Castel di Ieri è un comune della Provincia dell’Aquila, in Abruzzo.
Il patrono, San Donato, si festeggia il 3 settembre.
Confina con i comuni di Castelvecchio Subequo, Cocullo, Goriano Sicoli, Raiano.
E’ annoverato fra i Borghi Autentici d'Italia.
Fa parte del Parco regionale naturale del Sirente - Velino.
Si trova nella valle Subequana, a 519 metri sul livello del mare, costruito su un cocuzzolo, sulla via Tiburtina Valeria.
Castel di Ieri è geograficamente collocato ad est nella Valle Subequana ed allineato nella direttrice Sud/Nord da Goriano Sicoli - Castel di Ieri - Castel Vecchio Subequo - Secinaro.
Dalla pianura dell'ex Lago di Fucino, dopo Collarmele, Tiburtina Valeria sale verso il passo di Forca Caruso.
Alla quota di 1.107 metri, il viaggiatore trova un paesaggio brullo, battuto dai venti gelidi, sia nel pianoro di "Femmina morta" che sul passo stesso, nonché un panorama mozzafiato.
Arrivati al chilometro 146 è obbligo fermarsi per motivi "archeologici" in primis, e per ammirare la sottostante Valle Subequana.
Infatti da questo punto inizia il Colle Cipolla, Narola, Le castagne con il sito necropoli dei "CEDICI" Primo insediamento di soldati Romani nel 389 a.C.
La necropoli, rinvenuta nel 1987, ne dà testimonianza .
Da questa posizione si ammirano i tornanti di strada già percorsi da ovest, con il monte della Selva, il passo di Forca Caruso, il monte Ventrino e la catena del Monte Sirente; verso nord in lontananza, si vede il Gran Sasso D'Italia e ad est, oltre in monte Vendola, Urano ed il Morrone, svetta la Catena della Maiella.
Abbassando lo sguardo si ammirano i panorami di Goriano Sicoli, Castel di Ieri, Castel Vecchio Subequo, Secinaro, e Gagliano Aterno.
La storia dell'VIII/VII secolo a.C. di Castel di Ieri può essere ipotizzata" argomentando" sulla scoperta della necropoli, nel 1987, in località Narola, colle cipolla, Le castagne, al km 146 della Tiburtina Valeria, e sul Tempio Italico scoperto nella stessa epoca in località Pie di Franci.
La necropoli è riferibile all'"oppidum" militare dei "Cedici"Marcus Caedicius, tribuno romano, di estrazione plebea, nel 389 a.C. in concomitanza delle guerra dei romani contro gli Equi, fu inviato a costituire un presidio militare oltre il passo di Forca Caruso con funzioni di protettorato/controllo. Nella zona di "Cedicana" i soldati dell'oppidum potevano facilmente reperire acqua e cibo.
Marcus Caedicius era un fido tribuno di Marco Furio Camillo, "il secondo fondatore di Roma" che aveva cacciato da Roma il re Brenno, dei Galli Senoni, dopo l'invasione dell'Urbe nel 390 a.C.
Fu un probabile pagus peligno, come testimoniano i numerosi ritrovamenti nel territorio, e in particolare il santuario del cosiddetto tempio italico di Castel di Ieri, con un primo edificio templare del IV secolo a.C.
Nel 308/303 a.C. i Marsi, gli Equi, i Peligni e i Subequani, per effetto della legge Licinia Sextia, avevano ottenuto lo "status" di cives sine suffragio ed i relativi territori furono inglobati nella IV Regione di Roma.
Nel 236 a.C. Gaius Licinius Varus, della gens Peligna, fu eletto Console e Publius Cornelius Lentulus Caudinus, Decemviro.
La pace stabile con gli Equi, Marsi, Peligni e Subequani, già parte attiva della IV Regione Romana e cives cum suffragio ebbe una risonanza eccezionale e, per la prima volta, furono chiuse le porte del Tempio di Giano, a indicare che Roma non era in guerra, anche per la fine della guerra Punica nel 235 e la pace con i Corsi nel 235 a.C.
Con decreto di Lucius Petiedius Varus, cives cum suffragio del pagus Vecellanus, prossimo alla città di Superaequum, fu eretto un tempio, sulle fondamenta di un più antico santuario. Il pavimento della cella centrale "a mosaico" mostra al centro un quadrato con labirinto.
