La provincia dell'Aquila
E’ una provincia della regione Abruzzo.
Si estende su una superficie di 5.035,00 km² e comprende 108 comuni.
Ha 310.014 abitanti al 30 giugno 2011.
I centri più popolosi ed importanti della provincia, oltre al capoluogo L’Aquila, 72.752 abitanti, sono Avezzano, 41.628, e Sulmona, 25.203.
È una provincia interna, la più estesa tra le province d'Abruzzo e la meno densamente popolata, senza sbocchi sul mare.
Confina con la provincia di Teramo a nord, con la provincia di Pescara e la provincia di Chieti a est, con il Molise, provincia di Isernia, a sud-est e con il Lazio, provincia di Frosinone, provincia di Roma e provincia di Rieti, a ovest.
Il territorio della provincia dell'Aquila rappresenta, quasi interamente, la parte montana dell'Abruzzo.
È l'unica delle province abruzzesi a non avere sbocchi sul mare e si estende da nord a sud parallelamente alla linea costiera su una superficie di 5.035 km² che, su scala nazionale, la pone al nono posto per estensione.
È caratterizzata da importanti altipiani di origine lacustre, in corrispondenza dei quali si trovano gli insediamenti antropici più consistenti, stretti dai massicci del Gran Sasso e dei Monti della Laga a nord est, del Sirente-Velino e dei Monti Simbruini, Monti Cantari e Monti Ernici ad ovest, della Majella ed est e dei Monti Marsicani e Monti della Meta a sud.
Per la sua estensione ed in base a motivi storico-culturali-morfologici, è possibile suddividere la provincia in 3 macroaree:
• La Valle dell'Aterno facente riferimento alla parte settentrionale della provincia in corrispondenza del passaggio del fiume Aterno e comprendente l'alta Valle dell'Aterno, la Conca aquilana, l'Altopiano delle Rocche e la Valle Subequana;
• La Marsica, in corrispondenza dell'area del lago Fucino, prosciugato alla fine dell'ottocento e rappresentante l'area più occidentale della provincia, al confine con il Lazio. Ha come capoluogo la città di Avezzano;
• La Valle Peligna e l'Alto Sangro in corrispondenza dell'estremità sudorientale della provincia.
Queste ultime due hanno manifestato più volte la volontà di rendersi autonome dal territorio aquilano propriamente detto e di creare una propria entità provinciale facente rispettivamente riferimento ai propri centri principali, Avezzano e Sulmona.
Tutta la provincia è situata in area appenninica ed è perciò caratterizzata da un clima continentale: gli inverni sono rigidi con temperature che raggiungono frequentemente valori negativi, le estati molto calde anche se non eccessivamente umide.
Le precipitazioni sono abbondanti, specie sui monti esposti ad occidente e nella parte meridionale della provincia e d'inverno, sono quasi sempre nevose in buona parte del territorio provinciale, specie dalle quote medie in su.
Nelle conche, inoltre, si registra una forte escursione termica nei periodi di alta pressione.La provincia è considerata storicamente ricca d'acqua, tuttavia la portata dei fiumi che l'attraversano è considerata modesta seppur regolare.
Il principale corso d'acqua della provincia, nonché dell'intera regione, è certamente l'Aterno che ha origine sui Monti della Laga e attraversa longitudinalmente buona parte della provincia prima di svoltare verso il mare nei pressi di Raiano.
L'Aterno attraversa alcuni tra i centri più importanti della zona, tra i quali la stessa L'Aquila, e forma attraverso le Gole di San Venanzio il collegamento naturale tra la conca aquilana e quella di Sulmona.
Quest'ultima cittadina è invece attraversata dal fiume Sagittario che ha origine nel Lago di Scanno e che rappresenta il principale affluente dell'Aterno: il Sagittario forma inoltre le suggestive gole omonime nei pressi di Anversa degli Abruzzi.
Al limite meridionale della provincia scorre invece il Sangro, per lunghezza il secondo fiume dell'Abruzzo, la cui sorgente si trova all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e che attraversa, tra gli altri, i paesi di Alfedena e Castel di Sangro.
Altri importanti fiumi che hanno origine in provincia ma scorrono prevalentemente altrove sono il Liri, che ha origine sui Monti Simbruini, e il Vomano la cui sorgente è sui Monti della Laga, non distante da quella dell'Aterno.
Nella provincia dell'Aquila sorgeva un tempo il lago Fucino, un lago poco profondo e privo di uscite che era considerato il terzo d'Italia per estensione.
A seguito della bonifica avvenuta nella seconda metà dell'ottocento, venne realizzata al suo posto un'ampia rete di canali per una lunghezza complessiva di circa 300 chilometri.
Curiosamente, qualche anno più tardi, nei pressi di Campotosto, venne invece creato un lago artificiale che è tuttora il più grande della regione e tra i più grandi d'Italia; il lago venne creato con lo scopo di utilizzarne le acque per il funzionamento delle centrali idroelettriche della valle del Vomano.
Un altro lago artificiale è quello di Barrea, all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Il principale lago naturale della provincia è il Lago di Scanno, formatosi in seguito ad una frana nell'alta valle del fiume Sagittario; altri laghi sono quelli Pio e di San Domenico.
Come detto, quella dell'Aquila è la più montuosa delle province abruzzesi.
E' caratterizzata da tre serie di massicci disposti sulla direttrice che va da nord ovest a sud est, parallelamente alla linea costiera.
