Carsoli è un comune della Provincia dell’Aquila, in Abruzzo.
Il patrono, Santa Vittoria, si festeggia il 23 agosto.
Frazioni: elenco in fondo alla pagina.
Confina con i comuni di Collalto Sabino (RI), Nespolo (RI), Oricola, Pereto, Pescorocchiano (RI), Sante Marie, Tagliacozzo, Turania (RI), Vivaro Romano (RM).
Nel paese, sovrastato dai ruderi del castello duecentesco, sono da vedere la chiesa di Santa Vittoria, del XVI secolo, con all’interno altari coevi in pietra e buoni dipinti seicenteschi, ed alcuni notevoli palazzi quattrocenteschi.
Nei dintorni sorge la chiesa di Santa Maria in Cellis, edificio romanico del XII secolo completamente trasformato nel cinquecento.
Della primitiva costruzione rimangono il bel portale e il coevo ambone.
Nel suo territorio è compresa la Riserva Naturale delle Grotte di Pietrasecca.
Interessante è l’abitato della frazione Poggio Cinolfo, che conserva ancora l’aspetto di borgo fortificato.
Il toponimo "Carseoli" secondo alcuni attesterebbe delle origini orientali, più precisamente semitiche: originerebbe dall'ebraico con significato di "città della volpe" o "del lupo"; secondo altri deriverebbe dal latino "castrum solis" ovvero "fortezza assolata".
L'antica Carseoli era situata sulla via Valeria a circa 63 km da Roma, 3 km a ovest dell'attuale Carsoli, probabilmente nel "Piano della Civita", dove sono stati rinvenuti numerosi resti dell'antica città.
Carseoli fu sottomessa dai Romani alla fine del IV secolo a.C. e rappresentò un importante avamposto fortificato contro gli attacchi dei Marsi. All'inizio del II secolo d.C., con la divisione dell'Italia in 17 province voluta da Adriano, Carseoli entrò a far parte della provincia dei Marsi.
La caduta dell'Impero Romano d'occidente porta Carseoli nell'orbita dei Longobardi: le loro continue incursioni provocano devastazioni e distruzioni.
Nonostante ciò ancora nel VII secolo, Paolo Diacono nell'opera Historia Langobardorum, parla del paese di "Carseoli" come di una delle città principali della provincia Valeria, zona entrata a far parte del Ducato di Spoleto.
La comparsa dei Franchi sul territorio italiano portò una forte riduzione dei possedimenti dei Longobardi; in particolare il Ducato di Spoleto fu notevolmente ridimensionato e la Contea dei Marsi si costituì, tra la fine del IX e l'inizio del X secolo, nell'area Marsico-Carseolana.
Tra il X e l'XI secolo Carseoli viene indicata anche con il nome di "Sala", concessione fatta dalla allora potente abbazia Sublacense di Subiaco.
Dal febbraio del 993 il conte dei Marsi Rainaldo risiede a Carseoli e con il figlio Berardo ed il fratello Gualtiero dono al monastero di Subiaco notevoli territori Carseolani fra cui la chiesa di Santa Maria, più tardi detta "in Cellis".
Con ogni probabilità è al Conte dei Marsi che si deve un rafforzamento ed un più forte impulso alla costruzione del castello di S. Angelo, sito sull'omonimo colle sopra l'attuale Carsoli.
Il toponimo Cellis, rimasto solo alla chiesa di Santa Maria, nella forma di Celle Carsolarum o più semplicemente, Celle, ricorre nei documenti più antichi riguardanti l'aggregato che si andava formando sulle pendici di Colle Sant'Angelo intorno al castello-recinto; più tardi avrebbe definitivamente preso il solo nome di Carsoli.
I successori di Berardo e Odorisio si spartirono il territorio, abitando uno nel castello di Oricola, un altro a Colli di Montebove, il terzo nel castello di Sant’Angelo alle Celle.
Pian piano molte terre vennero donate, dagli stessi conti, ai monasteri di Farfa, di Subiaco e di Montecassino, i quali si sostituirono ai legittimi feudatari, almeno fino all'epoca sveva, quando, sotto il Barbarossa, Celle venne assediata e occupata militarmente.
Nel XII secolo Carsoli, secondo una storia tradizionale del luogo, ospitò San Francesco e, verso la fine del secolo, vide il passaggio di Corradino di Svevia e di Carlo I d'Angió.
A quest'ultimo sarebbe da attribuirsi, secondo alcuni studiosi, la costruzione della chiesa di Santa Vittoria (che, però, secondo altri, sarebbe più antica).
Passata sotto la contea di Albe (Tagliacozzo), Carsoli divenne dunque feudo degli Orsini e poi dei Colonna come sede di baronia, rimanendo a loro soggetta fino al 1806.
La peste del 1656 fece grandi stragi in Carsoli, che vide ridursi in pochi mesi la sua popolazione da 1600 a soli 300 abitanti.
La seconda metà del Seicento fu caratterizzata dal dispotismo di un signorotto locale, Giovanni Festa, contro il quale nel 1686 scoppiò una violenta sollevazione popolare.
Coinvolta in tutte le vicende politiche e sociali del Settecento e dell'Ottocento, soprattutto perché posta alla frontiera con lo Stato Pontificio, Carsoli ha visto mutare il suo ruolo e la sua importanza economica in questi ultimi decenni, soprattutto con la creazione di un buon nucleo industriale e con l'apertura dell'autostrada.
Il paese si è sviluppato nel medioevo alle pendici del Monte Sant’Angelo, a poca distanza dal sito dell’antica Carseolis, città degli Equi conquistata dai Romani, resti rimangono in località Piano della Civita.
Nel passato fu feudo degli Orsini e poi dei Colonna.
Venne gravemente danneggiato nel corso dell’ultimo conflitto mondiale.
Medaglia d'argento al merito civile
«Centro nodale delle vie di comunicazione del Centro Italia, durante l'ultimo conflitto mondiale, venne sottoposto a ripetuti e violenti bombardamenti che procurarono numerose vittime civili e la quasi totale distruzione del centro abitato.
La popolazione offriva altresì un'ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà, prodigandosi in soccorso dei feriti e nel recupero e composizione delle salme, nonché nell'accogliere gli sfollati.
I sopravvissuti seppero affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione materiale e spirituale del paese.»
Eventi e tradizioni
Luglio, ultima domenica: campionato di fisarmonica con stand gastronomici
Frazioni: Pietrasecca, Colli di Monte Bove, Poggio Cinolfo, Tufo di Carsoli, Villetta, Monte Sabinese, Villa Romana.