Pescasseroli è un comune della Provincia dell’Aquila, in Abruzzo.
Il patrono, San Paolo, si festeggia il 25 gennaio, il giorno della sua conversione.
Confina con i comuni di Alvito (FR), Bisegna, Campoli Appennino (FR), Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, Opi, San Donato Val di Comino (FR), Scanno, Villavallelonga.
Ubicata in una conca a quota 1167m s.l.m. nel cuore dei Monti Marsicani, il territorio comunale fa parte del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. di cui è anche la sede amministrativa centrale.
E' sede anche dell'omonima stazione sciistica posta a pochi chilometri dal centro abitato lungo le pendici del Monte delle Vitelle (1966m).
Gode di un clima freddo in inverno e fresco d'estate. A causa dell'esposizione alle correnti umide occidentali, è molto probabilmente il centro abitato più piovoso d'Abruzzo con le precipitazioni, piovose e nevose, che superano spesso i 2000mm annui, record di quasi 2800mm nel 2010, distribuite principalmente nella stagione autunnale, invernale e primaverile.
È inoltre uno dei luoghi a parità di quota con la temperatura media annuale più bassa d'Abruzzo.
Queste due caratteristiche la rendono estremamente interessante e a tratti unica sotto il profilo meteo-climatico tanto da meritare una postazione fissa di monitoraggio atmosferico con la presenza dell'omonima stazione meteorologica.
Il nome pare derivare da Pesculum Serulae che significa "roccia affiorante sul Sangro".
Alla vista del visitatore che si accinge a raggiungere la cittadina appare una meravigliosa scenografia: la cinta delle case alte della "Costa", Queste, quasi a comprova di una esistenza ultra centenaria, si stringono gelosamente al colle del "Castello", mentre superbamente si elevano al cielo i ruderi della antica "Fortezza longobarda", e, più in là, la elegante struttura cistercense della chiesa Madre, sovrastata dalla severa torre campanaria di ordine romanico.
Il colle del Castello, che come una muraglia grigia e gigantesca si erge sulla cittadina, quasi a strapiombo, nei suoi ruderi conserva i resti di una antica civiltà.
Ai piedi del colle, giù nella valle, scorre il fiume Sangro il cui nome richiama alla memoria antiche trasmigrazioni pelasgiche.
Pescasseroli affonda le radici nei più antichi tempi.
Da fondi leggendarie (Silio Italico - De Bello Punico-IX) se ne attribuisce la fondazione a popolazioni peligne le quali, distaccatesi con un "Primavera sacra" dal ceppo originario, vennero ad insediarsi sul colle, poi chiamato "Castel Mancino".
La parte più antica dell'abitato sorge ai piedi dello sperone roccioso «pesco») su cui si trovano i resti di Castel Mancino.
Nella leggenda marsicana il poeta pastore Cesidio Gentile fa derivare la fondazione di Pescasseroli dalla vicenda drammatica di un giovane cavaliere crociato, Serolo, figlio del Conte Maracino, signore del castello.
Serolo, partecipando alla Ia Crociata, incontra in Palestina la bella saracena Pesca, della quale si innamora e che sposa.
In compagnia di un santo anacoreta, che aveva con se la statuina lignea della Madonna nera, Pesca viene mandata da Serolo al castello.
Una volta al castello, il vecchio Conte si invaghisce di Pesca che, fuggendo, viene raggiunta ed uccisa in prossimità di una sorgente (quel posto è da allora chiamato "malafede").
Tornato dalla Crociata ed appresa la morte cruenta della sua sposa, Serolo muore di dolore. Sulla tomba dei due giovani sposi il vecchio Conte, in espiazione del delitto, fonda il paese che chiama Pescasseroli dall'unione dei due nomi.
La terra di Pescasseroli nei secoli "bui" appartenne ai conti di Celano, poi ai di Sangro e ai d'Aquino e, quindi, ai marchesi del Vasto.
E’ stata anche feudo di Vittoria Colonna e di Maria d'Aragona.
Fin dal 1283 - anno in cui Cristoforo d'Aquino ne ottenne la istituzione dal re Carlo d'Angiò - si teneva nella piazza del paese, il giorno dell'otto di settembre, la fiera, ancora oggi iscritta nell’albo fieristico italiano.
Già ai tempi di Varrone la popolazione si componeva quasi tutta di pastori.
Delle tre grandi "vie d'erba" una appunto inizia da Pescasseroli, che e stata la capitale pastorale di questa zona.
Traversando il ponte di Santa Venere (Veneranda) sulla destra e ancora visibile Finizio di uno dei grandi "Tratturi" segnato, fino a qualche tempo fa, con una pietra detta il "Titolo".
Dominio della famiglia Borrello (XI secolo), Pescasseroli passò come "suffeudo" ai di Sangro.
Da questi, dopo la caduta degli svevi, giunse, per via femminile, ai d'Aquino.
Nel 1349, quando Adenolfo II d'Aquino perì, con tutta la famiglia, sotto le rovine del castello di Alvito, andò al ramo dei conti di Loreto.
Nel 1461, la baronia di Pescasseroli fu ereditata da Antonella d'Aquino, marchesa di Pescara.
