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Cortino è un comune della Provincia di Teramo, in Abruzzo.

Il patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto.

Frazioni: elenco in fondo alla pagina

Confina con i comuni di Amatrice (RI), Crognaleto, Montorio al Vomano, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella Sicura.

Il territorio è compreso nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.

Nel paese, situato sui Monti della Laga, pochi sono gli edifici successivi al secolo scorso.

Frequenti invece gli elementi lapidei, anche cinquecenteschi, rimessi in opera.

Da vedere la chiesa di Santa Maria Assunta e nella contrada Pezzelle la chiesa di San Paolo, con affreschi quattro-cinquecenteschi.

Reperti di epoca romana sono stati rinvenuti sul suo territorio, a Pagliaroli, Piano Santa Lucia, Casanova, Fonte Scodella, Le Piane.

Il toponimo compare per la prima volta nel 1029.

Il paese dagli inizi del XVI alla metà del XVIII secolo fece parte del cosiddetto Stato di Roseto, feudo della famiglia Acquaviva.

La circoscrizione territoriale attuale risale al 1º maggio 1816, quando furono istituite le circoscrizioni amministrative del Regno di Napoli.

Con una variazione successiva intervenuta nel 1868 quando, con R.D. 6/12/1868, fu soppresso il Comune di Valle San Giovanni e le frazioni di Casanova, Collegilesco e Faieto furono annesse al Comune di Cortino.

Il suo capoluogo, situato ai piedi di quanto rimane di una delle rare abetaie pure dell'Appennino, uno dei biotipi di maggior tutela dei Monti della Laga, che si estende per buona parte del versante sud-orientale del Monte Bilanciere, costituendone un suggestivo anfiteatro, si trova a una quota compresa tra i 1000 e i 1060 m sul livello del mare.

È presente ai piedi dell'abetaia, a 1050 m.s.l.m. un Ostello convenzionato con il WWF Teramo che vi organizza soggiorni di vacanza per bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia, con un ulteriore Centro di educazione ambientale presso il bivio per la frazione di Casagreca.

Il territorio di Cortino rientra nel perimetro del Parco nazionale Gran Sasso-Monti della Laga.

A ovest, quasi a far da barriera, vi è la maestosa e rotondeggiante catena dei Monti della Laga con i suoi estesi boschi di faggio, e i suoi prati da secoli utilizzati per il pascolo estivo delle greggi di ovini e di altro bestiame.

Rilevanti anche se ridotti di dimensione sono i residui di boschi di abete bianco siti nei pressi di Cortino e Comignano e di Altovia.

Numerose e frequenti sono le fioriture da aprile a giugno delle varie specie di orchidee selvatiche, così come di altre specie floreali protette.

Le condizioni di protezione date dallo stato di parco nazionale ha consentito il ripopolamento del lupo, del cinghiale e di altre specie animali tra cui numerose specie di rapaci.

In via di reintroduzione sono alcune specie di ungulati.

Non sono mancati sporadici avvistamenti dell'orso.

Nato come comune tra il 1813 e il 1816, dalla divisione del comprensorio della Montagna di Roseto, da cui si ebbero Cortino "in Roseto" e il comune di Crognaleto.

Era una delle ville dello Stato di Roseto, università della provincia del 1° Abruzzo Ulteriore, oggi Provincia di Teramo, che comprendeva 29 villaggi siti su un territorio montano compreso soprattutto tra Montorio, Poggio Umbricchio, la Valle Siciliana, L'Aquila, Campotosto, Amatrice, Rocca Santa Maria.

Confini naturali erano considerati il fiume Vomano, i monti della Laga e il fiume Tordino.

La prima notizia storica che si conosca della località risale al 1029 con il nome di Corte in una donazione fatta dalla famiglia dei Teutoneschi alla Chiesa Aprutina. Nel 1134 appare in altra donazione alla medesima Chiesa con il nome di Cortina, insieme ad altre località circostanti nella Terra Teoderadesca.

Già nel 1285 era parte del comprensorio prima del castrum Scalellis (che si estendeva da Cortino a Pagliaroli), e con Rocca di Padula riunite a Frunti fino agli inizi del sec. XV, quando entrò a fare parte del nuovo "Stato" o Universitas della Montagna di Roseto, insieme a Crognaleto e le altre ville, almeno dal 1424 sotto la signoria degli Acquaviva del ramo dei duchi di Atri, e che risultava compreso tra i due gruppi montuosi fra i più elevati di tutto l'Appennino e della penisola.

Alla loro estinzione avvenuta nel 1760 con la morte della duchessa Isabella, con tutto il comprensorio di Roseto passò con il resto del ducato, sotto la Regia Amministrazione degli Stati Allodiali di Atri, prendendo a volte la denominazione di Serenissima Real (o Ducal) Corte della Montagna di Roseto, governata per lungo tempo da Giovanni Bernardino Delfico, che si protrasse fino alla soluzione del contenzioso patrimoniale con il ramo degli Acquaviva conti di Conversano, che nel 1790 pur conservando il mero titolo ducale di Atri, dovettero rinunciare a favore della Corona, con il definitivo passaggio al Demanio, ad ogni pretesa di natura feudale.

