Archi è un comune della Provincia di Chieti, in Abruzzo
Il patrono, San Vitale, si festeggia il 28 aprile
Frazioni: elenco in fondo alla pagina.
Confina con i comuni di Altino, Atessa, Bomba, Perano, Roccascalegna, Tornareccio.
Aderisce all’Associazione Nazionale Città dell’Olio.
E' annoverato fra i Borghi Autentici d'Italia.
Il comune di Archi è situato su uno sperone roccioso che domina la Val di Sangro e la Valle dell'Aventino.
Si estende per 2818 ettari, in stretta connessione con lo sviluppo di Atessa.
I maggiori rilievi sono costituiti dalla Serra, Colle della Guardia, Colle Bertoldo, Monte Rione e Colle Verri.
Disteso sulla cresta di questo sperone, Archi è posta lungo gli itinerari dell’olio, per la sua produzione di notevole qualità e tutt'oggi conserva ancora degli elementi che consentono di riconoscerne il carattere prettamente storico medievale.
Il comune è adagiato su uno sperone roccioso che domina sia la Valle dell'Aventino che la Val di Sangro, e per quest'ultima caratteristica è soprannominato "Terrazza sul Sangro".
Dal Comune è possibile allargare lo sguardo a valle scorgendo il cammino del fiume Sangro fino alla foce dell'Adriatico, dalla quale ben si distingue l'insenatura del Golfo di Venere.
La Val di Sangro è una zona che si estende lungo il corso del fiume Sangro, nella zona meridionale della provincia di Chieti, sede di un importante agglomerato industriale ad indirizzo meccanico, Fiat-Sevel, Honda, ecc., nonché di ricche risorse naturalistiche: Oasi di Serranella e il lago di Bomba.
Archi venne insediata già dall'uomo primitivo già dal XI-VII secolo a.C. Lo testimoniano i reperti dell'insediamento più importante sul versante adriatico dell'Abruzzo durante l'età del bronzo finale, rinvenuti nel sito di Fonte Tasca di cui le opere difensive esistettero ancora in età ellenistica.
Successivamente ai rinvenimenti dei signori Fulvio ed Elena Di Cristoforo (1974), furono intrapresi degli scavi condotti dall'archeologo Tommaso Di Fraia autorizzati dalla Soprintendenza alle Antichità dell'Abruzzo (dal 1975 al 1988), che riportarono alla luce il villaggio.
L'attuale abitato ha avuto origine da un borgo fortificato, del quale si hanno notizie a partire dall'XI secolo, che per la sua particolare posizione, sulla cresta di uno sperone dominante la valle del Sangro, rappresentò fino al Cinquecento un importante caposaldo di un sistema difensivo comprendente Casoli e Roccascalegna.
Fu feudo di grandi famiglie, tra le quali i del Balzo, i Cantelmo, i Colonna, i Carafa.
La presenza del nucleo industriale Val di Sangro ha favorito, in questi ultimi decenni, lo sviluppo, lungo la Fondovalle sangrina, della frazione Piane d'Archi.
II paese, caratterizzato da un'edilizia civile sette-ottocentesca, conserva ampi tratti della cinta muraria medievale e i ruderi del castello, ricostruito nel Quattrocento e andato distrutto nel corso dell'ultimo conflitto bellico.
Nella matrice sette-ottocentesca, a pianta centrale, è notevole il dipinto quattrocentesco, su tavola, della Madonna dell'Olmo, proveniente dall'antica chiesa di questo titolo, ma sono anche da vedere un grande crocifisso ligneo dello scultore autodidatta Gioacchino Pellicciotti di Perano, vissuto nell’800, e il dipinto su tela, seicentesco, raffigurante San Vitale, dell'atessano Felice Ciccarelli.
Nel Medioevo Archi fu un centro fortificato che, insieme a Casoli e Roccascalegna che, costituirono un triangolo difensivo che sbarrava il passaggio tra la Maiella orientale ed il Sangro.
Nel 1145 molti notarili parteciparono alla crociata in Terrasanta.
