Montorio al Vomano è un comune della Provincia di Teramo, in Abruzzo.
Il patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto.
Frazioni: elenco in fondo alla pagina.
Confina con i comuni di Basciano, Colledara, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Teramo, Tossicia.
Rientra nell'area del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.
L'antico abitato, posto su un'altura nella valle del Vomano, una zona moderna si è andata sviluppando lungo la statale quale area di espansione di attività commerciali ed industriali, conserva esempi di edilizia civile risalente ai secoli XV-XVII.
Diverse sono le emergenze monumentali: le chiese di San Rocco, con portali dei secoli XVI e XVII all'interno begli altari lignei barocchi, splendidi parati del XVIII secolo, e un importante dipinto cinquecentesco raffigurante la Resurrezione, opera di Vincenzo Pagani, dell'Immacolata Concezione o degli Zoccolanti, nell'interno, settecentesco, stucchi di Carlo Razzoli, di Sant’Antonio di Padova, con bella acquasantiera cinquecentesca, di San Filippo Neri, con stucchi del XVIII secolo, e dei Cappuccini, al margine dell'abitato, con ricco altare maggiore ligneo seicentesco.
Il nome Montorio deriva da Mons Aureus, monte d'oro, come dimostra la presenza di stemmi nel centro storico della cittadina, risalente al XIV e XV secolo.
In realtà già dagli anni 940 e 948, con la Cartula de Terra Montoriana contenuta nel Cartulario della Chiesa teramana, risulta una prima trasformazione del termine Mons Aureus in Montorio, sebbene la cittadina mantenne l'antico nome per almeno un altro secolo.
È attestata la presenza sul suo territorio, in epoca romana, di numerosi insediamenti rustici.
In un atto del 948 viene nominata la "terra montoriana".
La parte più antica dell'attuale abitato dovette formarsi intorno all'XI secolo con la fusione di abitati minori. Monte aurum e poi Montorium sono i toponimi che leggiamo in documenti dei primi decenni del Duecento.
Il paese assunse la sua configurazione con lo sviluppo della zona bassa già nel XIV secolo.
La parte più antica, posta alla sommità del colle, venne quasi del tutto occupata nel 1686 con i lavori di costruzione del forte di San Carlo, poi non ultimato.
Dalla metà del Trecento al terzo decennio del Cinquecento lo possedettero con il titolo di conti i Camponeschi.
Successivamente fu dei Carafa, dei Crescenzi, e di Girolamo Spiriti.
Montorio sarebbe sorta sulle rovine o nei pressi della antica località pretuziana di Beregra o Beretra, e anche se alcuni storici hanno voluto identificare questa antica città nell'odierna Civitella del Tronto.
Felice Barnabei nel suo saggio archeologico sul tratto montano della via Salaria che scorreva lungo il Vomano sembrerebbe avvalorare tale ipotesi, sia in base alla descrizione del geografo greco Tolomeo che indicava come Beretra fosse la prima città del Pretuzio per chi giungesse dalla regione dei Marsi cioè da Amiterno, sia sulla base di alcuni brevi saggi archeologici effettuati poco distante ad est di Montorio in un campo dei Signori Patrizi, dove furono ritrovati ampi tratti di mura e pavimenti marmorei e a mosaico, con notevoli quantità di legno bruciato facendo pensare che un incendio ne fosse stata la causa della distruzione.
Dai manoscritti dell'Antinori risulta che già nel 1173 Montorio era feudo di Guillelmo fratello del conte de Aprutio.
Ceduta con gli Angioini da Federico de Tullo nipote della contessa di Manoppello, Tommasa de Palearia, ai De Beauvoir (de Bellovidere) e quindi a Matteo De Plessiaco, nel 1305 Gilberto di Saldano, ciambellano regio, è signore della cittadina.
Dopo vari passaggi nel 1348-50 Montorio con titolo di contea, insieme ad altri feudi, passerà nelle mani della famiglia aquilana dei Camponeschi.
