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I Flagellanti

Ricorrenza: ogni sette anni la prima domenica dopo il ferragosto

Il sacrificio dei flagellanti segno di fede e coraggio

Nel 2010 a Guardia Sanframondi, nella provincia di Benevento, in Campania, torna la processione settennale, quello che l' antropologo Marino Niola ha definito “il più grande rito di penitenza del mondo occidentale”

«Con fede e coraggio, fratelli, in nome dell’Assunta, battetevi».

Comincia così, con un’invoca­zione di preghiera a Maria Assunta in cielo, il più grande rito di penitenza del mondo Occidentale.

La processione settennale dei battenti e dei flagellanti incappucciati incomincia la settimana prima con la processione dei misteri per terminare la dome­nica con la penitenza dei battenti e dei flagellanti.

I riti settennali di penitenza sono una manifestazione religiosa in onore di Santa Maria Assunta, documentata da almeno quattro secoli.

La manifestazione consiste in lunghi cortei processionali formati da tanti quadri viventi, i “misteri”, che ripresentano scene ed eventi del Vecchio e del Nuovo Testamento, ma anche episodi di storia contemporanea.

In questi cortei, che procedono per le strade del paese per un’intera settimana, si alternano i quattro rioni del paese: Croce, Portella, Fontanella e Piazza.

Ogni rione fa due tipi di processione: quella di Penitenza e quella di Comunione.

Il sabato si svolge la processione del clero, a cui segue l’apertura della Lastra della nicchia dove è custodita l’Assunta.

La domenica, quando si porta in processione la statua dell’Assunta, la partecipazione è totale, imponente e corale.

Il corteo è formato non solo dai Misteri, ma anche dai Flagellanti, uomini che si percuotono le spalle con catene di ferro e dai Battenti, uomini che si percuotono il petto, fino a farlo sanguinare, con un disco di sughero con punte di metallo acuminate.

La festa dell’Assunta di Guardia viene per lo più identificata con il suo momento più spettacolare: quello che ha luogo la dome­nica conclusiva dei riti – che si svolgono la prima settimana dopo Ferragosto – ed è caratterizzato dalla processione dei ‘bat­tenti’.

Questi ultimi sono fedeli in saio e cappuccio, coperti da un rigoroso e invio­labile anonimato, che fanno voto di ‘bat­tersi’ e sfilano per le stradine della cittadi­na percuotendosi il petto con uno stru­mento di penitenza, detto ‘spugnetta’: un disco di sughero che porta infilate trenta­tré piccole punte di ferro.

L’origine del rito risale ai tempi di Carlo Magno quando, una statua dell’Assunta sarebbe affiorata prodigiosamente dalla terra.

È la stessa statua che ora è conserva­ta nella chiesa di San Filippo e dell’Assun­ta, all’ingresso di Guardia, nella parte bas­sa del paesino.

I flagellanti, invece, anche loro nascosti da un cappuccio, si percuoto­no le spalle con delle catene, a seconda del voto alla Madonna.

«Quest’anno – spiega don Filippo Di Lo­nardo, il parroco del santuario dell’Assunta di Guardia e presidente del comitato che sovrintende i riti – ci saranno circa seicen­to battenti e millequattrocento figuranti. I riti sono un’incredibile manifestazione di grazia e di amore per il Signore: da giorni centinaia di persone si confessano nel san­tuario dell’Assunta».

I riti si tengono ogni sette anni, e hanno per prota­gonisti i quattro quartieri di Guardia Sanframondi: i rio­ni Croce, Fontanella, Piazza e Portella.

Per l’intera settimana, a partire dal giorno16, i quartieri, a turno, compiono una doppia sfilata: una di penitenza e l’altra di comu­nione, ripercorrendo ogni volta per intero il tracciato viario della cittadina.

Infine, il sabato, a scendere in processione è solo il clero.

La domenica conclusiva, il giorno del sangue, è l’attesissimo climax dei riti di Guardia Sanframondi.

