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Gessopalena è un comune della Provincia di Chieti, in Abruzzo.

Il patrono, San Valentino, si festeggia il 14 febbraio.

Frazioni: elenco in fondo alla pagina.

Confina con i comuni di Casoli, Civitella Messer Raimondo, Lama dei Peligni, Roccascalegna, Torricella Peligna.

L'antico borgo, del quale rimangono i ruderi, era arroccato su un masso detto "Pietra Lucente".

Il nuovo abitato si è sviluppato lun­go la strada Peligna.

Interessante è il superstite portale ogivale (se­colo XIV) della distrutta chiesa dell'Annunziata, che ora è murato sul lato sinistro della chiesa di Santa Maria Maggiore.

Ricordiamo, inoltre, la chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, che reca sul lato destro un portale cinquecentesco, all'interno sono conservati un dipinto quattrocentesco della Madonna della Misericordia ed altri quadri, cinque-seicenteschi.

Da vedere anche la bella fontana dell'Italia, opera dello scultore Carlo Fontana.

Il territorio di Gessopalena si estende per 31,4 km² in un'area di aspri rilievi collinari, alle pendici del massiccio della Majella.

Nei pressi dell'abitato scorrono diversi corsi d'acqua, il fiume Aventino, ed i torrenti Rio Secco, Mazzetta, Cesa e San Giusto.

Gessopalena possiede parte del Lago Sant'Angelo, anche detto di Casoli.

Nelle campagne che circondano l'abitato emerge un affioramento calcareo chiamato La Morgia, che raggiunge gli 827 m s.l.m., dove è possibile ammirare un'importante scultura dell'artista greco Costas Varotsos.

La sua altimetria varia dai 237 m s.l.m., in contrada Castellana, agli 853 m s.l.m., raggiunti a Monte San Giuliano, per un'escursione altimetrica complessiva pari a 616 metri.

Il centro cittadino è situato a 654 m s.l.m.

La parte più antica di Gessopalena, di origine altomedievale, si erge su uno sperone gessoso che domina la valle dell'Aventino.

A partire dal XIX secolo il borgo è stato progressivamente abbandonato, ed ha cominciato a prendere forma il nuovo centro abitato, disposto ad anfiteatro, le cui attuali direttrici di espansione sono lungo la Via Peligna, a sud, verso Torricella Peligna, e a nord in direzione di Casoli.

II suo territorio era già abitato in epoca preromana.

Quasi certa­mente il borgo si è generato nel­l'alto Medioevo attorno a un anti­co castello (distrutto), che dominava la valle dell'Aventino.

Il toponimo figura per la prima volta nel XII secolo. In antico è stato il prin­cipale centro com­merciale di questa valle.

L'antico borgo, già danneggiato dal terremoto del 1933, è stato poi raso al suolo nell'ultimo conflitto bellico.

Il nome del paese deri­va dalle cave di gesso presenti in zona.

I numerosi reperti riferiti a quest'età, affiorati nelle contrade, testimoniano che l'area ospitò sin dall'antichità importanti insediamenti abitativi.

In località Monte San Giuliano sono stati ritrovati resti di mura megalitiche di epoca preromana, che costituivano parte del sistema difensivo dei Carricini.

Altre testimonianze sono reperibili nelle contrade Collomero e Pia' Nicola.

Durante la costruzione della via Peligna, venne ritrovata una statua rafigurante una sfinge.

Il primo documento che narra dell'esistenza del paese risulta nel Memoratorium dell'abate Bertario di Montecassino, documento in cui vengono citati i feudi di Montecassino siti tra il Sangro e l'Aventino tra cui il Castellum de Gessi.

Nel 1059, in una bolla di Nicolò II, cita il paese come Gipso de Domo, ed in particolare parlava della pieve di Santa Maria che corrisponde all'attuale Chiesa di Santa maria Maggiore.

Ad ogni modo il nucleo originario corrisponde alla località di Valle Sorda.

Successivamente, nel 1327 Roberto da Salle fondò, o restaurò, il convento di San Giovanni Battista.

Alla fine del trecento nel paese vi fu una pestilenza.