Si ritiene che il centro fu teatro di una storica battaglia, il 7 maggio 1486 durante la quale si affrontarono i montoriesi capeggiati dal conte Camponeschi contro il Duca di Calabria, figlio di Ferdinando D'Aragona.
In quell'occasione la piazza principale venne denominata "Piazza della Vittoria".
Dopo i Camponeschi, che riebbero la contea a metà '400 unitamente ad altri feudi quali Frunti (Valle San Giovanni), Moriconi, Colle Caruni, Macchia del Conte e San Vito.
Montorio passerà ai Carafa del ramo della Stadera, per il matrimonio celebrato nel 1467 tra Vittoria Camponeschi, figlia di Pietro Lalle ultimo conte di questa famiglia, con Giovanni Antonio dei conti di Maddaloni, genitori del futuro papa Paolo IV.
Decaduta la famiglia a seguito del Trattato di Cave per le vicende legate al possesso del ducato di Paliano conteso ai Colonna, con Alfonso morto senza eredi maschi; i feudi vennero devoluti alla Regia Corte che tentò di reinfeudare ai loro parenti i Caracciolo di Vico, da cui però i montoriesi si affrancarono; per tornare ad essere nuovamente rifeudalizzata, fino ai marchesi Spiriti di Napoli. Tra gli altri feudatari, i Crescenzi di Roma furono marchesi di Montorio dal 1597 al 1761 insieme ad alcune località dell'attuale comune di Rocca Santa Maria e Valle Castellana.
Nella Chiesa di San Rocco eretta da Vittoria Camponeschi, istituita in Collegiata nel 1559 con bolla di Paolo IV, si conserva una tela col ritratto del Card. Marcello Crescenzi, amico dei Canonici della Collegiata, cui aveva donato un piviale, una pianeta ed una mitra lavorata con perle e pietre e datati 1746, ricordati nella lettera del 7 maggio 1752, tuttora esistente nell'archivio parrocchiale.
La storia di Montorio è inevitabilmente legata al fiume Vomano, chiamato da Plinio "Flumen Vomanum", che divideva i pretuziani che abitavano la sponda sinistra, dai Vestini-Pinnensi e dagli Atriani, che si trovavano alla sua destra nella zona prossima all'Adriatico.
Le interpretazioni sull'origine del nome sono diverse: Strabone, in epoca romana, avrebbe chiamato il Vomano "Matrinus" o "Macrinus".
Secondo Melchiorre Delfico il nome Macrinus sarebbe stato dato invece dagli Etruschi e quello di Vomano dai Romani.
Quest'ultimo potrebbe derivare, secondo un'antica tradizione, dal termine "Inumano" a causa dell'impeto distruttore delle sue piene, o da Vox Humana, dal confronto del mormorio delle sue acque con il timbro della voce umana.
Fu anche chiamato Cumano o Gumanum, come testimonia la Bolla spedita il 27 novembre 1153 da Papa Anastasio IV al vescovo aprutino Guido II.
Il primato della luce elettrica
A Montorio l'inaugurazione della luce elettrica avvenne il 10 dicembre 1899.
In precedenza il sindaco di Montorio si era rivolto all'ingegner Conti di Vicenza per valutare l'effettiva convenienza dell'operazione e ai sindaci delle città di Tagliacozzo, Terni e Macerata, dove gli impianti erano stati "testati" per le prime volte in Italia.
La giunta comunale decise dunque di andare avanti con il progetto.
Questo fu rallentato da vicissitudini nella vita politica cittadina ma il contratto fu formalizzato il 2 aprile 1899.
Il Municipio di Montorio al Vomano avrebbe concesso e appaltato il servizio della pubblica illuminazione elettrica delle piazze, vie e vicoli della città nonché l'esclusività della illuminazione privata per la durata di trent'anni.
Al termine della concessione l'impianto sarebbe rimasto di proprietà comunale.