Quinto Varo Gemino, fu il primo, fra tutti i Peligni, ad essere nominato Senatore Romano (Is, primus omnium Paeligni, factus est Senator et in eos honoris gessit Superequani publice patroni).
La famiglia dei Varii era del "Pagus Vecellanus".È stato ipotizzato, per l'assonanza dei toponimi, che Castel di Ieri fosse il castrum Deberium, un luogo fortificato in prossimità di Superequum, in cui fece sosta Marco Acilio Glabrione durante un viaggio sotto il principato di Augusto.
La prima menzione del nome (castellum Ildegerii) risale al 1112.
L'origine del luogo fortificato è probabilmente riconducibile alla famiglia di Lupo di Ildegerii, proprietario di ampi terreni nella Valle Subequana negli anni tra il 970 e il 1035.
Nel 1150 la terra di Castello Ildegerii viene occupata dai Normanni e il castello con le sue chiese è ancora citato nel 1183 e nel 1223.
Nel 1439 Simonetto dell'Aquila, Giovanni Simonetto di "Castel di Pierio", fu al servizio di Papa Eugenio IV con 600 cavalli e affiancò Ferdinando d'Aragona contro Giovanni d'Angiò.
Nel 1450 il paese viene indicato con il nome "Castel Deberi" su una carta geografica dei possedimenti della famiglia dei conti D’Aragona.
Nel 1463, il territorio diviene feudo dei Piccolomini, appartenente alla contea di Celano, e nel 1496 fu attaccato da truppe aquilane, fedeli al re di Francia Carlo VIII, per aggregarlo al territorio aquilano.
Nel 1505, in seguito alla scomparsa di Antonio Piccolomini, il territorio divenne feudo della duchessa D'Amalfi.
Passò quindi a Celano (1527), al ducato di Zagarolo (1629), a Pompeo Colonna, principe di Gallicano (1633), al capitano Domenico Antonio De Santis (1656). Nel 1661, Castel di Ieri divenne “ a tenimento regio”.
Nell'anno 1495 - nel muro rialzato del terrazzo, sopra l'arco di accesso al paese, fu incastonata una lastra di pietra con inciso: PRETORE IACOB_ MARIO CIVE AQUILA segue parte indecifrabile, quindi OPPIDU EREDIT AQUILANIS - 1495 DXX - segue parte indecifrabile-
Nell'anno 1555 - a Castel di Ieri fu costruita la nuova chiesa parrocchiale sita nella parte bassa del paese, a ridosso della strada Tiburtina Valeria.
Nel 1750 a Castel di Ieri erano attivi n. 121 fuochi.Il 3 dicembre 1808 - il Re di Napoli e Sicilia Gioacchino Napoleone emanò un decreto per il censimento dei terreni - delle anime - e degli animali.
Nel comune di Castel di Ieri - circondario di Acciano - si procedette al censimentoIl 22 agosto del 1810 - nella Parrocchia di Santa Maria Assunta in Cielo - erano attivi n. 151 fuochi con 895 anime - compresi i servi e le serve di cui 459 maschi e 436 femmine.
Il 24 agosto del 1810 si procedette alla rilevazione degli animali con le seguenti risultanze: giumenti muli e cavalli - n. 16 - somari e somare - n. 118 - bovi e vacche - n. 200 - pecore e capre - n. 600 L’Agente demaniale Pentila emise anche un bando per la richiesta di assegnazione delle terre demaniali coltivabili rivolto ai capi famiglia, ai tutori di pupilli ed ai residenti di diciassette anni compiuti.
Nel 1854 viene distaccato da Goriano Sicoli, diventando comune autonomo.
Il 21 ottobre 1860, il Decurionato del Comune di Castel di Ieri - con l'intervento del Capitano della Guardia Nazionale Nicodemo De Angelis, nella cancelleria comunale,con 230 cittadini aventi diritto al voto, come risultante dalle tessere e dall'elenco, di cui 16 dei comuni di Castel Vecchio Subequo e di Ortona dei Marsi dimoranti a Castel di Ieri da vari giorni - votarono "in plebiscito" di volere "L'ITALIA UNA ED INDIVISIBILE CON VITTORIO EMANUELE RE COSTITUZIONALE, E SUOI LEGITTIMI DISCENDENTI" e, non poteva essere diversamente, tanto perché "NEL BEL PAESE E' SUPERBIA CHE SUONI IL SI".