Già dal pomeriggio del sabato, il santuario dell’Assunta è gremito di fedeli ansiosi di assistere all’apertura della teca di cristallo della Madonna.

La domenica, di mattina presto, battenti e flagellanti si ra­dunano nella cappella del Sangue Sparso, dove indossano i candidi sai della peniten­za.

Nel chiostro accanto alla chiesa si di­spongono intanto i figuranti degli oltre cento misteri.

Quadri viventi ispirati al Vec­chio e Nuovo Testamento, ma anche a fatti di cronaca sociale e religiosa recenti, come l’assassinio di monsignor Romero, arcive­scovo del Salvador.

I misteri sfilano in pro­cessione per l’intero giorno risalendo le vie del paese fino alla sommità, conservando sempre la stessa posizione, immobili come in una foto.

Il momento atteso per sette anni scocca quando il mistero intitolato “San Girolamo penitente”, considerato il patrono dei battenti, lascia il chiostro e passa davanti all’ingresso della chiesa.

In quello stesso istante, si ode la voce impe­riosa del capo battente, che, nel nome dell’Assunta, intima la par­tenza..

Gli incap­pucciati rispondono colpendosi il petto all’unisono per tre volte, con una simulta­neità impressionante che produce un rim­bombo cupo, come quello di un enorme tamburo.

E la penitenza dei battenti inizia.

L’antropologo Niola: «È l’intero paese che recita un impressionante mea culpa, insieme ai suoi figli emigrati. Esempi analoghi solo in Messico e Filippine».«La processione dei battenti e dei flagellanti è un rito religioso di ta­le potenza e forza, dedicato alla più difficile delle scelte umane, il pentirsi – an­che a costo di soffrire personalmente – che or­mai non ha eguali in tutto il mondo ‘ricco’ e che ha degli esempi analoghi solo nelle Filip­pine o in Messico. L’intera cittadina recita un impressionante mea culpa insieme con mi­gliaia di emigranti che ritornano da ogni angolo del mondo».

Marino Niola, antropologo tra i più famosi in Italia per l’attenzione che porta alle manife­stazioni del sacro, soprattutto del Mezzogior­no, docente all’Università Suor Orsola Benin­casa di Napoli, quando racconta del rito set­tennale dei Battenti di Guardia Sanframondi ha un attimo di esitazione.

È il rispetto che nu­tre per la millenaria prova di fede dei guar­diensi.

Il rito di Guardia Sanframondi è una grande manifestazione di fe­de nel nome dell’Assunta.

Ma è an­che un grande rituale di religiosità civica.

La processione infatti si in­carna nel territorio, a tal punto che sacralizza lo spazio urbano del paesino.

Tutti ritornano a Guardia per i riti, anche gli emigrati, e se non possono, perché malati, si fan­no rappresentare o chiedono un ri­cordo, una memoria, anche un dvd.

È l’unico grande rito di peni­tenza rimasto in Occidente.

Nel resto del mon­do ci sono esempi analoghi solo nelle Filippi­ne e in Messico.

In Italia, un caso analogo, ma con poche decine di partecipanti, è la proces­sione di Nocera Terinese, in Calabria.

Quello di Guardia Sanframondi è un rituale in controtendenza, ma non per la Chiesa, che non ha mai dimen­ticato il valore della penitenza.

Quella di oggi è una società che non pare abbia molta voglia di fare penitenza.

Ma Guardia è an­che la dimostrazione che nelle persone esiste una spinta forte al ripensamento.

C’è contrarietà al glamour e alla superficialità di questi tempi.

È un importante segnale sociale.

Al termine dei riti, la statua della Madonna è stata riposta nel santuario, dove sarà vegliata dai fedeli giorno e notte fino al 5 settembre quando verrà richiusa dietro una lastra di vetro per essere esposta nuovamente e portata in processione nel 2017.

Fonti: www.infosannio.com; www.wikipedia.com

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