In epoca normanna il paese è affidato a due militi gestiti da Marsilius Trogisii, poi, Carlo I d'Angiò la cedette per trenta once all'anno a Berardo.
In seguito fu di varie famiglie tra cui: Carafa, De Secura. Guevara, Crispano, Pignatelli, Cardone ed infine fu degli Adimari marchesi di Bomba, i quali morirono senza eredi facendo cadere Archi al demanio regio.
Piane d'Archi, invece, dal finire del XVIII secolo, fu dei Giustiniani.
Da documenti risalenti al 1308 fino al 1700, troviamo una varia terminologia: "territorium arcanum", "terra arcanum", "Arci", "Territorio di archi".
Dal '700 in poi il paese venne chiamato definitivamente Archi.
Nell'873 tutto territorio di Archi fu soggetto ad una colonizzazione monastica, prima di San Clemente a Casauria e poi di San Giovanni in Venere.
Nei primi anni del sec. XVI, il feudo di Archi divenne proprietà di Fabrizio Colonna e poi passò a Ferrante Carafa.
Venduto a Martino di Segura, divenne proprietà di Ferrante Di Guevara.
In seguito Signori di Archi furono i Crispano, i Pignatelli e i Cardone.
Il feudo passò definitivamente sotto il dominio degli Adimari, marchesi di Bomba, fino all'estinzione dei diritti feudali nel 1806.
Del 10 agosto 1855 è il documento, nel Grande Archivio di Napoli, che testimonia tale passaggio: "FERDINANDUS II DEI GRATIA REX" - "Con decreto del Supremo Tribunale della Regia Camera si magnifica Don Giacomo Ottavio Cieri Regio Esattore dei Reali feudi di Archi e di Bomba a richiedere i nomi di tutti i creditori affittuari dei beni burgensatici appartenenti al fu Don Giovanni Adimari marchese di Archi e di Bomba per poter concedere la proprietà dei beni stessi al Pio Monte Della Misericordia della città di Napoli e l'usufrutto alla vedova del marchese Donna Francesca Ronchi Vidua".
Per due volte Archi conobbe la distruzione: la prima ad opera dei Turchi, la seconda a causa della peste che spinse gli abitanti a rifugiarsi sui monti di ATE e TIXA dove si stabilirono definitivamente dando vita all'attuale Atessa.
Durante la II Guerra di Indipendenza (1859) Archi fu uno dei primi comuni della provincia che costituì la Guardia Nazionale contro il Brigantaggio che imperversava su tutta la regione.
Nell'ottobre del 1943, durante la II Guerra Mondiale, truppe tedesche decisero di trasformare Archi in linea di difesa del fronte contro gli Alleati.
Pertanto minarono il Castello e purtroppo attuarono il piano causando una rovinosa caduta delle mura e di altri palazzi signorili.
Grazie all'azione di alcuni archesi, una parte del palazzo baronale (castello) fu salvata dall'esplosione delle mine e tutt'oggi sono presenti dei ruderi che ricordano le origini feudali di Archi.
• Scavi archeologici
a Fonte Tasca c'è un insediamento abitativo che risale al XI-VII secolo a.C. in piena età del bronzo.
• Monumenti
o La fontana monumentale.
o Il monumento ai caduti delle guerre, opera dello sculture Guido Costanzo.
• Chiese
o La chiesa di San Rocco.
o La chiesa parrocchiale di Santa Maria dell'Olmo, nel centro del paese.
Forse è stata costruita nel XVIII secolo.
La facciata è scandita da paraste. Il portale è sormontato da un timpano curvilineo. La chiesa è realizzata in conci di pietre lavorate.
L'interno è a croce greca con una cupola all'incrocio delle due navate.
All'interno sono conservati una tavola raffigurante una Madonna dell'Olmo, un crocifisso ligneo di Gioacchino Pellicciotti di Perano e una tela che raffigura San Vitale di Felice Ciccarelli di Atessa.
o La chiesa di San Giovanni Battista.
Attualmente è di proprietà comunale ed ospita incontri e convegni. Ha un'unica navata. Alcuni deterioramenti rendono parzialmente fatiscente la chiesa.
o La chiesa della Madonna del Rosario.