Prima del voto si fece un breve "escursus" storico sulle condizioni di vita ed oppressioni subite dalla popolazione durante gli ultimi due secoli e mezzo dalla tirannia Borbonica, invitò i cittadini a " votare".
Il Decurionato - Luigi Gentile - sindaco -Presidente-, Francesco Strozzi -consigliere, Vincenzo De Angelis -Decurione-, Donato di Giambattista, Marco D'Andrea, Angelo De Angelis, Nicodemo De Angelis Capitano della Guardia Nazionale, Giosuè De Angelis, Antonio Pasquale, Vincenzo Pasquali - Segretario –
L'atto deliberativo fu da tutti firmato, sigillato e portato alla Giunta Provinciale dell'Aquila.
Il 18 luglio 1882 i campi di grano della parte bassa erano stati mietuti prima, per la grande calura, ma quelli sotto la montagna erano maturati proprio in quei giorni.
Per cui i covoni di grano appena mietuto, in località Niane e le Cese Piane,(sotto Ventola) erano ancora sui campi.
All'improvviso il cielo divenne nero come la pece ed un uragano con un violento nubifragio di grandine si abbatté sul monte Ventola, spazzò via i covoni e scaricò una massa d'acqua e detriti, giù nella Valle Lama, entrò nel cimitero, che non aveva un muro di cinta protettivo, esumando alcune salme trasportate fino alle gole di San Venanzio di Raiano e verso Popoli.
Venne alla luce o trasportato dalla massa d'acqua, un capitello, ora conservato al Museo di archeologia di Napoli.Il capitello, con altri reperti rinvenuti a Castel di Ieri furono esposti in una mostra a Milano dedicata all'Abruzzo negli anni 70 dello scorso secolo.
Nell'anno 1902 arriva la corrente elettrica mandando in pensione le luci di pubblica illuminazione a "spera d'olio" in quanto fu realizzato l'impianto di illuminazione elettrica.
Le principali case "padronali" furono finalmente illuminate a "giorno".
Le altre abitazioni dovettero aspettare qualche anno, forse.
Il 6 marzo 1944 a Castel di Ieri era arrivata, dall'Aquila, una delegazione per procedere alla "reclutazione"- di giovani per la Repubblica di Salò.
L'evento fu "sconcertante" per tutta la popolazione che, solo da pochi mesi assaporava la "sospirata pace"per la fine della guerra,col ritorno al paese di diversi giovanotti militari.
Il 7 marzo 1944 alcuni membri della delegazione chiesero al Sindaco un agnello, da cucinare, per tutti i componenti della delegazione, ma non fu possibile reperire l'agnello nemmeno con la forza.
Si racconta di un violento scontro tra due camerati ed alcuni giovani del paese.
Esplosero delle bombe a mano, lasciando sul campo, due morti ed alcuni feriti.
Il rastrellamento,avvenuto con l'aiuto dei soldati tedeschi, portò agli arresti di 28 giovani, mentre all'Aquila fu insediato un " Tribunale Militare" per giudicare i responsabili della morte dei due camerati.
L’8 marzo 1944 si celebrò il processo con l'emissione di un verdetto di colpevolezza di due "uomini di Castel di Ieri" con l'immediata esecuzione della pena di morte dei due condannati.
Il mattino del 9 marzo 1944 fu eseguita la sentenza dei due cittadini.
La lettura che può essere data alla la vicenda di allora è tutta da scrivere.
Il 21 marzo 1944 "Primo giorno di primavera con un tiepido sole".
Gli aerei alleati attaccarono la colonna di automezzi tedeschi che partiva dal ponte di Sanguineto fin oltre duecento metri oltre il km. 156 della Tiburtina Valeria, in Castel di Ieri.
Una bomba colpi l'angolo occidentale dell'edificio scolastico, un'altra bomba colpi un carro armato con cannone proprio al Km. 156 e distrusse il laboratorio di falegname sulla destra sollevando l'automezzo per diversi metri che ricadde sulla vicina villetta.
Una bomba cadde nei pressi della chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e non esplose. Altre bombe colpirono il primo ponte della Tiburtina verso il passo di Forca Caruso ed altre ancora caddero nella circostante campagna e sugli orti molto vicini all'abitato, nonché sulla montagna di Ventola.
La colonna dei mezzi dell'armata tedesca stazionava nel, paese dal mese di dicembre, in attesa di potersi ricongiungere a Frosinone con l'altra colonna/comando, con l'obiettivo di occupare Roma.
