La Festa di San Giacomo
Ricorrenza: il 25 luglio
Nella città siciliana di Caltagirone si tiene la festa del patrono, San Giacomo, durante la quale i 144 gradini che uniscono la Piazza del Municipio alla chiesa di Santa Maria del Monte vengono illuminati da 4.000 lucignoli avvolti in carta colorata.
Essi sono disposti in modo tale che l'intera scalinata assuma l'aspetto d'uno stupendo fantasmagorico arazzo
La festa è a motivo della liberazione della città dai saraceni da parte dei normanni del Gran Conte Ruggero all'alba del 25 luglio 1090, giorno in cui la Chiesa ricorda per l'appunto l'apostolo.
La scala costituisce il punto di collegamento tra la città vecchia, superiore, sede nel '600 del potere religioso, e la parte nuova, ove invece erano raccolti gli edifici civili.
La scala fu costruita da Giuseppe Giacalone all'inizio del '600 e nel 1954 le alzate di ogni gradino furono rivestite con mattonelle in maiolica, in un tripudio di motivi geometrici, antropomorfici e fitomorfici.
I gradini in lava sono decorati, sull'alzata, da belle formelle in maiolica policroma che alternano motivi geometrici, floreali, decorativi e ispirati al mondo animale in un succedersi di reminiscenze arabe, normanne, spagnole, barocche e contemporanee.
Una volta l'anno la scala brilla di fiammelle colorate che formano "quadri" ogni volta differenti: riccioli, volute, disegni floreali, figure femminili, o il più ricorrente simbolo della città, un'aquila con sul petto uno scudo crociato.
E’ la notte di San Giacomo, tre il 24 e 25 luglio, quando migliaia di lumini racchiusi in involucri rossi, gialli o verdi vengono disposti sulla scala ed accesi.
In cima alla scala. Santa Maria del Monte, chiesa matrice, sede antica del potere religioso.
All'altare maggiore si trova la Madonna di Conadomini, tavola del XIII sec.
Cenni storici
Caltagirone è un comune della provincia di Catania, in Sicilia.
Ha origini antichissime: il suo territorio fu abitato fin dalla preistoria e vi si trovano, sparse, diverse necropoli.
Greci, siculi, saraceni e spagnoli la occuparono nel corso dei secoli, lasciando ampia testimonianza del loro passaggio nel notevole patrimonio archeologico, artistico e architettonico della città.
Situata nella Sicilia centrale e capoluogo del territorio calatino, è famosa per la produzione della ceramica, sviluppatasi nei secoli a partire dai tempi dei Greci.
Importante mercato agricolo, durante la dominazione araba vide fiorire l'arte della ceramica, che a tutt'oggi conferisce fama alla città.
Caltagirone, il cui nome deriva dall'arabo Cal'at Ghiran e significa “castello dei vasi”, è uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo per il ritrovamento di un gran numero di ceramiche prodotte nelle diverse epoche.
Nel 1030 la città fu conquistata dai liguri, e i rapporti con Genova non si interruppero neanche quando Caltagirone divenne città demaniale e sviluppò un'autonomia e una cultura proprie.
La città sorge al margine occidentale della provincia, a 608m di altitudine, adagiata su tre colli che, formando un anfiteatro naturale, costituiscono lo spartiacque tra le valli del fiume Maroglio, che sfocia nel golfo di Gela, e il fiume Caltagirone che scende verso la piana di Catania.
Dopo un passato glorioso che la vide, già da oltre due millenni, roccaforte privilegiata per bizantini, arabi, genovesi e normanni che controllavano le due piane, quella di Catania e di Gela, oggi vive un periodo di rinnovato sviluppo, grazie alle sue risorse principali come il turismo e la produzione della ceramica.
È ricca di monumenti come le chiese, pregevoli palazzi e ville settecentesche, per l'eccezionale valore del suo patrimonio monumentale fa parte dei comuni del Val di Noto, Patrimonio Mondiale dell'umanità.