Isola del Gran Sasso d'Italia è un comune della Provincia di Teramo, in Abruzzo.
Il patrono, San Massimo, si festeggia la prima domenica di maggio.
Frazioni: elenco in fondo alla pagina
Confina con i comuni di Calascio (AQ), Carapelle Calvisio (AQ), Castel Castagna, Castelli, Castelvecchio Calvisio (AQ), Colledara, Fano Adriano, L'Aquila (AQ), Pietracamela, Santo Stefano di Sessanio (AQ), Tossicia.
Il suo territorio è compreso nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.
Sorge in una vallata ai piedi del Gran Sasso d'Italia.
L'abitato, disteso su uno sperone alla confluenza del torrente Ruzzo nel fiume Mavone, conserva resti dell'antica cinta muraria.
Notevole il portale di Matteo da Napoli (1420) della chiesa parrocchiale di San Massimo, all'interno bel battistero lapideo del 1529.
Si segnala, poco fuori l'abitato, la cona di San Sebastiano con tabernacolo rinascimentale e affreschi quattrocenteschi.
Nei dintorni è l'importante chiesa di San Giovanni al Mavone o ad Insulam (secoli XII-XIII).
Sempre nei dintorni, vanno segnalati i resti del castello medievale di Pagliara; il suggestivo eremo di fra' Nicola e il Santuario di San Gabriele, che ha nel complesso conventuale, Museo d'Arte Sacra.
Il territorio ospita molte specie animali come il lupo, il camoscio d'Abruzzo, il cervo, l'aquila reale, la poiana, il gufo reale, lo scoiattolo, il cinghiale e la gazza.
Nella frazione Cerchiala, piana San Valentino, sono stati scoperti reperti di epoca romana.
La prima menzione dell'attuale insediamento è nell'XI secolo ("castello de la Isola").
Nel Catalogo dei Baroni (1150-1168) Oderisio di Collepietro possedeva Insulam.
A metà Quattrocento il paese era feudo di GiacoIl comune era anticamente un'isola circondata dai fiumi Ruzzo e Mavone e da questo trae il nome.
L'unica via d'accesso al paese erano le porte del castello, fra le quali le principali erano le Porte del Torrione e della Cannavina.
Nei pressi del paese sono state rinvenute tracce di abitazioni risalenti al periodo neolitico, ma le prime notizie certe riguardanti Isola col suo nome proprio si riferiscono al XII secolo, quando il Conte Attone, nel 1115, otteneva dal Vescovo di Teramo il feudo del castello di Isola.
Successivamente, nel 1120, tale feudo veniva assegnato a San Berardo dei Conti di Pagliara (De Palla Aurea), che già possedevano il loro castello feudale sopra Isola (Pagliara).
Nel 1173 il castello dell'Isola di Penne, nome del paese nei documenti di quel periodo, era ancora tra i possedimenti dei Conti di Pagliara e il paese contava 48 famiglie.
Verso il 1215, secondo una tradizione mai smentita, San Francesco d'Assisi venne ad Isola e vi fondò un convento per i suoi frati chi vi rimasero fino al tempo delle soppressioni napoleoniche; tale convento è l'attuale Santuario di San Gabriele.
I Pagliara governarono tutta la Valle Siciliana, quindi anche Isola, fino al 1340, quando se ne impossessarono gli Orsini.
Dopo varie vicende, questi nel 1526, affidavano i loro possedimenti a Re Carlo V, che assegnò la zona al Conte D. Ferrante Alarçon y Mendoza.
Una testimonianza del periodo di tale personaggio la si ritrova nella chiesa parrocchiale di Isola, su una lapide della cappella del battistero.
I Mendoza dominarono il territorio Isolano fino a quando Re Giuseppe Napoleone Bonaparte, con la legge del 2 agosto 1806, abolì per sempre il sistema feudale.
Sorsero allora, al posto delle antiche "Università Agricole" dell'Isola Pagliara, Casale, Cerchiara, Forca e Collalto, il Comune di Isola comprendente le frazioni di: Casale San Nicola, Fano a Corno, Cerchiara, Varano, Forca di Valle, Cesa di Francia, San Gabriele, Pacciano, Frisoni, Collalto, Trignano, San Giovanni, Tembrietta, Capsano, Colliberti, San Massimo, Pretara, Ceriseto, San Pietro e Villa Piano.
