San Valentino in Abruzzo Citeriore è un comune della Provincia di Pescara, in Abruzzo.
Il patrono, San Nicola da Tolentino, si festeggia il 10 settembre
Frazioni: Olivuccia, San Giovanni, Solcano, Trovigliano
Confina con i comuni di Abbateggio, Bolognano, Caramanico Terme, Scafa.
E' annoverato fra i Borghi Autentici d'Italia.
Fa parte del Parco Nazionale della Majella
Insieme a Pino sulla Sponda del Lago Maggiore è il comune italiano dal nome più lungo.
L’area risulta frequentata fin dalla preistoria.
Infatti sono emersi manufatti paleolitici dell’Acheuleano nella contrada Piano Oro, frammenti ceramici dell’Eneolitico nell’ Ara della Liscia e pitture rupestri sono state segnalate nelle grotte Callarelli, Riparo e Grotta Buco Maledetto o Grotta del Gatto, dove sono resti di abitato protostorico.
L’età italica è attestata da una necropoli protostorica in contrada Sant’Angelo, usata anche in età romana (come dimostra l’ epigrafe CIL IX 3065 di L. Spedius Rhodinus), e dal tracciato antico della strada rurale, emersa nelle contrade Cannfischie – San Giovanni e nota come la “Via di Chieti”.
Sul suo territorio, in epoca romana, esisteva un insediamento.
L’ età romana è documentata non solo dai vicini toponimi prediali Scagnano, Solcano, Trovigliano, e dal tracciato viario della località Ara della Liscia connesso col ponte romano sull’Orta del territorio Bolognano, bensì dai resti di un insediamento rustico romano lungo la strada per la frazione Cerrone.
Pare che la nascita dell'attuale abitato sia da collocare intorno all'anno Mille.
L’ esistenza di insediamenti altomedioevali sono sorretti da rinvenimenti d’età tardo antica o longobarda di sepolture a Trovigliano (bracialetti bronzei e monili in oro) e a Sant’Angelo, e di abitato presso la Chiesa di San Giovanni in Scainano, dipendenza cassinese dal IX sec. e nella curtis de Solcano, dipendenza casuruense nel 968.
Tra le peristenza altomedioevali andrà considerato un castello qui dicitur Petrace (a. 1074), che si spiega col nome personale bizantino Petràkes e ci testimonia la presenza dei Bizantini sul posto intorno al VI-VII sec. d. Cr.
Tuttavia il nome di questa località, che è distinta dal poggio dove sorse San Valentino ed è nominata in documenti dell’ XI sec. (per paraetimologia anche castrum Petrae o castellum de Petra) è stato ritenuto dalla storiografia locale il nome antecedente.
A rigore il nome Sanctum Valentinum appare per cronaca casauriense, redatta dal monaco Giovanni di Berardo che scrive nel 1182.
Il cronista naturalmente riferisce fatti, nomi e circostanze di epoche in cui San Valentino non esisteva.
Narra, perciò di avvenimenti relativi all’anno 1000 e spiega che il nome deriva dal ritrovamento dei resti dei due fratelli Valentino e Damiano, martirizzati “u’in una Ciuitatula, poi distrutta, sita in uocabulo de Zappino”.
Queste reliquie non sarebbero state trasportate in una chiesa edificata in loro onore, ma nella località dello stesso nome: ideo castelli nomen est sanctus Valentinus.
Nel XII sec. San Valentino è feudo dei Normanni Conti di Manoppello, prima Drogone e poi Riccardo di Trogisio e dal 1140 Boemondo di Tarsia.
Soltanto verso la fine del secolo tornò nel possesso della Badìa Casauriense.
Nel XIV sec. vi troviamo gli Acquaviva di Atri, dei quali Corrado ottenne da Roberto d’ Angiò il titolo di Conte di San Valentino e parteggiava nel 1381 per la regina Giovanna contro Cralo di Durazzo e Gentile fu uno dei migliori capitani del re Ladislao.
Nel XIV secolo era di Corrado Acquaviva, la cui famiglia ne conservò il possesso per varie generazioni; dal 1487 al 1507 fu degli Orsini, poi dei de Frigis fino al 1583, quando venne acquistato da Margherita d'Austria Farnese.
Ai Farnese rimase fino all'estinzione del casato avvenuta nella prima metà del XVIII secolo.Sul finire del XIV sec. troviamo gli Orsini Conti di Manoppello e nel ‘400, dopo l’ assedio di Braccio da Montone, San Valentino risulta infeudata nel 1479 ai Fieschi di Genova.
Nel 1487 Ferdinando I D’ Aragona concede il feudo di San Valentino a Organtino Orsini, il cui figlio Francesco vendette il castello nel 1507 a Giacomo de Phrigijs de Tolfa, che come ricorda una lapide posta nell’ atrio restaurò il castello.
Nel 1583 i de Tolfa vendettero la contea alla duchessa Margherita di Parma moglie di Ottavian
o Farnese, per cui entrò a far parte dello stato farne siano fino all’eversione della feudalità.