Alla fine di agosto del 1949 la mietitura era finita ed i contadini curavano essenzialmente i vigneti. Sulla montagna della selva e su Goriano Sicoli si formarono all'improvviso tempestosi cirri che promettevano niente di buono.
Molti contadini riposavano, in quella torrida calura.
Si scatenò una gigantesca grandinata in tutto il comprensorio sud della valle,determinando una spaventosa alluvione su Goriano Sicoli ed i monti circostanti. La massa d'acqua alluvionale trasportò a valle - nella "Vicenna" ogni cosa:piante, detriti e suppellettili da Goriano.
Le pecore che erano nella pianura furono decimate e, nella Chiesa della Madonna del Soccorso, l'acqua aveva coperto l'altare.
Dopo l'alluvione, durante i lavori di ripristino della sorgente della fonte, fu rinvenuto un capitello risalente all'VIII/VII secolo a.C. Detto capitello con scritta proto/sabelico "non interpretata" è conservato al Museo archeologico di Chieti.
Il 3 settembre 1953 si festeggiò il bicentenario dell'arrivo a Castel di Ieri di San Donato.
Per la realizzazione dell'evento, la popolazione residente - e tutti gli emigrati - contribuirono economicamente in modo significativo.
Fu realizzata una illuminazione completa della chiesa.
Due complessi bandistici si alternarono a suonare musica classica: I pellegrini e devoti - da Celano, San Benedetto dei Marsi, Collarmele, Pescina, Cocullo, Prezza, Pratola Peligna, Sulmona, Corfinio, Raiano e tutti gli altri paesi della valle Subequana, parteciparono ai festeggiamenti con grande devozione.
La festa religiosa -pubblicizzata anche dalle trasmissioni della radio - richiamò una eccezionale presenza di operatori per la fiera di beni e merci nonché di animali, che occuparono ogni spazio disponibile, nella parte bassa del paese, per un raggio di circa un chilometro.
Alla fine di luglio del 1963 la condotta dell'acquedotto era finalmente arrivata all'angolo nord della piazza di Castel di Ieri, dopo aver attraversato la strada statale Tiburtina Valeria.
Ai primi di agosto, con una giornata di lavoro,la condotta dell'acqua arrivò all'angolo della via della fonte e dopo qualche giorno la stessa condotta arrivò, lungo la via Nazionale, al primo caseggiato, quindi al secondo e poi al terzo.
L'acqua corrente, finalmente, era arrivata!!!
Nel mese di febbraio del 1987, in località Piè di Franci, durante i lavori di scavo per realizzare un insediamento artigianale, vennero alla luce dei reperti archeologici, classificati dalla sovraintendenza ai Beni culturali di Chieti come Tempio italico di Castel di IeriIl 6 aprile 2009 è stato colpito da un violento terremoto, facendo registrare danni nel centro storico e in alcuni edifici pubblici.
Il 3 settembre del 2009, malgrado "il terremoto" del 6 aprile, a Castel di Ieri si sono festeggiati Sant’Emidio - patrono del Terremoto - San Donato Martire -protettore del paese- e San Rocco - protettore dei Minatori - Il 3 settembre del 2010, in attesa della riparazione della chiesa Santa Maria Assunta in Cielo, si è "orgogliosamente festeggiato Sant’Emidio, San Donato e San Rocco" celebrando il rito religioso sulla piazza della chiesa.
Sono stati ancora presenti i pellegrini di Celano e dintorni ed i pellegrini di Pratola, Sulmona e dintorni, rinnovando la devozione ai santi stessi portandoli in "processione" lungo le vie del paese "non interdette" a causa del terremoto.
Nella primavera del 2010 sono state rinvenute nell'area del tempio, cinque tombe, di cui una avente un raggio di circa tre metri, ad un dislivello di 4/5 metri rispetto ai resti del tempio scoperto nel 1987.
Si nota chiaramente un terreno scuro di origine sedimentale per 80 cm. di altezza su cui si rilevano strati di terreno arenario alternato a terreno scuro sedimentale fino al livello della base del secondo tempio.
La chiesa di Santa Croce - sotto la torre, andò distrutta dal terremoto di Avezzano che fece 40.000 vittime e non è stata mai ricostruita.
La chiesa di Santa Croce fu certamente costruita intorno all'anno mille.
