso alla sala del trono e quindi al piano nobile. In fondo, sul lato apposto all'accesso, si trovano invece un portico e il pozzo interno del castello.
La solenne sala del trono, al piano nobile, raggiungibile con un'ampia doppia scala, è circondata da un ricco fregio ad affresco realizzato nel Seicento. Il piano ammezzato (ex Corpo di Guardia) ospita la mostra archeologica dei reperti di Fiorentino.
Il 30 gennaio 1710 nel castello ducale di Torremaggiore vide la luce lo scienziato Raimondo di Sangro. Prospiciente il Castello, sorge l'edificio del Teatro Ducale, anticamente collegato al Castello mediante un arco di cui rimane visibile l'attaccattura sulla facciata del Teatro.
Il Monumento ai caduti, realizzato da Giacomo Negri nel 1923 per commemorare i caduti della prima guerra mondiale. In onore dello scultore, presso il Castello Ducale è stato istituito un piccolo museo nel quale sono esposte alcune tra le sue opere.
Nei pressi della Chiesa Matrice di San Nicola, è ancora intuibile la strozzatura di una delle antiche porte non più esistenti.
Questa, denominata in vernacolo a port k'ccion', probabile corruzione di Porta di Uguccione, era la più vicina al rione Codacchio.
Quest'ultimo presenta ancora ben visibili, nel tratto prospiciente la via di circonvallazione, i resti dei meniali, (dal latino moenia, mura di difesa) tipiche strutture di difesa delle località in cui si erano stabilite comunità di albanesi.
Tali strutture sono ben visibili, per esempio, nella vicina Chieuti.
Personalità legate a Torremaggiore
Ruggero di Puglia (c. 1205 – 1266), vescovo di Oradea (Romania)
Luigi Rossi (1597 – 1653), musicista
Pietro Agostino Scorza (Scortia) - (n. 11 luglio 1676) - arcivescovo di Amalfi
Raimondo di Sangro (1710 – 1771), scienziato
Michele Caruso (1837 – 1863), brigante
Emilio Ricci (1891 – 1915), medico morto in guerra
Nicola Sacco (1891 – 1927), emigrante in USA, anarchico, ucciso sulla sedia elettrica.
Bartolomeo Vanzetti (1898 - 1927) emigrante in Usa, anarchico, ucciso sulla sedia elettrica.
Don Tommaso Leccisotti (1895 – 1982), storico e archivista dell'abbazia di Montecassino.
Antonio Lippi (1900 – 1957), generale di divisione aerea dell'Aeronautica Militare, protagonista della trasvolata atlantica del 1933 realizzata con Italo Balbo.
Domenico De Simone (1926), parlamentare del PCI e dirigente nazionale della Lega delle Cooperative.
Ferdinando Marinelli (1924 – 1999), avvocato penalista e politico.
Renato Raimo, farmacista e attore.
Osvaldo Supino, cantante.
Il Comune ha concesso la cittadinanza onoraria a Maria Stella Calò Mariani, docente presso l'Università di Bari, all'attivista politica Silvia Baraldini e al poeta di origini daune Joseph Tusiani.
Gemellaggi
Torremaggiore è gemellata con:
- Canosa di Puglia: dal 2003, sulla figura del vescovo di Canosa, Sabino, patrono della città.
- Villafalletto, dal 2009, sulla figura di Bartolomeo Vanzetti, nato nella città piemontese, anarchico condannato a morte assieme a Nicola Sacco, cittadino torremaggiorese.
- Buffalo, Stati uniti, dal 2004, nato dall'idea di alcuni studenti e di un docente del Liceo Nicola Fiani, gemellatisi nel 2002 con l'Hutchinson Central Tech di Buffalo.
L'Associazione "Torremaggiore-Buffalo" si occupa di mantenere relazioni culturali ed economiche con la città americana.
Eventi
Ultima domenica di Carnevale "CARNEVALMENTE", sfilata di gruppi mascherati, carri allegorici e maschere singole. Manifestazione organizzata dal comune di Torremaggiore in collaborazione con la Associazione A.P.S. Sbandieratori e Musici Florentinum città di Torremaggiore.
19 marzo "Falò San Giuseppe", a cura della Pro-loco "P.Barbieri" e di Associazioni locali e comitati spontanei
Festa di Maria Santissima della Fontana: si tiene il martedì e il mercoledì dopo la Pasqua, preceduta dalla benedizione degli autoveicoli e autocarri il lunedì di Pasquetta. Lungo i percorsi processionali del simulacro della Vergine si fanno esplodere caratteristiche batterie pirotecniche.
Festa patronale di San Sabino: si tiene dal primo sabato di giugno al lunedì successivo. Le è abbinata una grande fiera dedicata all'agricoltura che richiama, dal 1834, addetti ai lavori, appassionati e turisti dall'intera provincia.
13 giugno festa di San'Antonio da Padova, con processione per le vie cittadine del simulacro del Santo, ospite della locale chiesa di Santa Maria degli Angeli (attigua l'ospedale cittadino)
20-25 giugno "Festival della canzone anni 60-70" a cura della Pro-loco "P.Barbieri"
Corteo Storico di Fiorentino e Federico II: Rievoca gli eventi della fondazione di Torremaggiore a opera dei profughi provenienti da Fiorentino nella seconda metà del sec. XIII. Si è svolto, tradizionalmente, nel mese di agosto. Dal 2013 l'evento Corteo e Palio è stato abbinato alla Festa Patronale di San Sabino, che si tiene nel mese di giugno. Nel 2014 si celebra la XXX edizione con una settimana medievale dal 29 maggio al 3 giugno.
"Jezzinvilla": a cura dell'ACM si svolge alla fine di luglio
"Presepe Vivente Borgo antico Codacchio" a cura della Associazione A.P.S. Sbandieratori e Musici Florentinum città di Torremaggiore, con scene e arrangiamenti a cura della Ass. Scout AGESCI 1 Torremaggiore. La manifestazione si tiene la domenica precedente il Natale.