Sul margine nord orientale della provincia si staglia la catena formata da Monti della Laga, Gran Sasso e Majella che costituisce il confine con le province di Teramo, Pescara e Chieti e, con il Corno Grande (2912 m), rappresenta la parte più elevata dell'intera penisola.
Il margine sud occidentale è caratterizzato, invece, dal sistema montuoso formato dai monti del Cicolano, i Monti Simbruini e i monti Ernici che arriva a raggiungere i 2156 m con il Monte Viglio, al confine con il Lazio.
Al centro della provincia è invece la catena mediana che dal Terminillo giunge sino ai Monti della Meta comprendente il massiccio del Sirente-Velino che costituisce la linea di separazione tra il versante orientale e quello occidentale della penisola nonché il confine fisico tra l'altopiano aquilano, Valle dell'Aterno e Valle Peligna, e il bacino del Fucino.
L'area dell'appennino aquilano è caratterizzato da roccia calcarea, la cui rigidità, unita all'intensa attività tettonica di frattura, ha fatto si che la provincia non venisse risparmiata da frequenti eventi tellurici di particolare intensità.
L'intero territorio è stato colpito, nel corso del tempo, da terremoti la cui devastazione è responsabile dall'attuale struttura urbana degli insediamenti, spesso caratterizzati da una notevole compattezza e da edifici di altezza modesta.
In termini di intensità, vanno ricordati soprattutto il terremoto di Avezzano del 1915 (6,99 Mw), il terremoto dell'Aquila del 1703 (6,81 Mw) e il terremoto di Sulmona del 1706 (6,60 Mw) che hanno completamente distrutto le tre città provocando complessivamente circa 40.000 morti.
L'evento tellurico più recente è il terremoto che ha colpito L'Aquila il 6 aprile 2009 provocando 308 morti, oltre 1.500 feriti e la pressoché totale evacuazione del capoluogo.
La provincia, caratterizzata da valli e altipiani, è stata nel tempo abitata da numerosi popoli italici, tra i quali si ricordano i Sabini nell'area nord occidentale, i Vestini in quella orientale, al confine con le province di Teramo e Pescara, i Peligni in quella sud orientale, i Marsi nell'area della conca del Fucino e gli Equi al confine sud occidentale.
I centri urbani si sono localizzati dapprima in agglomerati di origine preromana, come Corfinium, l'odierna Corfinio, poi in colonie romane come Amiternum, Alba Fucens, Carseoli, l'odierna Carsoli, Aveja e Peltuinum quindi in centri normanni come Celano o longobardi come Forcona e Valva ed infine in città medievali come L'Aquila e Sulmona.
La prima riunificazione del territorio provinciale avvenne sotto l'Impero romano con la costituzione della regione augustea del Samnium, che abbracciava una vasta parte di Appennino centrale comprendendo l'attuale provincia aquilana oltre che il territorio di Reate (Rieti), Teate (Chieti), il Molise e buona parte della Provincia di Benevento.
Questa suddivisione comporta anche la separazione dell'Abruzzo settentrionale da quello meridionale, rispettivamente al di sopra ed al di sotto dell'Aterno, che segnerà la storia della regione da lì in avanti.
Successivamente infatti, nell'alto medioevo, si assisterà alla creazione del Ducato di Benevento (separato da quello di Spoleto) e conseguentemente, nel 1273, alla costituzione dei due giustizierati distinti di Abruzzo Ultra (comprendente buona parte della provincia dell'Aquila con l'eccezione dell'Alto Sangro e la provincia di Teramo) e Abruzzo Citra (la Provincia di Chieti ed il Molise).
Nel 1806, il giustizierato viene ulteriormente suddiviso in Abruzzo Ultra I con capoluogo Teramo, comprendente l'attuale provincia di Teramo e quella di Pescara (che allora non esisteva) sopra l'Aterno, e Abruzzo Ultra II con capoluogo Aquila e che corrisponde alla storica provincia aquilana, inclusi i territori successivamente passati alle province di Rieti e Pescara.
La provincia comprendeva originariamente i distretti di Aquila, Cittaducale e Sulmona, cui venne aggiunto, dieci anni dopo, il Distretto di Avezzano.
I distretti erano ulteriormente suddivisi in circondari e, quindi, in comuni. La sede degli organi amministrativi era situata nell'ex convento di Sant'Agostino, all'Aquila.
Nel 1861, con la nascita del Regno d'Italia venne istituita la regione Abruzzi e di conseguenza la provincia dell'Aquila con capoluogo in Aquila degli Abruzzi.
Successivamente però la Provincia viene privata di buona parte del suo territorio per far posto alle neonate province di Rieti e Pescara: nel 1927 vengono trasferiti nel Lazio i comuni di Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Borbona, Borgocollefegato, Borgo Velino, Cantalice, Castel Sant'Angelo, Cittaducale, Cittareale, Fiamignano, Lugnano di villa Traiana (ora Vazia, frazione di Rieti), Leonessa, Micigliano, Pescorocchiano, Petrella Salto e Posta per un totale di 1362 km² e 70.000 abitanti circa.
Parallelamente i comuni di Bussi sul Tirino e Popoli vengono trasferiti alla provincia di Pescara, realizzata riducendo principalmente i territori di Teramo e Chieti, e la provincia assume per la prima volta l'attuale conformazione geopolitica con la suddivisione in 108 comuni.
Sul finire degli anni trenta viene individuata la sigla provinciale, AQ, che fino al 1994 verrà usata anche come targa automobilistica.
Nel 1939 il capoluogo assume la denominazione definitiva “L'Aquila” e nel 1971 viene nominato capoluogo regionale.