È realizzata in conci di pietra. Il portale principale è ad arco ogivale. La facciata termina in alto con un timpano.
o La chiesa del Santissimo Salvatore.
È di recente costruzione. È sita nella frazione del paese Piane d'Archi. La facciata termina a capanna. La torre campanaria è a base quadrangolare ed è unita alla chiesa da un passaggio.
o La chiesa di santa Caterina d'Alessandria.
È a navata unica. È sita di fronte a piazza Castello. È verosimilmente seicentesca. L'interno non vi sono elementi decorativi di pregio. Recentemente è stata restaurata.
• Castelli
o Il resti del castello medioevale, di proprietà della famiglia Lannutti, caratterizzato da un torrione cordonato del Cinquecento.
Il castello era pressoché quadrato con torrioni angolari cilindriche. La costruzione è in pietra locale e malta. Alcuni elementi del castello mostrano che la struttura è stata rimaneggiata nel corso del tempo.
Nella Seconda guerra mondiale è stato un potente avamposto militare per gli inglesi ma, successivamente, fu distrutto in parte dai tedeschi.
o Resti delle mura fortificate di cinta al borgo.
Viene detto anche percorso medioevale.
Trattasi di un tracciato del borgo medievale in cui, tuttora si trovano dei palazzi abbandonati. Particolare è una torre con campana è orologio.
• Palazzi
o Palazzo baronale
È un palazzo fortificato di forma quadrangolare con delle torri angolari e bastioni.
Si trova nel centro storico in posizione dominante sull'abitato stesso.
o Palazzo Cieri
È un palazzo residenziale suddiviso in tre piani e sito in Via Cieri. È adibito ad abitazione privata. Accanto vi è la porta Cieri.
o Palazzo Angelucci-Cangiano
È un palazzo residenziale in muratura realizzato con pietre e cornici in laterizio. Il portale principale e contornato da mattoni che formano un bugnato.
o Palazzo Lannutti
Alcuni elementi tra cui alcune mensole dei balconi danno un'idea che il palazzo sia antico.
È stato costruito con ciottoli di varia forma e dimensione e mattoni. Il portale ha un arco a tutto sesto in pietra, la cornice del coronamento è in laterizi lavorati.
Altri elementi di rilievo del palazzo sono:
un balconcino realizzato in pietra con le sue sottomensole lapidee
gli archi che univano il palazzo di fronte che passano sopra la stradina laterale.
o Palazzo Pomilio
È un palazzo nobiliare realizzato in pietra suddiviso in 3 parti in cui l'ingresso si trova nella parte centrale. Il portale è attorniato da mattoni che formano un bugnato.
Al primo piano vi è un balcone tra due finestre.
Personalità legate ad Archi
• Nicola Carpineta, sacerdote e scrittore (Archi 1865-1914).
• Tommaso Maria Verri, filosofo, teologo, letterato e poeta (Archi 1743-Ortona a mare, 1814)
Eventi e manifestazioni
28 aprile: festa del Santo Patrono, San Vitale.
8 e 9 maggio: festa del Santo Protettore, San Nicola di Bari.
9 e 10 agosto: festa della Madonna di Costantinopoli e San Rocco.
8 dicembre: festa dell'Immacolata Concezione, celebrata dal 1854. La notte del 7 dicembre vengono incendiati cumuli di legna tra i vari quartieri e contrade. Raggiunta la mezzanotte, davanti alle porte di Santa Maria dell'Olmo si forma un corteo preceduto dalla banda che si sposta per le vie del paese mentre lo stornellatore compone una breve satira detta "buongiorno" di casa in casa.
Frazioni: Caduna, Canala, Cannella, Colle della Guardia, Colle Verri, Fara d'Archi, Fonte Cittadone, Fonte Maggiore, Grotte, Isca d'Archi, Macchie Pianello, Montagna, Piane d'Archi, Pianello, Rascitti, Rongiuna, Ruscitelli, San Luca, Sant'Amico, Solagne, Valle Franceschelli, Zainello