La chiesa di San Rocco, collocata di fronte al vecchio palazzo dell'asilo, fu completamente distrutta dallo stesso sisma ed ora non ne resta traccia alcuna.
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo del 1555 con croce trilobata del XV secolo - Nella facciata, a sinistra, è incastonato un "bollo" in pietra: Madonna con il Bambino, con aureola.
La mano del Bambino - rivolta verso la Madonna rappresenterebbe: "ECCE MATER" - Santa ed Assunta in cielo –Sopra il portale dell'ingresso centrale è incastonata una pietra con la scritta: OPS.H.COFECTUSUPTIB?.HUI? ECT ETELSNISANO. PRIS. LAURITII MVC DOICI PICCILI S R. A.D. 1555 -
• Casa medievale del XV secolo con bifora e vani di porte e botteghe tipiche dell'architettura quattrocentesca aquilana; altra casa con bifora medioevale in via Simonetto; casa con affreschi raffiguranti elementi architettonici dipinti (1440?)
• Torre medievale del XV secolo
• Chiesa di San Rocco, diroccata
• Porta della cinta muraria della fine del XV secolo con arco a sesto acuto.
• Chiesa rurale della Madonna del Soccorso
• Chiesa rurale della Madonna di Pietrabona, risalente al XIII secolo
• Capitello votivo con statuetta di Madonna con Bambino, in via Simonetto
Resti archeologici:
o incisioni rupestri in contrada "Costa Rescura"
o centro fortificato contrade "Rave Fracide", "Ara della Serra", "Rava del Barile", "Rava del Piede Mozzo"
o santuario italico il località "Piè di Franci"
o pavimento a mosaico in contrada S.Rocco
Musei:
o Centro visita archeologia, collegato al Parco regionale naturale del Sirente - Velino, per la visita del santuario italico.
o MAAG, Museo Abruzzese Arti Grafiche, che custodisce oltre 200 opere tra disegni, acqueforti, litografie e serigrafie.
Eventi e tradizioni
Martedì di Pasqua: Festa della Madonna di Pietrabona, protettrice dalle malattie dell'infanzia, con pellegrinaggio alla chiesetta campestre distante un paio di chilometri dal paese e la cosiddetta “offerta”, momento in cui le madri elevano verso la statua i propri figli. La processione parte dalla chiesa parrocchiale del paese e tocca "le tre sorelle" della Valle Subequana: la cappella di Santa Maria, la chiesa della Madonna del Soccorso e il santuario di Pietrabona.
Per il trasporto della Madonna di Pietrabona al santuario viene offerta ai portatori, la "ciambella", che viene esposta e legata con vari abbellimenti alle stecche che sorreggono la statua. Il pellegrinaggio tradizionale coincide con la riunione delle famiglie dopo il rientro dei lavoratori stagionali e vi partecipano, i modo differenziato, i cittadini di Goriano Sicoli, di Castel Vecchio, Gagliano Aterno, Cocullo, Pratola Peligna, Celano e Cerchio.
21 giugno: fiera
Seconda metà di agosto: Castel di Ieri Rock Nights, manifestazione di musica rock nata nel 2002 Tra gli ospiti più importanti che si sono susseguiti negli anni si ricordano Graziano Romani, i Gang, Massimo Bubola, Joe D'Urso, Michael McDermott e Heather Horton.
31 agosto: il tramonto, un detto popolare predice il successivo inverno: se il sole tramonta "nel sacco", ovvero tra le nuvole, l'inverno sarà lungo e freddo.
3 settembre: Festa di San Donato d'Arezzo, santo protettore contro l'epilessia: i devoti, pellegrini di Celano, Pratola Peligna, Sulmona, Canzano, Pescina, San Benedetto, Cerchio e i fedeli di tutta la valle Subequana un tempo trascorrevano la vigilia dormendo sul pavimento della chiesa e percorrendo il tratto di strada dalla piazza alla chiesa strisciando in ginocchio per la purificazione dai peccati.
Al santo, le cui spoglie erano state rinvenute a Roma, e traslate a Castel di Ieri la domenica dopo Pasqua del 1753, sono riferiti numerosi eventi miracolosi: il carro che trasportava le spoglie si bloccò davanti all'odierno santuario, una melodia angelica che si sarebbe udita presso la tomba nel XIX secolo, l'olio della lampada non consumato, una guarigione miracolosa di uno zingaro che portò quindi per i successivi quarant'anni una torcia alla festa ogni anno.