Castel di Sangro è un comune della provincia dell’Aquila, in Abruzzo.
Il patrono, San Rufo, si festeggia il 27 agosto.
Ha una frazione: Roccacinquemiglia.
Confina con i comuni di Montenero Val Cocchiara, Rionero Sannitico (IS), Rivisondoli, Roccaraso, San Pietro Avellana (IS), Scontrone, Vastogirardi (IS).
Il suo territorio è attraversato dalla cosiddetta ferrovia "La transiberiana d'Abruzzo"
Il paese si estende dal declivio di un colle roccioso fino alla confluenza del Sangro con la Zittola.
Nel nucleo antico, che conserva alcune case medioevali e rinascimentali, il monumento è la chiesa di Santa Maria Assunta, ricostruita tra la fine del 600 e i primi decenni del 700, con all’esterno ancora strutture dell’edificio preesistente e all’interno ricchi arredi lignei tardomanieristi e barocchi, un bellissimo altare marmoreo del 1738, dipinti di artefici napoletani tra i quali Francesco de Mura e Domenico Antonio Vaccaro.
Pregevole per le decorazioni settecentesche è l’oratorio del Rosario all’interno della ricostruita chiesa dell’Annunziata.
Nel municipio sono conservati interessanti reperti archeologici.
Recentissima è la scoperta, sulla piana prossima al paese, di reperti risalenti alla preistoria.
L’attuale abitato, sviluppatosi su un preesistente insediamento romano, è sovrastato da un colle, con resti di mura megalitiche che, dominando l’intera vallata, accrebbe la sua importanza strategica durante il medioevo, quando fu dotato anche di un castello, controllando la cosiddetta Via degli Abruzzi, alla quale si deve se il borgo prosperò poi grandemente.
Anticamente era chiamato Aufidena, ed era abitato dai Sanniti.
Le superbe mura megalitiche della rocca evocano le gesta gloriose dell'età sannitica che vide in questa zona nascere la civiltà di Aufidena, roccaforte conquistata poi dai romani nel 209 a.C.
I romani elevarono tale popolazione dotandola di un ordo, o senato autonomo, di un foro e successivamente anche di strutture per i giochi in onore dell'imperatore Augusto.
Nel IX secolo tutto il territorio della chiesa di Santa Maria, l'antica sede episcopale fu donata dal duca di Benevento ai Benedettini della prossima Badia di San Vincenzo al Volturno sorta nel 703, i quali riportarono la vita e la civiltà in questi luoghi.
Successivamente le scorrerie unne e saracene, costringendo a rinunciare agli insediamenti sparsi in prossimità delle terre coltivate, indussero gli abitanti di queste contrade ad arroccarsi sulle alture e a realizzare opere fortificate, finché nel XI secolo i figli di un tal Borrello si sostituirono ai Benedettini. Appartenente a questa famiglia, Oderisio assunse il titolo di conte e mutò il nome del casato in quello dei "di Sangro" e nel 1050 si fece edificare un castello di grande importanza strategica sulla rocca difesa dalle mura megalitiche, riuscendo a stabilizzare il suo predominio fra i territori circostanti. Da allora tutto l'insediamento circostante assunse il nome di Castrum Sari.
Tale posizione strategica e situazione di prosperità caratterizzò La via degli Abruzzi per molti secoli, sempre minacciata e invidiata per la sua posizione e per l'importanza per i rapporti commerciali.
Nel 1228 le truppe del cardinale Colonna incendiarono e distrussero il borgo e il castello di Castrum Sari per punire la fedeltà serbata a Federico II di Svevia dal Conte Rinaldo II di Sangro.
Qualche anno dopo un giovane monaco di Isernia, Pietro di Angelerio, il futuro Celestino V, diede inizio qui alla sua vita eremitica.
Caduti gli Svevi, gli eredi di Rinaldo di Sangro subirono la vendetta di Carlo d'Angiò; infatti seguirono rappresaglie, saccheggi ed incendi.
Tutto ciò finché Re Ferrante, dopo aver battuto il figlio di Renato D'Angiò, riparò i danni e concesse franchigie e immunità.
Così Castel di Sangro rinasceva come una piccola borghesia artigiana e mercantile.
Castel di Sangro era così forte che neppure il devastante terremoto del 1456 o la peste del 1656 fece cadere il paese.
Tutto ciò indusse Carlo III di Borbone ad insignire Castel di Sangro del titolo di città nel 1744.
Però quando Napoli perse il suo ruolo di capitale anche la Via degli Abruzzi perse di importanza, ed i governi post unitari si dimostrarono di scarsa sensibilità.
Questi e altri problemi di cui era protagonista il meridione provocarono la miseria di cui peraltro si fece interprete Teofilo Patini in memorabili dipinti.
Il 7 novembre 1943 i Tedeschi fecero saltare in aria l'intero centro abitato per rallentare l'avanzata delle forze alleate che qui si batterono per i successivi 8 mesi fino a sfondare la difesa tedesca sulle coste del Monte Arazzecca e sulla cima del Colle di San Giovanni o Castello Superiore, entrambi compresi nella famosa linea "Gustav".
Quest'ultima radicale distruzione determinò un'ennesima diaspora degli abitanti che avevano resistito al nemico e favorito l'avanzata alleata con un ardimento inadeguatamente riconosciuto dalla tardiva medaglia di bronzo al valore militare conferita al Gonfalone municipale.
Medaglia di bronzo al Merito Civile
«Resisteva impavidamente ai bombardamenti e alle vessazioni del nemico invasore, subendo dure perdite di vite umane e di beni materiali. Ottobre 1943 - Maggio 1944.»
Personalità legate a Castel di Sangro
Adelchi Sansonetti (Castel di Sangro 10/07/1924 - 16/03/2009), Arciprete
Dino D'Angelo
Giuseppe Liberatore (Castel di Sangro, 1756 - L'Aquila, 1842), medico
Eventi e tradizioni
Luglio, 2: festa, nel bosco di Scodanibbio, della Madonna degli Eremiti;
Agosto, 27: festa di San Rufo;
Settembre, 26-27: festa di Sant’Emidio e dei SS Cosma e Damiano;
Ottobre, 26- 2 novembre: fiera di tutti i Santi, istituita nel 1302.