Nel nome del vicolo di San Valentino la ruèllë dë Pesciuvalë si conserva la memoria del brigante amico di Colafella di Sant’Eufemia e di Colamarino di Roccamorice, che partecipò alle insorgenze filo borboniche del 1860 fu catturato e condannato alla fucilazione, eseguita lungo il tratturo di Chieti sotto gli occhi del compaesano Giuseppe Mastrodicasa della frazione Candelora.
San Valentino, situato su un colle, tra il fiume Orta e il torrente Lavino, conserva notevoli resti delle strutture che ne facevano nel Medioevo un borgo fortificato.
Da vedere il palazzo dei conti di San Valentino in gran parte rimaneggiato, ma ancora con elementi degli inizi del Cinquecento, e la parrocchiale costruita nella seconda metà del XVIII secolo, all'interno elegante decorazione in stucco eseguita dal comasco Alessandro Terzani nell'ultimo decennio del secolo.
La facciata in pietra è successiva al 1915.
Molto interessante è il Museo dei Fossili e delle Ambre
Un blasone popolare definisce gli abitanti di li sciuruvàrë di San Valdinë (i venditori di sorbo di San Valentino) con riferimento alle rigogliose piante di sorbo che crescono nel suo territorio, i cui frutti le donne del paese portavano in canestri ed erano solite vendere al mercato.
Parte del territorio è compreso nella “Riserva naturale della Valle dell’ Orta” dal caratteristico ambiente fluviale
L’ attuale stemma del comune di San Valentino in Abruzzo Citeriore ripete l’ argomento del castello di un precedente sigillo sette-ottocentesco dell’universitas seguito da un altro che raffigura il santo con mitra e pastorale
Il profilo urbanistico del comune mostra il nucleo primitivo nel vertice sud-occidentale del colle, verso il quale converge con morfologia fusiforme l’ espansione edilizia sette-ottocentesca dell’ abitato la cui viabilità si sviluppa in direzione est-ovest e presenta scenografiche gradinate di gusto settecentesco in prossimità dei principali edifici religiosi dei SS. Valentino e Damiano, di San Donato e Sant’Antonio.
Nel perimetro del nucleo primitivo del borgo fortificato, oltre il castello, ci sono la cattedrale, la chiesetta di Sant’Antonio (XVI sec.) e il palazzo Troiani.
All’esterno ad est il grande palazzo Baiocco con doppio cortile, a nord la chiesa di San Donato e il convento di San Nicola con la chiesetta impiantata su uno sperone roccioso e più in basso il piccolo convento.
Fuori le mura le due singolari chiesette di Madonna della Croce, a nord, e di San Rocco a nord-ovest.
Il duomo, chiesa parrocchiale intitolata ai SS. Valentino e Damiano, è l’ elemento architettonico settecentesco più appariscente, che si vuole ristrutturato dal Vanvitelli ma mancano riscontri documentari.
La facciata in pietra lavorata da scalpellini locali opera di A. Liberi (1920-31) è un esempio di commissione stilistica ancorata alla tradizione architettonica religiosa.
All’ interno si conservano tele e statue e si possono ammirare decorazioni barocche; all’ esterno la fontana del Sansone che è di rilievo artistico come quella della “Venere Giulia Farnese”.
Un magnifico altare barocco si trova nella chiesa a croce greca del convento San Nicola.
La chiesa di San Donato è dotata di un organo di scuola veneziana.
Personalità legate a San Valentino
Elio Di Rupo, uomo politico belga, figlio di immigrati abruzzesi, di San Valentino
Eventi e tradizioni
Gennaio, 17: si festeggia il Sant'Antonio Abate con la particolare rappresentazione musicale delle tentazioni subite da parte del demonio e la vendita all'asta dei prodotti alimentari tipici come da descrizione di Antonio De Nino nel suo libro "Usi e costumi abruzzesi descritti da Antonio De Nino" scritto nel 1881.
Marzo – aprile: Venerdì Santo, suggestiva processione con i ladroni incappucciati e a piedi scalzi che rievocano la morte di Gesù Cristo. (Anche questa manifestazione religiosa è raccontata nel libro di De Nino.
Settembre, 9-10-11-10: Festeggiamenti in onore di Sant’Emidio, di San Nicola da Tolentino e di San Valentino e Damiano con processioni nelle strade cittadine esibizione di bande e fuochi pirotecnici.
Novembre, 10-11: Festa di San Martino, Unica nel suo genere e tipicamente sanvalentinese: San Martino, come è noto, è il protettore dei mariti un po' "sfortunati" o cornuti come è forse meglio dire.
La tradizione centenaria vorrebbe che la notte fra il 10 ed l'11 novembre venissero accesi dei lumini sulle finestre del cornuto (operazione spesso effettuata da chi aveva avuto la scappatella con la moglie) per mettere a pubblica conoscenza lo status del padrone di casa.
Attualmente, considerando le molte asperità avvenute in passato, viene fatta una processione goliardica che prevede il passaggio di una staffetta a forma fallica allo sposo più giovane dell'anno in corso da parte di quello precedente.
È scontato precisare che visto il periodo dell'anno la festa si conclude con un rinfresco sia nei locali pubblici che nelle case di castagne e vino novello.
Fonti: Comune di San Valentino e altri