In seguito, quando il paese passò alla Contea di Palena fondata da Ferdinando d'Aragona, il paese passò a Matteo di Capua e, quindi, ai suoi discendenti. In seguito si susseguirono varie altre signorie: i Finamore, i Tozzi, i Persiani, i Turchi ed i Pellicciotti.

Nel 1705 il paese fu gravemente colpito dal terremoto della Majella.

Con l'estinzione del feudalesimo nel 1806 si cercarono vari appezzamenti di terra da coltivare tra dei boschi da smantellare, mentre precedentemente, nel Seicento, i mestieri nobili (o "arti nobili") che si svilupparono nel paese abruzzese furono "Avvocato" e "Notaio", di cui gli esponenti di spicco di questi due mestieri sono le famiglie Sirolli e Del Peschio, di fatto, tra il 1580 ed il 1873, il paese ebbe un numero molto alto di notai, ventiquattro, preceduta come numero di notai in tutto l'Abruzzo Citeriore solamente da Chieti, Lanciano, Vasto ed Atessa.

In seguito il paese andò ad espandersi fuori dalla porta d'ingresso di "A monte per la terra" creando dei nuovi quartieri lungo la Via del Popolo.

Man mano la gente il borgo, il cosiddetto centro storico di Gessopalena, si andò spopolando ove rimasero i poveri, i vecchi, gli ebrei e qualche artigiano fino a che, nel 1959 il borgo non fu definitivamente abbandonato.

Durante la seconda guerra mondiale l'abitato fu raso al suolo.

Storicamente i nomi del paese sono stati molti, ma, tuttavia, hanno sempre conservato la peculiarità geologica del territorio: il Gesso.

Non è ancora pervenuto il nome sannitico di Gessopalena.

I Sanniti Carricini erano già insediati in età antichissima.

Non è ben chiaro se vi fossero Carricini supernates o fossero Carricini infernates.

Le Mura Megalitiche presenti a Monte san Giuliano fanno sospettare la presenza d'un importante insediamento strategico.

In epoca romana il toponimo era Terræ gypsi.

Nell'alto medioevo: Gisso de domo.

Dal basso medioevo semplicemente Gesso, ma non era l'unico paese nel chietino ad avere questo nome: anche l'attuale Gissi nel vastese.

Per distinguerle si utilizzarono le espressioni: GESSO PROPE PALENAM (Gesso vicino Palena) e GESSO PROPE VASTUM (Gesso vicino Vasto).

Col tempo Gesso vicino Palena mutuò con il semplice suffisso "-palena", quindi Gessopalena.

Gli autoctoni gessani, comunque, continuano a chiamarla semplicemente "Gesso".

Monumenti principali

• Chiesa della Madonna dei Raccomandati

• Chiesa di Santa Maria Maggiore

• Chiesa di Sant'Egidio

• Chiesa di Sant'Antonio (o dei Tozzi)

• Museo Parrocchiale Madonna dei Raccomandati. È sito in località San Buono nel convento di Sant'Antonio.

• Borgo Antico o Medievale Il borgo è sito su un crinale di una roccia ed è costituito da abitazioni poste su vie parallele che seguono l'andamento del terreno. Attualmente gli edifici sono tutti distrutti e ne restano i locali interrati nella roccia di gesso talvolta scavato per creare i locali all'uopo così come sono state create sulla nuda roccia le scale, nicchie e camini. Gli edifici erano addossati gli uni agli altri. Spesso i muri sono realizzati in gesso misto a pietra calcarea ed arenaria uniti da uso copioso di malta, nelle rimanenti case viene utilizzato del laterizio come in alcune mostre intorno a porte e finestre.

• Resti di mura megalitiche. Sono siti in località Monte San Giuliano presso la grotta del Diavolo.

Altri ruderi e monumenti d'interesse minore

• Chiesa dell'Annunziata, sita nel Borgo medievale presso la suddetta chiesa di Sant'Egidio. Ne restano pochi ruderi oltre il portale risalente al Trecento che è stato rimontato alla chiesa suddetta di Santa Maria Maggiore.