L'inaugurazione avvenne alla presenza del sindaco di Montorio cav. Martegiani, l'on. Barnabei, l'avv. Rocco per il Corriere, Rodomonte per il Resto del Carlino e il sindaco di Teramo avv. Paris, che si complimentò con la giunta per il primato della cittadina nell'Abruzzo teramano.
Nel complesso furono installate dall'impresa Geraci di Napoli 71 lampadine: 16 in Piazza della Vittoria (attuale Piazza Orsini), 11 in via Nazionale (attuale corso Valentini), 12 in via del Municipio (attuale via Urbani), 2 in via Camponeschi Carafa (attuale via Di Giammarco), 6 in via del Forte (attuale via Scarselli), 8 in via Beretra, 6 nella zona alta del Colle, 1 in via delle Fornaci, 1 in via delle Carceri Vecchie, 1 nella fontana della piazza, 2 nella fontana della porta, 1 in piazza della Corte (attuale piazza Martiri della Libertà), 1 in via dell'Ospedale Vecchio, 1 in via dei Fornari, 1 presso la Madonna del Ponte e 1 all'angolo di casa Mancini.
La località inoltre è integrata come estremità a valle del sistema idroelettrico della alta valle del Vomano, che prende inizio come primo punto di raccolta delle acque dal lago di Campotosto.
Eventi sismici
Il 21 aprile 1958, alle ore 3:22:39, si verificò una notevole scossa di terremoto pari al 5º grado della Scala Mercalli, sentita anche a Campli.
L'8 maggio 1958, alle ore 19:55:00, si verificò una scossa sempre del 5º grado.
Il 26 settembre 1969 si ebbero due scosse: la prima alle ore 23:40:25 di intensità stimata al 5º grado della Scala Mercalli e la seconda alle ore 4:39:00 di intensità stimata al 6º grado.
A seguito della scossa di magnitudo 6,3 che ha sconvolto l'Abruzzo intero il 6 aprile 2009, Montorio al Vomano è stata inserita nella lista dei 49 comuni che usufruiranno dei benefici del decreto Bertolaso, insieme ad altri quattro comuni della provincia teramana.
Notevoli danni hanno subito il centro storico della cittadina e la frazione di Faiano, completamente evacuata.
Personalità legate a Montorio al Vomano
Francesco Martegiani (Montorio al Vomano, 11 giugno 1791 - Pescara, 1851) scienziato, autore dello scritto “Novae observationes de oculo umano”.
Francesco Sebastiani, (Montorio al Vomano, 1827 - Giulianova, 1878), deputato al Parlamento per il collegio di Teramo;
Gina Martegiani (Montorio al Vomano, 22 gennaio 1886 - Roma, 3 gennaio 1981) scrittrice, autrice dello scritto Il Romanticismo italiano non esiste
Vincenzo Runcini (Montorio al Vomano, 20 febbraio 1833 - Genova, 10 settembre 1907) scrittore, autore dell'opera La difesa di Montorio.
Vittorino Scarselli (Montorio al Vomano, 1873 - Teramo, 1950) pittore Allievo di Teofilo Patini.
Eventi e tradizioni
Carnevale: carnevale montoriese;
Periodo pasquale: processione del venerdì santo;
16 - 25 luglio: rassegna internazionale di musica popolare, "Tradizioni a confronto";
26-27-28 agosto: sagra della trota:
Agosto: estate montoriese, con varie manifestazioni.
Frazioni: Altavilla, Case Vernesi, Colledonico, Collevecchio, Cusciano, Faiano, Leognano, Piane di Collevecchio, San Lorenzo, San Giorgio, San Giovanni, San Mauro, Schiaviano, Villa Brozzi, Villa Maggiore, Villa Vallucci.
Vedi anche: Montorio al Vomano: un borgo dalle antichissime ofigini; Montorio al Vomano e il Presepe artistico; Montorio al Vomano, San Rocco e la Madonne del Ponte; Montorio al Vomano e La Vetrina del Parco; Montorio al Vomano e il Carnevale morto; Montorio al Vomano e San Biagio