Alla fine del XVI secolo, il feudo fu venduto a Giovan Giacomo di Sangro, che morì nel 1607. Messo all'asta, si registrò da questo punto fino all'inizio del XVIII secolo una lunga successione di diversi possessori, finché nel 1705, per il prezzo di 15.770 ducati, fu acquistato dai Massa di Sorrento, che furono gli ultimi baroni di Pescasseroli, prima dell'affacciarsi della nuova borghesia ottocentesca, nel caso specifico esemplificata dalla famiglia Sipari.
Ai primi decenni dell'ottocento, in conseguenza della affrancazione Murattiana del Tavoliere, esplode l'economia pastorale che genera una classe sociale economicamente e culturalmente elevata.
Quest'ultima fa prevalere in Pescasseroli l'attività della "Masseria da campo", cioè della proprietà agricola nel Tavoliere, sulla "Masseria delle pecore", cioè sulla attività pastorale, tradizionalmente pura e semplice, cui era viceversa dedita tutta la restante, piccola e forte, oligarchia proprietaria pescasserolese.
La vicenda della transumanza, innestata ai nascenti processi sociali, e stata cantata dal poeta Cesidio Gentile (Jurico), nato nei 1847, che apprese da se a leggere ed a scrivere al riflesso del fuoco negli stazzi.Poco dopo la nomina di senatore del Regno, ed ormai quarantaquattrenne, Benedetto Croce tornò per la prima volta dalla nascita a Pescasseroli nell'agosto del 1910.
Il 21 agosto di quell'anno, dal balcone di Palazzo Sipari, pronunciò un discorso, più noto come Discorso di Pescasseroli, nel quale salutò i propri concittadini, rammaricandosi per non essere tornato prima.
La ragione di ciò era dal filosofo individuata nel timore (utilizzò anche il termine "fantasma") di disperdere le belle immagini che del borgo marsicano si era fatto, come in un sogno, attraverso i tanti racconti che, quando era piccolo, aveva udito dalla madre, Luisa Sipari.
Aveva dunque paura che il sogno non corrispondesse alla realtà. Questa, tuttavia, era migliore del sogno, tanto che Pescasseroli gli parve «più bella, più ampia, più gaia» e persino «più civile» di come l'aveva vagheggiata.
Belle parole, quelle di Croce, che si conclusero anche con una sorta di profezia, secondo la quale il nome del suo paese natale sarebbe diventato in pochi anni «familiare a tutti», perché a Pescasseroli sarebbero arrivati «da ogni parte, i villeggianti e gli escursionisti».
Nel riconoscergli quell'antiveggenza che soltanto i grandi uomini possono vantare, non va trascurato che una parte della fama del borgo altosangrino sia dovuta anche all'opera dello stesso filosofo, che presentò, da ministro della Pubblica Istruzione, il disegno di legge Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico (approvato poi con la Legge 778 del 1922), primo fondamento legislativo dei parchi nazionali italiani , e che scrisse la monografia di Pescasseroli, più tardi collocata in appendice alla prestigiosa Storia del Regno di Napoli.
In seguito a quella visita, Croce donò al Comune il manoscritto della "Logica", che, dedicata ai suoi genitori, era uscita nel 1909.
Pescasseroli è conosciuta come stazione climatica, luogo di villeggiatura sia estiva che invernale, e come principale centro del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Nel paese, infatti, si trovano un museo e un centro di visita con alcuni esemplari della fauna autoctona, fra cui l'orso marsicano, oltre alla ricostruzione della tomba dei resti di una donna che abitò la zona nel VI secolo a.C.
Nel centro storico spicca Palazzo Sipari (costruito nel 1839), sede della Fondazione intitolata ad Erminio Sipari, deputato e fondatore del Parco, ove il 25 febbraio 1866 nacque Benedetto Croce.
Degna di rilievo è anche l'Abbazia dei Santi Pietro e Paolo, fondata intorno al 1100.
In essa si trova una statua lignea raffigurante la Madonna col bambino datata intorno al XIII secolo.
L'8 settembre 1752 il Capitolo Vaticano, inviando una preziosa corona d'oro, procedette alla Solenne Incoronazione della statua.
Pescasseroli è gemellata con:
Foggia (Italia)
Candela (Foggia - Italia)
Castellane (Francia)
Personalità legate a Pescasseroli
Eventi e tradizioni
17 gennaio, Sant'Antonio Abate: Processione con benedizione del fuoco, dell'acqua e degli animali.
25 gennaio, Conversione di San Paolo, patrono del Comune di Pescasseroli
2 febbraio, Giorno della "Candelora" la Candela benedetta, anni fa, veniva custodita nelle abitazioni e accesa soltanto in caso di forti tempeste.
3 febbraio, Festa di San Biagio protettore dei mali della gola. Durante la celebrazione eucaristica si tiene la benedizione dei dolciumi e delle caramelle nella chiesa parrocchiale con folta partecipazione di giovani e fanciulli.
Venerdì Santo, Via crucis per le strade del paese con altarini preparati in ogni quartiere.
Giugno, Festa del Corpus Domini con infiorata che percorre tutte le strade del paese.
29 giugno, Festa dei SS. Pietro e Paolo.
Luglio, Ecolonga: Gara Podistica;
15-16 luglio, Festa della Madonna del Carmine.
Ultima domenica di luglio, Sagra dell'agnello, Festa della Madonna di Monte Tranquillo;
8-9 settembre, Celebrazioni per la "Madonna nera dell'Incoronata".
Prima domenica di ottobre, Festa della Madonna della Vittoria (o dei Pastori).
24 dicembre "Tomba", Falò davanti la chiesa parrocchiale.