Nel 1821 anche a Isola nacque la società segreta detta "Carboneria"; il gruppo era composto da 52 iscritti tra i quali emergevano importanti personalità come Leonardo Madonna, Giuseppangelo De Angelis, Francesco Paolo Petrilli e Francesco Mezzanotte.
Dopo l'Unità d'Italia, nella Valle Siciliana emerse il fenomeno del Brigantaggio: le contrade della zona erano sconvolte da violenti scontri armati tra i reparti delle milizie regie e le bande brigantesche del "capitano" Bernardo Stramenga di Villa Passo di Civitella e di Angelo Florj due pericolosi capibanda che, forti di oltre centocinquanta uomini, scorrazzavano indisturbati per tutta la valle, seminando ovunque terrore e sangue.
Angelo Florj, di Isola, si proclamava comandante della sesta compagnia realista, composta da una cinquantina di uomini.
Nascosto tra gli anfratti del Monte Corno spadroneggiava ovunque nelle contrade della zona, tentando più volte di penetrare anche in Isola, ma sempre senza esito perché questa si teneva ben accorta chiudendo ogni sera le sue tre porte di ingresso proteggendole con pesanti sacche di sabbia.
Uno squadrone di suoi uomini si dice fosse comandato da una donna, chiamata "Cianella" (Lucia Cardi). "Cavalcava con destrazza e maneggiava il fucile come un uomo".
Si diceva anche che fosse l'amante del capobanda Florj che trovò la morte a Cesa di Francia ucciso a tradimento da un suo compagno di scorrerie.
Nel 1863 il Comune prese il nome attuale di Isola del Gran Sasso d'Italia. Attualmente conta poco meno di 5000 abitanti.
Il 5 settembre 1950, si verificò un terremoto, con epicentro il Gran Sasso, che fece trepidare gli abitanti di Isola del Gran Sasso e di Pietracamela, provocando consistenti danni alle abitazioni private e vistose lesioni agli edifici pubblici.
Luoghi di culto
• Santuario di San Gabriele dell'Addolorata, patrono d'Abruzzo, meta ogni anno di più di due milioni di pellegrini;
• Chiesa di San Giovanni ad insulam - detta anche chiesa di San Giovanni al Mavone, sorge isolata sopra un poggio che fiancheggia il fiume Mavone.
Semplice ed austera nella sua forma di architettura sacra di gusto romanico è annoverata nell'Elenco degli edifici monumentali della provincia di Teramo.
Il "Paese dei Motti"
Tra le tante denominazioni con cui nel tempo è stata indicata Isola del Gran Sasso, quali "Il Castello dell'Isola", "Isola della Valle", "La Perla del Gran Sasso", "Il Paese dove il sole sorge due volte", c'è anche il "Paese dei Motti": quest'ultimo perché all'interno del centro storico, sugli architravi in pietra di molte porte e finestre, figurano delle iscrizioni in latino dal suggestivo sapore biblico e popolaresco.
Alcuni esempi che si possono leggere su alcuni palazzetti cinquecenteschi di Piazza Marconi:
• Neutri fortunae ;
• Bonitate fecisti cum servo tuo Domine;
• Melius mori quam fedari;
• Non solum nobis sed et Patriae et Posteris.
Altri motti sulle finestre di un palazzetto rinascimentale di Largo Corte:
• Quod rubigo ferro hoc livor homini;
• Quod index auro hoc aurum homini.
In via Nicolò e in Largo Torrione:
• Amicum Esse Licet sed usque ad aras;
• Beati qui abitant in domo tua domine.
I motti che seguono si leggevano negli anni trenta su un palazzo diroccato, in completa e desolante rovina, già sede comunale e prima ancora abitazione dei Mendoza - che oggi purtroppo ha fatto posto a Piazza Marconi:
• Incertum est quo loco mors te aspectat;
• Virtutis laus in actionibus consistit;
• Viro pro divitiis honos.
Personalità legate a Isola del Gran Sasso d'Italia
• Pietro Tesauri, vescovo
Eventi e tradizioni
Luglio: festa della birra;
Ultima domenica di agosto: Tendopoli di San Gabriele, nel Santuario omonimo.
Frazioni: Capsano, Casale San Nicola, Cerchiara, Ceriseto, Collalto-Frisoni, Colliberti, Fano a Corno, Forca di Valle, Pretara, San Gabriele dell'Addolorata, San Giovanni, San Massimo, San Pietro, Tembrietta, Trignano.