• Chiesa della Madonna del Rosario. Sita nel borgo medievale presso la suddetta chiesa si Sant'Antonio o dei Tozzi e restano pochi ruderi. Fino al 1956 suonava ancora il campanile.

• Chiesa di San Rocco. Sita nella salita san Rocco vicino al Borgo medievale.

• Palazzo Pellicciotti. Sito in Via del Popolo. Ne restano dei ruderi tra cui il portale.

• Palazzo Persiani. Sito mel Borgo medievale presso la porta d'ingresso.

• Palazzo Tozzi. Anch'esso sito nel Borgo medievale presso la chiesa di Sant'Antonio. Ne restano solo ruderi.

• Fontana dell'Italia. Sita nella piazza centrale del paese. Nel centro della vasca, avente forma di conchiglia, è posta una statua raffigurante l'Italia, realizzata da Carlo Fontana, scultore, nel 1921.

• Monumento alla Resistenza. Sito nella parte più alta del Borgo medievale. È stata realizzata recentemente. È costituito da un cippo con un'iscrizione con dei versi di Carlo Bernani.

Onorificenze

Medaglia d'oro al Merito Civile

«Comune strategicamente importante, all'indomani dell'armistizio, subiva la violenta reazione delle truppe tedesche occupanti che, nel praticare la strategia della "terra bruciata", avevano raso al suolo il centro abitato e minato strade e mulattiere. La popolazione, costretta a trovare rifugi occasionali nelle campagne vicine, con coraggio, indomito spirito patriottico e profonda fede nei valori della libertà e della democrazia, contribuiva alla guerra di Liberazione con la costituzione di spontanee formazioni partigiane, subendo feroci rappresaglie che provocavano la morte di numerosi ed eroici cittadini.»

Città gemellate

• Porto San Giorgio, Italia

• Cupramontana, Italia

• Sambreville, Belgio

• Amsterdam, Olanda

Personalità legate a Gessopalena

Domenico Troilo

Gennaro Finamore

Gian Vincenzo Pellicciotti

• Guglielmo di Mastro Berardo da Gessopalena, (Gessopalena, 1280 ? - Gessopalena, 1360) miniaturista vaticano.

• Lucio Innaurato, (Gessopalena, 1952) artista.

Marino Turchi

• Mastro Berardo, (Gessopalena, 1260 ? - Gessopalena, 1340 ?) miniaturista.

Eventi e tradizioni

16 gennaio: festa di Sant’Antonio abate, con rappresentazione in tono burlesco delle tentazioni del Santo nel deserto;

Carnevale: è d'uso, in quasi tutti i Comuni del circondario, rappresentare nel giorno delle ceneri il funerale di Carnevale; una specie di appendice alle manifestazioni carnascialesche e nulla di più. A Gessopalena, invece, il funerale a Carnevale, chiamato " Carnevale morte ", ha un significato del tutto particolare: la manifestazione pre quaresimale viene personificata, diventa umana. L'avvenimento è atteso e sentito da tutta la popolazione, perché attraverso i discorsi dei vari personaggi ormai codificati, tra cui: Medico, Sindaco, Notaio, Cardinale, Prete, Coconia, si approfitta di fare della satira bonaria su fatti e avvenimenti accaduti a personaggi più o meno in vista e caratteristici del paese. Questa tradizione si perpetua nel tempo per merito di particolari personaggi vissuti nel passato che hanno consegnato, per così dire, il testimone alle generazioni successive. In questi passaggi successivi la manifestazione si è viepiù trasformata ed arricchita di personaggi e di significati. L'origine di "Carnevale Morte" si perde nella notte dei tempi.

Mercoledì santo: sacra rappresentazione in costume che rievoca la passione e la morte di Cristo;

9 Agosto, rievocazione del­l'antica battitura del grano, in costu­me d'epoca, con stand gastronomici e spettacoli vari.

Frazioni: Castellana, Coccioli, Colle Mazzetta, Contrada Rossi, Isolina, Macchie, Pastini, Mandrini, Morgia del Pesco, Piano Mazzetta, Pincianesi, Riguardata, San Biagio Silvilini, Santa Croce, Valloni Cucco.

tutti pazzi per la Civita

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