L'invasione francese del 1799 vide la nascita di una forte reazione interna manifestatasi con la recrudescenza del brigantaggio (di cui gli strascichi perdurarono almeno fino a tutto il 1806) mediante la costituzione delle truppe a massa di ispirazione sanfedista.

Persona di spicco in questo periodo fu il Capo massa D. Donato de Donatis, nativo di Fioli di Rocca Santa Maria e parroco di Pezzelle, che non mancò di allearsi anche con altri briganti di cui il comune soffrì le scorrerie come Giuseppe Costantini noto come Sciabolone.

Il territorio comunale come gran parte della montagna teramana fu frequente teatro del cennato problema endemico del banditismo, che non poco limitò le possibilità di sviluppo della zona, di cui i periodi storicamente più noti furono oltre al citato periodo francese.

La fine del '500 di cui fu protagonista Marco Sciarra, la fine del '600 con la storica sconfitta per mano del viceré Del Carpio, e nel periodo dell'unità d'Italia.

La maggior parte degli abitanti del comune vive nelle numerose frazioni.

Il comune si sta spopolando in favore della città di Teramo che negli ultimi anni ha avuto un notevole sviluppo e i paesi più popolati sono proprio quelli più prossimi al capoluogo provinciale.

Nelle varie frazioni la popolazione aumenta d'estate, quando vi tornano le persone che si sono trasferite altrove.

Resistono ancora testimonianze e strutture edilizie antiche,  mentre la quasi totalità dei ricchi arredi sacri lignei, risalenti anche al sec. XVII che arredavano le chiese sono andati dispersi, distrutti o trafugati a partire dagli anni '50 del secolo scorso.

• Pagliaroli. Sede del municipio a 982 m.s.l.m.. La prima notizia risale al 1134 con il nome di Acquaviva. È sito archeologico per la presenza del tempio dedicato a Giove risalente al III secolo a.C. i cui numerosi e singolari reperti sono stati ritrovati sotto la attuale chiesa pievanale di San Salvatore, restaurata nelle forme originarie; le cui prime notizie risalgono al 1153 nella bolla di papa Anastasio IV, come possedimento del Vescovo di Teramo. Nei pressi in località Piani di Santa Lucia, titolo della chiesa dell'antico sito di Gregano che sorgeva sul luogo, lungo l'antico asse viario che conduceva a Teramo passando per Valle San Giovanni, sono stati ritrovati altri reperti archeologici di età romana.

• Agnova. 977 m.s.l.m. Nota dal 1134 con il nome di Nove. La attuale chiesa dedicata a S. Giusta pare sia stata edificata sul luogo di un antico tempio italico.

• Altovia. La frazione con la maggiore altitudine della Provincia di Teramo, è posizionata ai piedi di una antica abetaia demaniale sulla via del Rifugio di Cegno a quota 1.183 m s.l.m., è superata in altezza solo dai campi sciistici di Prati di Tivo e Prato Selva.

Praticamente deserta d'inverno, d'estate sono in molti a tornare ad abitare le antiche case di pastori oggi completamente ristrutturate.

La chiesa consacrata a Sant’Egidio, detta in antico anche della Rocca forse con riferimento al fortilizio di Roseto, prima collocata dove ora è il cimitero, e ricostruita all’ingresso del borgo nel 1921, è ancora fatiscente, tanto che il suo frontale è sorretto da impalcature.

Confinava insieme a Cortino con l'antica villa di Zingano decaduta dopo il terremoto del 1703.

• Caiano. 837 m.s.l.m. Nota dal 1134 ma di probabile origine più antica; dall'abitato nei pressi della chiesa dedicata a S. Donato si diparte la panoramica strada che collega direttamente con il comune di Rocca Santa Maria attraversando il sottostante fiume Tordino.

• Casagreca. 833 m.s.l.m.

La piccola frazione rimase completamente disabitata nel corso degli anni sessanta, dagli anni novanta i vecchi abitanti e i loro discendenti hanno ristrutturato l'antico paese e tornano ad animarlo soprattutto durante il periodo estivo.

• Casanova. 680 m.s.l.m. Nota dal 1134.

• Collegilesco. Nota dal 1134 con il nome di Colle Aiolesco.

• Comignano. 970–990 m.s.l.m. Nota dal 1134 con il nome di Commoniano.

• Cunetta.

• Elce. La prima notizia si ha nel 1295 con il nome di Ylice. Tra 1500 e 1600 era nota nei documenti con il nome di La Felice

• Faieto. Nota dal 1134.

• Fonte Palumbo.

• Lame. 900 m.s.l.m.

• Macchiatornella.• Padula. Nota dal 1134

• Pezzelle. 853 m.s.l.m. La chiesa parrocchiale dedicata a San Paolo, conserva pitture murali dei secc. XV e XVI.

• Piano Fiumata.

• Servillo. 976 m.s.l.m. Stemma della famiglia Petrucci di Napoli del 1494.

• Vernesca.

Eventi e tradizioni

fine luglio: sagra della pecora "al caldaio";

12-15 agosto: festa di Santa Maria Assunta.

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